La nuova Jeep Wrangler Rubicon si beve un guado

Jeep rinnova il mito, la nuova generazione di Wrangler dà spettacolo

di Mattia Eccheli
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SPIELBERG Wrangler, la Jeep più Jeep che ci sia, diventa più “urbana”. La casa delle Sette Feritoie insegue i clienti (anche quelli che non sanno ancora di esserlo) sul loro nuovo terreno: l’asfalto. La Wrangler resta il fuoristrada per eccellenza senza scendere a compromessi sulle prestazioni sui fondi più sconnessi, ma si adatta meglio ai nuovi impieghi della giungla cittadina. Perché è lì che si concentrano gli acquirenti del modello. Già da tempo Jeep è uscita dalla “riserva indiana” del puro offroad e degli Stati Uniti. L’Italia è la dimostrazione del crescente gradimento per il marchio: tra il 2010 ed il 2017 i volumi sono lievitati di 14 volte, passando da 3.600 e 49.500 unità.

Wrangler è un modello per palati raffinati, per gli appassionati (veri) del fuoristrada che sanno cosa si può fare con 25 centimetri di altezza libera da terra e anche con 76 di capacità di guado. Il Suv americano è stato riprogettato con una rivisitazione importante anche nel listino, che in Italia partirà dai 48.000 euro della variante a passo corto a tre porte da 4,33 metri di lunghezza (la Unlimited a cinque arriva a 4,88). La commercializzazione europea di quello che Jeff Hines, responsabile di Jeep per il Vecchio Continene, il Medio Oriente e l’Africa, ha definito «the best Wrangler ever» (la miglior Wrangler di sempre), comincia in settembre.

Con grandi ambizioni con i suoi allestimenti pratici e funzionali, la sua posizione di guida alta e la sua ampia superficie vetrata (i finestrini sono più grandi). Sempre inconfondibile nel suo aspetto maschio e muscoloso, conserva i classici fari circolari, anche con la tecnologia Full Led, fornita dalla Magneti Marelli. Gli aggiornamenti estetici sono stati limitati anche per una questione di rispetto verso la tradizione, come conferma il designer con origini italiane Chris Piscitelli. La Wrangler “bricolage” si può sempre confezionare a piacimento, ma senza dimenticare le limitazioni del codice della strada. Nel giro di una manciata di minuti, Jeep assicura che mani esperte ce la fanno in 14, si possono togliere le portiere, abbassare il parabrezza e rimuovere il tetto.

Il Suv propone tre diverse soluzioni per diventare cabrio, due nuovi motori (Hines ha promesso per il 2020 la declinazione ibrida plug-in) ed anche due distinte opzioni di trazione integrale, che si possono inserire fino ai 72 km/h di velocità. La nuova Wrangler è offerta in Europa con le unità turbodiesel da 2.2 litri da 200 cavalli e 450 Nm di coppia e benzina da 2.0 litri da 272 cavalli (400 Nm). Esattamente come il V6 Pentastar da 3.6 litri, che non è destinato alla commercializzazione nel Vecchio Continente, sono equipaggiati con lo Stop-Start e sono accoppiati alla trasmissione automatica a 8 rapporti. Un cambio la cui validità si apprezza in modo particolare nelle manovre più complesse lontane dall’asfalto.

Con il suo raffinato sistema Rock-Trac con bloccaggio dei differenziali anteriore e posteriore, disponibile sulla declinazione più estrema, la Rubicon, la Wrangler artiglia il terreno e si aggrappa ad ogni sporgenza per avanzare nell’offroad più impegnativo delle montagne austriache attorno a Gaal, a pochi chilometri dal circuito della Red Bull di Formula 1. L’altro sistema 4x4, il Command-Trac, è riservato alle varianti di chi osa meno, la Sport e la Sahara. La pronipote della Willys del 1941, il veicolo sviluppato per l’esercito americano, ha angoli di attacco e uscita che per la Rubicon a tre porte arrivano 36,4 e 30,8 gradi.

Quattro airbag, Blind-Spot Monitoring, Rear Cross Path detection, telecamera ParkView, griglia dinamica, Esc con sistema antiribaltamento elettronico fanno parte della dotazione di serie, anche se i clienti hanno a disposizione un ventaglio di oltre 65 funzioni di sicurezza e assistenza alla guida fra le quali scegliere. Gli “urban jeepers” possono contare sul massimo della connettività con la possibilità di utilizzare sia Apple CarPlay sia Android Auto e possono fare affidamento su uno schermo tattile ad definizione che può arrivare fino a 8,4 pollici. Per sua natura, anche la nuova Wrangler si trova perfettamente a proprio agio nel fuoristrada.

Sull’asfalto è più confortevole, ma la sua anima è quella del nome: un attaccabrighe. Il Suv con le Sette Feritoie è altamente personalizzabile anche grazie alla collezione di più di 180 accessori esclusivi di Mopar: i raduni Jeep confermano l’interesse dei clienti per gli allestimenti ancora più spinti. Perché Jeep, e Wrangler in particolare, ha un’identità molto forte. È sinonimo di quella libertà che molti sognano e che il Suv americano è in grado di trasmettere.

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Lunedì 13 Agosto 2018 - Ultimo aggiornamento: 15-08-2018 19:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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