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Anche ad Alice nel suo paese delle meraviglie verrebbe spontaneo chiedersi, un po’ alla Di Pietro, ...«ma che c’azzecca» la nuova Ford Puma con la Street Art di Bologna e con la Street Art in genere? Solo che Alice il mondo lo vedeva, interpretava ed esprimeva nella dimensione del nonsense. Ai confini di una realtà di fantasia. L’Alice del nostro tour on the road e “inside the city”, dentro la città, invece non è un prodotto della fantasia, bensì una persona in carne ed ossa, un’artista conosciuta come aka Alicé che la realtà la vive, quotidianamente e la dipinge sui muri che più la ispirano, esattamente come ognuno di noi sceglie i colori e gli allestimenti della propria vettura. E forse è proprio questa la chiave di lettura di un’immersione nel tessuto urbano di una città come Bologna, in questi giorni drammaticamente ferita dalla forza della natura e dai soliti errori dell’uomo, a bordo di una Ford Puma. Un simbolo di tecnologia abbinata alla tradizione che negli ultimi anni come poche altre ha saputo interpretare le esigenze degli abitanti dei centri urbani, considerando che solo nel 2023 in Italia ne sono state immatricolate 30.804 - piazzandosi al quarto posto nella classifica delle ibride più vendute e nella top ten delle più amate (e acquistate) dagli italiani.
E qui convergono le due esigenze di espressione di sé stessi: quella artistica, con i murales finalmente considerati arredi urbani e non più segno di inciviltà. E quella di una mobilità accessibile, anche creativa, alla sua maniera, nel design come nella tecnologia. E qui che Ford Puma diventa la compagna di viaggio ideale per addentrarci nel mondo della street art di cui Bologna è una delle capitali italiane. Dalla Bolognina a San Donato, fino all’affascinante dedalo di via del Pratello, cuore della città universitaria per eccellenza, per poi chiudere il tour a San Giovanni in Persiceto, alla porte del capoluogo emiliano. Località che ha dati i natali a due eccellenze della sport italiano, cioè Marco Belinelli, unico italiano a vincere un titolo nell’NBA del basket, e Gaia Giovannini, oro olimpico nella pallavolo femminile a ai recenti Giochi di Parigi 2024. Oltre ad essere teatro di una delle opere più significative di Alicé, nella piazza della Stazione intitolata “Mille papaveri rossi”, un omaggio alle donne della resistenza.
E proprio in questo percorso cittadino tra tangenziale, statali e lavori in corso di tipica matrice urbana. la Ford Puma ST-Line della nostra prova ha esibito la sua notevole capacità di esprimere l’innovazione pura senza tradire il passato, la vocazione popolare di un brand come quello dell’Ovale Blu. A cominciare dai nuovi fari a LED anche con tecnologia Matrix, per passare alla solita, comoda, maneggevolezza e praticità di guida nel traffico, grazie a dimensioni ipercompatte da B-Suv qual è (421 cm di lunghezza, 181 cm di larghezza e 154 cm di altezza). Fino ai pacchetti Adas ancora più completi, compreso il Predictive speed assist che adegua la velocità in base alla conformazione del percorso. Tutto facilitato da una navigazione estremamente chiara grazie al grande schermo da 12 pollici e dal suo connubio con l’infotainment SYNC4, che vanta una rapidità di calcolo raddoppiata. Info, peraltro replicate nel grande schermo della strumentazione da 12,8 pollici.
E poi lui, sua maestà, il motore 1.0 EcoBoost da 155 cv, associato ad un sistema ibrido con batteria da 48 volt, ed al cambio automatico a 7 marce, incapace di deludere con la sua erogazione progressiva eppure brillante, che diventa puro divertimento nel misto, senza per questo perdere in efficienza visti i consumi verificati nell’ordine del 5,5-6,3l/100 km. Tecnologia, appunto, che si tramuta in capacità espressiva di sé stessi, tradotto, in personalizzazione, attraverso l’ampia possibilità di scelta in una gamma Puma che comprende le versioni Titanium, ST-Line e ST-Line X, proponendo sei livree, tra cui il nuovo colore Cactus Grey.
E se il caos urbano viene rappresentato da Alicé da una donna con i capelli al vento, la Ford Puma può davvero essere individuata come estensione di quella identità capace di esprimersi in sicurezza nel quotidiano incubo di chi è costretto a vivere la città a bordo della sua monade su quattro ruote..