Monete romane e gemme preziose, in un anno sequestrati più di 6mila beni culturali venduti nelle aste online

Venerdì 3 Maggio 2024
Monete romane e gemme preziose, in un anno sequestrati più di 6mila beni culturali venduti nelle aste online

UDINE - In un anno di lavoro hanno passato a tappeto ogni angolo del Friuli Venezia Giulia, ma anche quello del Trentino Alto Adige, almeno fin quando ne avevano la competenza territoriale.

In questo modo sono riusciti a scovare 6406 beni culturali, ora sequestrati, finiti nelle mani sbagliate o nel mercato illegale online. L'attività, svolta dal Nucle Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine, ha visto in alcune occasioni il supporto del 14esimo Nucleo Elicotteri Carabinieri di Belluno e la Motovedetta della stazione di Grado e del Nucleo Subacquei di Genova. Partecipazione che ha consentito di effettuare un efficace monitoraggio terrestre, marittimo e aereo del territorio di competenza. Ma su cosa si sono concentrate le operazioni di prevenzione e contrasto alle aggressioni criminali?

Beni culturali sequestrati nel 2023

Canali online di vendita, mercati di settore. Qualsiasi luogo in cui possano essere finite opere d'arte e beni culturali. A finire sotto i controlli dei militari dell'Arma sono stati musei, biblioteche e archivi, dove sono stati eseguiti 13 controlli per l'accertamento dello stato di sicurezza; 58 controlli ad aree archeologiche marine e terrestri, siti Unesco in primis; 84 verifiche in aree con vincoli paesaggistici e monumentali; 122 controlli a esercizi commerciali di specifico settore e 14 nel'ambito di mercati e fiere antiquariali. Sono stati 3318 i reperti antiquariali, archivistici e librari sequestrati; 1809 quelli paleontologici e 1279 quelli archeologici. Deferite in stato di libertà 59 persone. I falsi sequestrati sono stati 19, quasi tutti afferenti all’arte pittorica contemporanea; segno del forte interesse verso questa forma di illecito che ha come fine quello di trarre in inganno il compratore il quale è indotto a ritenere che l’opera che sta acquistando abbia un certo valore. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a 43.950 euro.

Cosa è stato trovato sott'acqua

Di particolare interesse è il ritrovamento nelle acque antistanti l’isola di Grado di oltre 50 reperti archeologici di varia natura risalenti tra il V e VI sec. d.C. In questo caso fondamentale - per il recupero - è stato il supporto della Motovedetta di stanza a Grado (GO) e dei Sommozzatori del Nucleo Carabinieri di Genova. Le operazioni di recupero sono state precedute da una fase di studio e monitoraggio delle zone già conosciute e che fanno parte degli obiettivi di salvaguardia portati avanti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e sono materiale di studio del Dipartimento Studi Umanistici dell’Università di Udine. Le operazioni, infatti, sono state condotte con la presenza di docenti di archeologia marina e dei funzionari della SABAP che hanno condiviso gli obiettivi con il personale dell’Arma.

Sopralluoghi dall'alto

I sorvoli a bordo dell’elicottero dell’Arma sul territorio della regione hanno contribuito a monitorare, da un punto di vista privilegiato, i siti maggiormente sensibili alle possibili azioni illecite di scavo che costituiscono un obiettivo per la salvaguardia del patrimonio archeologico nelle zone interessate come i comuni di Aquileia, Cervignano del Friuli, Torviscosa.

Sequestri a Pordenone: 25 monete romane da uno scavo clandestino

Uno scavo clandestino che aveva portato alla luce 25 monetre romane di epoca imperiale ritrovate in casa di una donna della provincia pordenonese dopo una vendita online. L'operazione, condotta dai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, si è conclusa con la consegna alla Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio di Trieste delle monete provenienti dal sequestro effettuato nell’abitazione della donna. Le indagini erano state avviate a seguito del monitoraggio delle vendite online di beni culturali di tipo numismatico. Su un sito specializzato erano state messe all'asta per il massimo realizzo. Una volta operato il sequestro, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Pordenone, le monete sono state espertizzate da un docente di numismatica del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Udine che ne ha delineato le caratteristiche e le peculiarità. Si tratta di monete di epoca romana ardo antica - basso imperiale e provenienti da un lungo periodo di giacenza nel terreno. Reperti databili dal IV al V sec. d. C. e pienamente compatibili con analoghi ritrovamenti nel territorio. Ciò conferma come l’opera di scavo clandestino sia un reato particolarmente importante da contrastare e sul quale operare la massima attenzione nel corso delle indagini condotte dal reparto dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Al termine delle indagini, considerando la buona fede da parte della donna che ne era venuta in possesso attraverso la sua famiglia, il Gip di Pordenone ha disposto l’archiviazione delle responsabilità penali stabilendo che tutte le monete vengano confiscate a favore dello Stato, con l’assegnazione alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Trieste.

Sequestri a Udine: 2 gemme antiche all'asta

Consegnate alla Soprintendenza anche due gemme antiche provenienti da un sequestro effettuato nell’abitazione di una donna residente in provincia di Udine. Le indagini sono state avviate a seguito del monitoraggio delle vendite on line di beni culturali di tipo archeologico che i militari hanno eseguito nel corso del 2023 e che hanno portato a individuarle su un sito specializzato nel quale erano state poste in vendita per la somma di 60 euro come base d’asta di partenza. Una volta operato il sequestro, le gemme sono state analizzate da un’archeologa esperta della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia che ha stabilito la natura delle pietre. Un diaspro nero, ovvero una pietra preziosa che raffigura la Dea Fortuna con cornucopia ed elementi vegetali, databile tra il II e il III sec. d. C., e una corniola la cui origine potrebbe essere di età romana, ovvero una copia di età rinascimentale. Entrambe sono beni culturali di tipo archeologico di proprietà dello Stato, la cui vendita non può essere consentita; motivo per il quale è stato operato il sequestro.

Al termine delle indagini, considerando la buona fede da parte della donna che ne era venuta in possesso attraverso la famiglia di origine, il Gip di Udine ha disposto l’archiviazione delle sue responsabilità penali, prevedendo che entrambe le gemme vengano confiscate a favore dello Stato, con assegnazione alla Soprintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio di Trieste.

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