Bugatti Vision Gran Turismo, che anticipa l erede della Veyron dalla quale riprenderà il poderoso W16 8 litri quadriturbo con cambio Dsg e trazione integrale andando oltre i 1.200 cv attuali e i 434 orari del modello di serie

Supercar virtuali, dai videogiochi alla strada il passo è breve

di Nicola Desiderio
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FRANCOFORTE - Un sogno o realtà? Forse ha ragione Edgar Allan Poe quando afferma che ”Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo, non è che un sogno dentro un sogno”. Sta accadendo nel settore dell’automobile dove da un po’ di tempo esiste una porta temporale e dimensionale tra il mondo reale e quello virtuale che si è riaperta per l’ennesima volta in occasione dello scorso Salone di Francoforte. Accanto infatti ai concept che si vedono e si toccano, hanno debuttato la Hyundai N 2025 Vision Gran Turismo e la Bugatti Vision Gran Turismo.

La chiave è in quelle tre parole in comune. Una volta evocavano solo velocità, oggi fanno venire in mente il gioco da consolle creato dal giapponese Kazunori Yamaouchi dove la trasposizione virtuale di auto vere si mescola alla creazione di auto virtuali che poi diventano realtà. Si intrecciano così la fantasia e l’ingegneria, il marketing e il design in un gioco che si sta facendo sempre più serio, ma che consente di andare incontro a fasce di pubblico e di età che giornali e neppure web e televisioni riuscirebbe a intercettare. E lo dimostrano gli ultimi due concept mostrati al salone tedesco. Il primo serve a presentare il brand sportivo N del costruttore coreano, assomiglia a quello che potrebbe essere un prototipo da schierare alla 24 Ore di Le Mans tra una decina di anni ed è spinto da un sistema ibrido-idrogeno a fuel cell e supercondensatori che alimenta 4 motori elettrici per complessivi 884 cv. Che sia vero o no, almeno è verosimile perché queste sono effettivamente le tecnologie alle quali il costruttore di Namyang sta lavorando. Quel che importa è che chi va al salone possa vedere e toccare il prototipo e chi vi gioca a casa, abbia la stessa soddisfazione che avrebbe nel guidare l’auto dei suoi sogni.

Più misterioso il prototipo Bugatti che anticipa l’erede della Veyron dalla quale, si dice, riprenderà il poderoso W16 8 litri quadriturbo con cambio Dsg e trazione integrale andando oltre i 1.200 cv attuali e i 434 orari del modello di serie. Gli ingegneri hanno addirittura calcolato che a Le Mans potrebbe superare i 400 km/h in 4 punti del circuito, meglio dei 340 km/h fatti segnare all’Hunadieres dalle migliori auto in gara. Questo gioco tra fantasia e realtà è cominciato alla fine del 2013 con la Mercedes-AMG Vision Gran Turismo e da allora, attraverso quella famosa porta dimensionale, sono passati almeno altre 20 avatar a 4 ruote, a volte per anticipare vetture di serie, altre volte per presentarle, altre volte per fare di concept auto da gara come nel caso della Lexus LF-LC e della Toyota FT-1. La Mini Clubman, che è stata presentata proprio a Francoforte, ha fatto la sua prima apparizione su Gran Turismo e lo stesso è accaduto con la Chevrolet Corvette C7 Stingray che è virtualmente apparsa prima del suo debutto camuffata da prototipo.

Fantasia pura la Chaparral 2X che sfrutta un avveniristico motore a impulsi laser da 900 cv, commemorative la Aston Martin DP-100 e la Mazda LM55. Foriere di un futuro possibile sono le Infiniti e la Nissan 2020 - magari è l’erede della GT-R... - e si può sognare anche osservando l’Alpine, la Peugeot forte di un V6 3.2 biturbo da quasi 875 cv per altrettanti kg e infine la SRT Tomahawk con telaio in carbonio e grafene e spinta da un V10 7 litri con bancate a 144 gradi e oltre 1.000 cv. E come si fa a non sperare che la Mitsubishi Concept XR-PHEV non diventi la Lancer Evo 11? Sarebbe il sogno di un sogno.
 

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Martedì 9 Febbraio 2016 - Ultimo aggiornamento: 10-04-2016 04:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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