Coronavirus, positivi per l'effetto movida: under 18 quintuplicati

Coronavirus, positivi per l'effetto movida: under 18 quintuplicati
di Mauro Evangelisti
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Domenica 12 Luglio 2020, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 09:35

I dati parlano chiaro: l'età media dei positivi nell'ultimo mese è diminuita. E non di poco. Non solo: gli under 18 infettati, tra giugno e luglio, sono quintuplicati.
«Ai giovani bisognerebbe spiegare - racconta il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo che ama i toni moderati - che serve prudenza nei comportamenti, perché magari per loro le conseguenze sono, per fortuna, meno gravi, ma se il virus resta in circolazione, prima o poi raggiunge anche le persone più fragili. Soprattutto nei mesi invernali, quando torneremo nei luoghi chiusi».

Movida, assembramenti, casi di importazione, più attenzione nel cercare i positivi che fa scovare anche i soggetti giovani benché asintomatici: una serie di fattori ha causato un sorprendente abbassamento dell'età media degli infetti, molto a simile a quello che si è registrato negli Stati Uniti. Ma è anche vero che tra i tavolini dei pub o nelle piazze vediamo sempre meno mascherine. Martedì nel nuovo Dpcm su indicazione del Ministero della Salute ci saranno una serie di limitazioni, con maggiori controlli agli assembramenti e il divieto per l'attività delle discoteche al chiuso, ma in realtà le varie Regioni hanno dato sì il via libera, ma a quelle all'aperto. Stop anche alle sagre. Movida, assembramenti, imprudenza. E il virus, in silenzio, sta continuando a rimbalzare, magari rientra in Italia tramite una famiglia tornata dal Brasile, incrocia un ragazzo che poi incontra gli amici, senza distanziamento, a Trastevere, sui Navigli o sulla costa Adriatica, e passa il testimone a un altro giovane; sono tutti asintomatici, ma alla fine del percorso, quando l'ultimo contagiato torna a casa e abbraccia la nonna, la infetta.

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SCENARIO
Conferma il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia: «Sì, l'abbassamento dell'età media dei nuovi positivi è evidente. Questo da una parte ci preserva da un incremento dei casi gravi, dall'altra deve invitare tutti ad atteggiamenti prudenti». Movida, tavolini all'aperto, piazze, assembramenti: il liberi tutti ormai è rumoroso. Stride con quello che succede in luoghi dove la mascherina è obbligatoria - aeroporti, stazioni, centri commerciali - che continuano a essere molto frequentati. In sintesi: se è obbligatorio, usiamo la mascherina senza problemi, se siamo noi a dovere imporci regole di buon senso, non ci riusciamo. Vaia: «Vero è che, per fortuna, i più anziani continuano a essere prudenti».

ANDAMENTO
Ma cosa dicono i numeri? Prendiamo le schede dell'Istituto superiore di sanità, che analizzano le caratteristiche di chi in Italia è positivo. Dall'inizio della pandemia ad oggi l'età mediana di chi è stato infetto da Sars-CoV-2 è di 61 anni. Questo ci dice, visto che è un dato statistico medio, che ai tamponi sono risultati positivi soprattutto gli anziani. Bene, se si analizza quel dato limitandosi solo agli ultimi 30 giorni, si scopre che l'Iss determina in 47 anni l'età mediana. Per arrivare a uno scostamento così rilevante, è evidente che tra i positivi ci sono molti più 20-30enni che in precedenza. Lopalco: «In parte si spiega con il fatto che, eseguendo più tamponi, raggiungiamo anche chi non ha sintomi, solitamente i più giovani». Ma c'è un'altra percentuale perfino più sorprendente: nell'ultimo mese un positivo su 10 ha meno di 18 anni, più precisamente il 9,43 per cento; bene, nell'arco dell'intera epidemia gli under 18 erano poco più del 2 per cento, si è moltiplicato per cinque il loro numero. Ampliando il concetto di giovani, i positivi con meno di 50 anni, da quando è iniziata l'epidemia sono poco più del 30 per cento, nell'ultimo mese sono stati il 55,5 per cento. Sia chiaro: tra i più giovani la letalità resta bassa, fino al 30 giugno per Covid-19 sono ci sono stati in totale 20 decessi di pazienti con meno di 29 anni. Ma resta il dovere dei giovani di contribuire, con il rispetto delle regole di buon senso, a fermare la circolazione del virus. Se l'incendio non si spegne, prima o poi raggiunge la fascia di popolazione (chi ha tra gli 80 e gli 89 anni) in cui la letalità è oltre il 40 per cento.

 

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