La fabbrica della Taycan a Zuffenhausen

Porsche, visita nella tana di Zuffenhausen. Il tempio delle vetture sportive dove nasce la Taycan

di Nicola Desiderio
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STOCCARDA - Qui tutto è cominciato e qui deve continuare. Ecco perché la prima Porsche elettrica sarà prodotta a Zuffenhausen, nel quartiere di Stoccarda che dal 1950 è il cuore della casa fondata da Ferdinand Porsche e dove, dal 1963, viene prodotta la 911 ovvero la matrice di tutte le auto della Cavallina.
«Oggi spingiamo il pulsante per l’avvio di una nuova era» ha detto il ceo di Porsche, Oliver Blume di fronte ad un parterre che vedeva, tra gli altri, il ministro dei trasporti tedesco, Andreas Scheuer, e Wolfgang Porsche, nipote del fondatore nonché presidente del consiglio di sorveglianza, simbolo vivente di una tradizione che preserva attentamente i suoi simboli industriali dandogli un nuovo simbolo e nuova linfa: la prima Porsche elettrica e 700 milioni di investimento che sono parte dei 6 miliardi previsti da Porsche da qui fino al 2022 per elettrificarsi. Anche in questo caso, la tradizione affonda molto lontana nel tempo.
 

 

Era infatti il 1900 quando all’Esposizione Universale di Parigi veniva presentata la Lohner Porsche Semper Vivus, la prima auto ibrida al mondo funzionante: l’aveva progettata un giovane ingegnere proveniente da un villaggio della Boemia, il 24enne Ferdinand Porsche, assai prima che dalla sua matita uscissero il Maggiolino di Volkswagen e la 356. La fabbrica della Taycan impiega 1.500 nuovi operai ed è a impatto zero grazie ad un minuzioso lavoro di efficientamento che parte dall’utilizzo di energia rinnovabile (principalmente idroelettrica) e dai sistemi di recupero dell’acqua e di tutte le risorse arrivando a coinvolgere i fornitori e la logistica, anche quella interna, basata su carrelli elettrici a guida autonoma.

E questo non è che l’inizio perché diventeranno “carbon neutral” dal 2021 la produzione delle 718 e già dal prossimo anno quella della 911 grazie all’entrata in servizio dell’impianto di cogenerazione che sfrutta il biogas ricavato dai rifiuti di Stoccarda. Il rispetto per l’ambiente ha interessato persino la conformazione del nuovo edificio, non più alto di 38 metri, per non bloccare i venti che arrivano da nord sulla città tedesca che ospita altri giganti dell’automotive, come Bosch e Daimler, e vuole rimanere una delle capitali mondiali della mobilità del futuro creando occupazione e innovazione anche nei rapporti industriali.

A finanziare infatti il nuovo impianto della Porsche Taycan hanno contribuito gli operai e il management: i primi hanno rinunciato allo 0,25% del loro aumento salariale programmato per il periodo 2017-2025, gli altri allo 0,5% creando un monte che è pari ad un quarto dei 700 milioni investiti in totale.
In compenso, ci saranno 760 euro in più in busta paga ogni anno dal 2021, senza contare i generosi bonus che Porsche elargisce ai propri dipendenti: l’anno scorso è stato di 9.700 euro, frutto di un esercizio record con ricavi di 25,8 miliardi dei quali 4,3 di margine operativo. E anche con l’elettrificazione Porsche vuole continuare ad essere una macchina da soldi. «La Taycan dimostra che il Sud-Ovest della Germania è l’avanguardia del ripensamento dell’automobile. Con idee verdi – ha detto il presidente del land del Baden-Württenberg, Winfried Kretschmann – si può essere in nero (con i conti, ndr)». Gli esordi sono incoraggianti: sono già 30mila gli ordini e dall’autunno del 2020 parte anche la produzione della versione Cross Turismo.
 

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Lunedì 18 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 14:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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