
Renault R4: icona di un’epoca, vettura da vivere per ogni esigenza

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Se si hanno almeno 50 anni e la mente va ai tempi in cui l’automobile voleva dire libertà, è inevitabile che la memoria ci offra lei: la Renault 4. E dire che, come è accaduto spesso anche per altre automobili, non era nata per piacere, ma con lo spirito di servizio dettato dai tempi, dalla proprietà e dalla concorrenza. Nel 1961 la Régie nationale des usines Renault era infatti tutta in mano dello Stato – e lo fu fino al 1966 – quando la R4 debuttò sul mercato con l’intento dichiarato di fare concorrenza alla Citroën 2CV e dare a tutti i francesi un mezzo di trasporto. Che fossero le signore parigine, i contadini della provincia letteraria o anche i postini in una remota località montana, la R4 doveva essere l’automobile giusta: affidabile, spaziosa e poco costosa.
E lo fu, condendo la propria leggenda con tante stranezze come i sedili tubolari in tela, tipo le sdraio da spiaggia, il passo sul lato destro più lungo di 48 mm, a causa delle sospensioni a barra di torsione, e la cloche del cambio sulla plancia da manovrare come abilità da sciabolatore. La R4 fu la prima Renault a trazione anteriore, ma aveva la struttura ancora con carrozzeria separata dal telaio, la trasmissione a sbalzo ed il motore 4 cilindri con raffreddamento a liquido sigillato, assai meglio di quello ad aria. All’inizio fu un 603 cc da 21 cv con cambio a 3 marce e si arrivò fino ad un 1.108 cc, ma senza mai superare i 34 cv e le 4 marce in nome della semplicità e della robustezza.
Eppoi aveva quel portellone con tanto spazio dentro e un piano di carico così basso che un bambino non aveva bisogno delle braccia di papà per sedersi. Il successo arrivò subito tanto che fu l’automobile più venduta in Francia dal 1962 al ’65 e poi nel biennio ’67-68. La Renault ne ha costruite fino al 1992 oltre 8 milioni in 28 paesi, Italia compresa, negli stabilimenti Alfa Romeo del Portello e di Pomigliano d’Arco. Famosa la versione “furgonette”, ma ci fu anche chi ne fece un pick-up, un autocarro, una torpedo senza portiere, una coupé, una roadster e persino un’auto da corsa. Celebre quella con trazione 4x4 dei fratelli Claude e Bernard Marreau che salì sul podio della Parigi-Dakar nel 1980, o quella che con l’1.4 Turbo della R5 GT potenziato fino a 320 cv e i parafanghi allargati che fu impegnata nei rally e nelle gare in salita.
Tante storie da raccontare, molte altre segrete e sorprendenti come quella della Renault 4 donata nel 2013 da don Renzo Zocca, parroco nel veronese, al compianto papa Francesco che in gioventù raccontò di aver posseduto anche lui una “renoleta”, come chiamano la R4 in Argentina. Si tratta di un modello con motore da 30 cv, donato a don Renzo nel 1984 dall’allora presidente del Verona Calcio, Eraldo Polato, e trasformato con alimentazione a metano, con oltre 300mila km sul groppone. Si dice che, fin quando gli fu possibile, papa Francesco la utilizzasse personalmente all’interno delle mura della Città del Vaticano. Ora si trova papale – è proprio il caso di dirlo – nei Musei Vaticani con la targa SCV1.