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Nel mezzo c’è la virtù, ma anche un modello che non c’era mai stato per Mini. Tra le nuove Cooper e Countryman, il marchio inglese ha infatti ora la Aceman, inedito crossover che costituisce di fatto il pilastro centrale di una gamma completamente rinnovata. E non solo in termini dimensionali. La Mini Aceman infatti arriva in un segmento che è in crescita per volumi di vendita e numero di concorrenti e dove la personalità Mini può fare la differenza. La Aceman ha inoltre due primati: è la prima Mini ad essere nata elettrica e ad essere offerta solo con questo tipo di propulsione. È infatti basata su una piattaforma concepita solo per auto a batteria che è stata sviluppata insieme Great Wall all’interno di una joint-venture paritaria denominata Spotlight Automotive Limited con un investimento da 650 milioni di euro.
Dunque base tecnica e stabilimento – a Zhangjiagang, un’ora e mezza di macchina da Shanghai – sono gli stessi della Cooper elettrica, ma la Aceman è lunga 4,07 metri, 19 cm in più e ben 36 cm in meno della nuova Countryman. Dunque non c’è mai stata una Mini così corta a ruote alte, ma non troppo, visto che il tetto non supera il metro e mezzo. E lo stile? Le Mini si spiegano da sole, ma sono fatte anche di particolari e qui ve ne sono di inediti come l’andamento più a cuneo della fiancata, il tetto che scende come mai su una Mini ed infine i parafanghi più scolpiti e i passaruota ottagonali con cerchi da 17” a 19”, in armonia con i fari e la calandra. Tra le possibilità di personalizzazione, c’è l’inedito tetto multicolore. L’abitacolo segue i nuovi dettami mini-malistici del marchio, ovvero con un’impronta riconoscibile, ma declinata in modo decisamente più semplice che in passato con attenzione all’ambiente. Non ci sono infatti più cromature, le pelli sono finte e i tessuti sono derivati da poliestere riciclato, anche quello a trama tridimensionale che riveste la plancia facendo trasparire l’illuminazione ambiente multicolore. La strumentazione è composta dal solo display centrale da 24 cm di diametro, raffinato nel design e nella tecnologia OLED, e dall’head-up display (optional) mentre le vagonate di levette e pulsanti sono un lontano ricordo: ora basta una mano per contarli. Il sistema operativo permette un utilizzo fluido, veloce, con una grafica intrigante e la possibilità di interfacciarsi facilmente con la voce e con tutti i tipi di dispositivo senza bisogno di collegarli con il cavo. I sistemi di assistenza alla guida sono quelli che permettono la guida autonoma di livello 2, dunque agiscono su sterzo, freno ed acceleratore per mantenere la corsia, la velocità e la distanza giuste arrestando la vettura, se necessario.
Lo smartphone inoltre può fare da chiave digitale e da telecomando per parcheggiare la vettura dall’esterno. E lo spazio? Le Mini non si comprano per quello, ma la Aceman se la cava offrendo un agio discreto sia per le gambe sia per la testa con una postura corretta mentre il bagagliaio va da 300 a 1.006 litri abbattendo lo schienale posteriore, ma il portellone non è motorizzato. Stupisce che su un’auto femminile come questa manchino l’illuminazione alle alette parasole e le maniglie sul tetto e che il bracciolo per il guidatore sia corto e fisso. Comodi e avvolgenti invece i sedili anteriori che, insieme al volante piccolo e verticale, creano le premesse per un’impostazione di guida sportiva, ma non troppo da kart feeling. A proposito: tra le 8 diverse modalità di guida, che qui si chiamano “experience”, c’è anche la Go-Kart che si attiva con un gridolino di gioia e accompagna la marcia con un sound artificiale da navicella spaziale.
Due le versioni. Una ha il motore da 135 kW, raggiunge 160 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 7,9 s. e ha una batteria da 42,5 kWh (38,5 kWh netti) ricaricabile a 11 kW in corrente alternata e a 70 kW in continua per un’autonomia di 306 km. L’altra ha 160 kW, fa 170 km/h e lo 0-100 km/h in 7,1 s., la sua batteria da 54,2 kWh (49,2 kWh netti) si ricarica fino a 85 kW per un’autonomia di 405 km. Abbiamo provato la versione più potente su un percorso che alternava città, campagna e autostrada. La Aceman è scattante all’acceleratore, piacevolmente reattiva e offre anche una guida agile, a patto di non forzare troppo il ritmo perché i 1.785 kg, nonostante il baricentro basso, si fanno sentire un po’. In velocità qualche fruscio è avvertibile mentre nei tratti urbani emerge una certa rigidezza dell’assetto, ma si apprezzano la facilità di manovra e il temperamento frizzante. Con la posizione B, si può guidare quasi sempre con il pedale dell’acceleratore, ma non arrestarla. La nuova Mini Aceman è disponibile in quattro allestimenti (Essential, Classic, Favoured e JCW) a parte da 32.100 euro.