Zanardi, l'amico Paolo Bianchini: «Ridevamo insieme, poi ho sentito un boato metallico»

Zanardi, l'amico Paolo Bianchini: «Ridevamo insieme, poi ho sentito un boato metallico»

di Francesca Monzone
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ROMA Tra le persone presenti al drammatico incidente che ieri ha coinvolto Alex Zanardi, c'era Paolo Bianchini, sostenitore del campione paralimpico. Da anni sono amici: ad unirli sono l'amore per il ciclismo e la voglia di aiutare a diffondere lo sport paralimpico. Bianchini era davanti a Zanardi nel momento dell'impatto e non ha potuto vedere la dinamica, ma è stato tra i primi a prestare soccorso e a raggiungere Alex all'ospedale di Siena.

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Cosa è successo?
«È stato terribile, non ho mai visto una scena così drammatica in tutta la mia vita. Stavamo percorrendo la strada statale 146. Io ero in bici con altre persone quando abbiamo sentito un terribile rumore di metallo e una frenata. Sono subito tornato indietro».
Cosa ha visto?
«Alex era in una cunetta , era vigile ma abbiamo capito subito che la situazione era gravissima e c'era un camion con un rimorchio fermo. C'erano persone che erano con Alex e che avevano visto l'incidente. Dicevano che aveva perso il controllo della sua handbike ed era finito sulla corsia opposta dove c'era il camion».
 

Cosa avete fatto?
«Abbiamo immediatamente chiamato i soccorsi. C'era anche la moglie che seguiva in macchina. Alex è andato via con l'elicottero e io l'ho raggiunto in ospedale».
È rimasto sempre con lui?
«Avrei voluto ma sono dovuto andare a rilasciare le dichiarazioni alla polizia per cercare di ricostruire la dinamica. Ho continuato a ripetere che io ero avanti e ho sentito un rumore terrificante, quello che ti fa capire che è successo qualcosa di terribile».
Che giornata doveva essere?
«Era una giornata di festa voluta con il cuore. Ero partito da casa a Castelnuovo dell'Abate e in bici ho raggiunto Alex. Era la prima tappa della sua Staffetta Tricolore, che da Sinalunga doveva arrivare proprio da me, dove ci sarebbe stata una festa tra amici. Appena 5 chilometri prima dell'incidente stavamo ridendo insieme».
Cosa vi eravate detti?
«Alex era felice, mi aveva detto che ci voleva bene, che con noi era come stare in famiglia e che quello era uno dei giorni più belli della sua vita. I suoi occhi brillavano, ridevamo insieme».
Che legame c'è tra lei e Zanardi?
«Ci conosciamo da qualche anno. Avevo conosciuto il suo progetto dedicato alla handbike e attraverso la mia azienda decisi di aiutarlo».
Come andarono le cose?
«Avevo fatto una raccolta fondi da devolvere al suo progetto, ma non sapevo come contattarlo. Poi tramite un'amica lui mi chiamò e fu subito una grande emozione. Venne nella mia azienda e da quel giorno siamo diventati grandi amici e io ho sempre partecipato alle sue iniziative».
In quale modo può descrivere Zanardi?
«Alex è incredibile, non ho mai conosciuto una persona così. Riesce a trasmetterti una forza straordinaria e il suo sorriso è contagioso. È una delle persone più belle che io abbia conosciuto e non posso credere che stia combattendo per non morire».

 

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Sabato 20 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 21-06-2020 12:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA