Schlein chiama la piazza contro premierato e autonomia: «Manifestazione il 2 giugno»

L’evento con Zingaretti per le Europee: «Noi un programma, loro solo un nome»

Schlein chiama la piazza contro premierato e autonomia: «Manifestazione il 2 giugno»
di Gianluca Carini
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 09:28

«Il 2 giugno a Roma siamo mobilitati per la Costituzione, per l'Europa federale, contro il premierato e l'autonomia differenziata». Elly Schlein lancia (ancora) la sfida alla premier Giorgia Meloni. Lo fa a margine dell’apertura della campagna elettorale di Nicola Zingaretti al Monk di Roma, un locale che di certo le porta bene: lì Elly nel 2022 si candidò ufficialmente alla guida dei dem. Elly chiama i suoi, per la Festa della Repubblica, a «fare muro» con «i nostri corpi» contro una riforma accusata di «stravolgere l’assetto della Costituzione». E parla di «sordido baratto» nel centrodestra, uno scambio «che tiene in piedi il governo». Mentre rispondendo a distanza alla premier - che aveva accusato le opposizioni di carenza di argomenti - aggiunge: «Li abbiamo portati all'incontro con il governo, l'unico che c’è stato più di un anno fa. Il dialogo non lo hanno mai voluto». In ogni caso, «è inutile che mi attacchi, non ci spaventa. Noi faremo opposizione con tutte le nostre forze a questa riforma pericolosa che indebolisce la democrazia e prende in giro i cittadini le cittadine». Come detto, Elly è a Roma per presentare la candidatura di Zingaretti alle prossime europee. Non fissa nessuna asticella accanto a colui che guidò i dem durante le ultime elezioni europee, nel 2019. Schlein ripercorre la scelta delle liste, costruite aprendo alla «società civile e alle forze del nostro partito. A me - in quanto capolista al Centro e nelle Isole - l’onere e l’onore di tirare la volata». 

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Il duello

Ma poi continua la sfida a distanza con Giorgia Meloni anche quando il tema è il futuro dell’Unione Europea, dove «abbiamo bisogno di peso politico e visione». Mentre «dall'altra parte riducono il programma elettorale a un nome», afferma ricordando la scelta di Meloni di dare la possibilità agli elettori di scrivere sulla scheda elettorale solo «Giorgia» e presentarsi così sui manifesti elettorali. 
Dopo le riforme istituzionali, è il turno di scuola e sanità: «Hanno scelto di smantellare la scuola pubblica, che è per noi un ascensore sociale». Schlein chiede una riforma per la cittadinanza, «perché il 70 per cento degli alunni stranieri nasce in Italia» e investimenti per moltiplicare gli asili nido. 
Poi aggiunge: «Giorgia Meloni non mi ha mai risposto sulla proposta di congedo parentale di cinque mesi per entrambi i genitori.

Lo hanno fatto in Spagna, lo stanno facendo in Francia». Nel suo discorso, Schlein rilancia ancora una volta la proposta di una battaglia comune con le opposizioni sul tema della sanità e si spinge oltre, proponendo a livello europeo «un’agenzia comune per vaccini e farmaci salvavita, per sottrarli alla logica del profitto». E ancora, chiede una «legge sui caregiver» e «più soldi per la salute mentale: me lo chiedono ragazzi e universitari». Fino a dire che «l’unica cosa che hanno fatto al governo per la sanità è stato fare entrare gli obiettori nei consultori». 

Il salario minimo

Mentre l’altro tema di scontro con il governo (e di passate convergenze con le opposizioni) è quello del salario minimo: «Sotto i 9 euro è sfruttamento», scandisce dal palco del Monk, prima di parlare della proposta nata dai giovani dem e appoggiata dalla segreteria: «Dobbiamo abolire gli stage gratuiti perché non ci paghi l’affitto e non costruisci un futuro. E in Europa «grazie ai socialisti» sono state avanzate proposte in questo senso su entrambi questi fronti. E, ancora, il passaggio sull’ambiente, evitando contrapposizioni con il mondo delle imprese: «Tornare indietro sul Green deal non ci negherà l’emergenza climatica ma sono state premiate le aziende che hanno saputo adattarsi alle nuove necessità», mentre gli «agricoltori (tra i più attivi nelle proteste, ndr) sono le prime vittime del cambiamento climatico». 
Infine, accanto all’allora ministro dell’Economia (e oggi sindaco di Roma) Roberto Gualtieri, Schlein attacca ancora la destra citando il percorso che portò durante la pandemia al Next Generation Eu, provvedimento sul quale all’epoca «loro si erano astenuti». Mentre oggi al contrario rimane il fatto che è difficile costruire un’Europa più forte «se il bilancio comune ammonta appena all’un per cento del Pil europeo».

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