La App di DriveNow

Festa DriveNow: 2 anni di successi e centomila clienti in Italia

di Giampiero Bottino
  • condividi l'articolo

MILANO - Il salto di qualità del car sharing ha da poco festeggiato il secondo compleanno. Era infatti il 19 ottobre del 2016 quando a Milano il gruppo Bmw scese direttamente in campo nel sempre più affollato panorama del car sharing – che nel capoluogo lombardo ha la sua stella polare, almeno per quanto riguarda il nostro Paese – con una proposta innovativa, capace di cambiare le regole del gioco. Era nato DriveNow, la sfida dell’elica biancoblù alle rivali più consolidate – la veterana Car2Go by Mercedes ed Enjoy creata dall’Eni – nel settore dell’auto condivisa che rappresenta uno degli snodi cruciali della “shared economy” prossima ventura.

Alla concretezza dei principali competitor che puntano su vetture come le smart fortwo e forfour o la Fiat 500, fisiologicamente destinate all’impiego in ambito urbano, DriveNow risponde con una flotta di 500 vetture che abbinano alla flessibilità tipica del car sharing la possibilità di mettersi al volante di un’auto sfiziosa e alla moda che, con la piacevolezza di guida tipica di tutti i prodotti del gruppo bavarese, compensa ampiamente le dimensioni superiori ai mezzi della concorrenza. La flotta comprende quattro modelli Mini (berlina 3 e 5 porte, Clubman e Cabrio) e altrettante Bmw, e cioè la Serie 1, la Serie 2 Active Tourer e Cabrio, l’i3 Rex, compatta berlina a quattro porte che grazie al motore elettrico assistito dal range extender assicura fino a 300 km di autonomia con emissioni medie di CO2 di 13 g/km e rappresenta l’anima più verde dell’offerta DriveNow.

Un’offerta alla quale, come dimostrano i dati, sono particolarmente sensibili i giovani: i 100.000 clienti (traguardo – ma non punto d’arrivo – tagliato quest’anno) che nel biennio hanno percorso complessivamente oltre 11 milioni di chilometri hanno infatti un’età media compresa tra i 23 e i 43 anni, e sono in prevalenza studenti e professionisti.
Andrea Leverano, managing director di DiveNow Italia, spiega che «mediamente il tempo di ogni singola guida si aggira sui 20-25 minuti, ma cresce a 30-40 minuti quando il cliente utilizza un pacchetto week-end o riserva la vettura per l’intero fine settimana».

Queste offerte speciali, che possono essere giornaliere con diverse durate, validi uno o due giorni oppure mensili con vari “minutaggi” a disposizione, completano l’offerta DriveNow, accessibile versando 29 euro per l’iscrizione, mentre il noleggio costa di 31 centesimi al minuto nel caso delle Mini berlina e Clubman, e sale a 34 cent/min per le auto Bmw e per la Mini Cabrio. Le vetture prenotate tramite l’app dedicata rimangono a disposizione gratuitamente per 15 minuti, ma la durata della prenotazione può essere estesa fino a 8 ore dietro un corrispettivo di 15 centesimi al minuto, mentre se ne pagano 20 quando si effettua una sosta mantenendo la disponibilità dell’auto, cioè senza chiudere il noleggio. Come tutti i altri principali competitor, anche DriveNow prevede un pagamento aggiuntivo di 4,9 euro per i noleggi che terminano nelle periferie milanesi, all’esterno dell’area entro cui il servizio non prevede sovrapprezzi di sorta.

Nella strategia Bmw il car sharing è solo un primo passo sulla strada dei cambiamenti in atto che vedono quasi tutti i costruttori impegnati nella trasformazione da semplici (si fa per dire) fabbricanti di automobili a fornitori di mobilità a 360°. In quest’ottica si inquadra il recente accordo raggiunto con l’Atm, l’azienda del trasporto pubblico milanese, per garantire a tutti i titolari di un abbonamento annuale Atm l’iscrizione gratuita al servizio DriveNow, oltre ai primi 20 minuti di guida regalati a chi il medesimo abbonamento lo ha sottoscritto online.
Questa strategia trova riscontro a livello globale, dove DriveNow opera in 13 città europee con una flotta di 6.000 vetture e può contare su un milione di clienti registrati. Ne offre una prova l’accordo con gli eterni rivali di Stoccarda per la fusione tra DriveNow e Car2go, che è diventata operativa dopo il recente ok delle autorità di regolamentazione. L’intesa non intaccherà la concorrenza nei rispettivi “core business”, ma prevede la completa integrazione di altre attività di condivisione facenti capo ai due partner, dai servizi di taxi ai parcheggi alle reti di ricarica per le vetture elettriche. Nel mondo della “Sharing mobility” si affaccia un colosso al quale molti addetti ai lavori attribuiscono il valore di un miliardo di euro.

  • condividi l'articolo
Venerdì 14 Dicembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 10:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti