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NAPOLI - Quando si parla di nautica da diporto, e in particolare di barche a motore, in genere si concentra l’attenzione su yacht, cruiser e gommoni. E non sempre ci si ricorda dei gozzi. Che sono invece, in molti casi, capolavori di artigianato capaci di coniugare al meglio tradizione e innovazione. Come? Trasformando sapientemente quella che era una semplice barca da pesca in una attualissima barca da diporto, in genere un open o un cabinato capace di mixare i pregi della vetroresina e del legno, impreziositi da acciai e tessuti di qualità. Sono barche capaci di offrire buone capacità di navigazione, eleganza senza tempo e sufficiente comfort.
La formula – giusto ricordarlo - è stata introdotta negli anni 80 da Aprea Mare, custode dell’antica tradizione dei maestri d’ascia sorrentini, tuttora in attività, anche se emigrato nelle Marche, a Fano. Le sue geniali intuizioni hanno fatto proseliti, finché gli allievi non sono arrivati ad eguagliare i maestri, in alcuni casi a superarli con produzioni sempre più corpose, qualità sempre più elevata, crescita dell’export e… difficoltà a soddisfare le richieste del mercato.
E’ il caso di Mimì, il cantiere napoletano fondato 40 anni fa da Salvatore Senese, trasformatosi da aziendina a conduzione familiare dedita a piccole costruzioni artigianali a realtà produttiva d’avanguardia, affidata alla conduzione del figlio del fondatore, Domenico Senese (per tutti Mimì), che ora guida una struttura solida, capace di produrre 120 unità l’anno, distribuite in una gamma di 18 modelli tra 7 e 13 metri, in buona parte destinati all’export. Tutto ciò aprendosi anche a collaborazioni prestigiose come quelle con l’Università Federico II di Napoli e con un designer ispirato come Valerio Rivellini.
“Abbiamo fatto forti investimenti sul potenziamento delle nostre strutture e sull’innovazione” ha detto Senese, aprendo alla stampa le porte del cantiere appena ampliato. E’ stato inaugurato un nuovo capannone di 1000 metri quadri, sorto ad Agnano, nella zona vicina all’ippodromo napoletano, dove lavorano circa 40 persone. “Facciamo quasi tutto in casa – tiene a dire Senese -. Dall’esterno arrivano soltanto acciai, tappezzerie, motori e strumentazione”.
Tra le novità della rinnovata struttura c’è anche una palazzina di uffici. “Ma qui – dice Mimì – ci stiamo poco. Seguiamo molto da vicino la produzione, sforzandoci di soddisfare la domanda, che è in crescita costante. Nell’anno della pandemia abbiamo incrementato il fatturato del 30% e nelle ultime settimane del 2021 abbiamo ricevuto richieste che non riusciremo a soddisfare. In genere tra l’ordine e la consegna di una nuova barca trascorrono sei mesi, ma non so se ce la faremo. E’ aumentato molto anche l’export, dopo Francia e Spagna abbiamo nominato altri importatori in Germania, Olanda, Croazia, e abbiamo un dealer pure in Cina, anche se lì la nautica da diporto non è decollata come ci si aspettava”.
La tecnica produttiva prevede la progettazione in 3D, così come l’impiego di frese a controllo numerico. Gli scafi sono lavorati con l’infusione sottovuoto che, oltre a offrire molti vantaggi a livello di sicurezza ed emissioni, permette di realizzare un composito performante, con un peso ridotto, un corretto rapporto resina/fibra e uno spessore costante. “Questa tecnica – tiene a sottolineare Senese - viene continuamente aggiornata e migliorata, grazie ai risultati di una costante ricerca”.
Nei piani del cantiere c’è ora un nuovo gozzo, per il quale è stata già avviata la fase preliminare di lavorazione, che potrebbe arrivare entro la fine del 2021 per debuttare poi sul mercato nel 2022. Si tratta della versione walkround del Libeccio 13,5, con il quale condividerà la carena, ma dal quale si distinguerà per la postazione di comando centrale.
Intanto sono in corso i preparativi per la presentazione, su un palcoscenico internazionale importante come lo Yachting Festival di Cannes (7-12 settembre) del Libeccio 11 Walkaraound, che il pubblico italiano ha in verità già visto nel 2020 nei Saloni di Genova e Bologna. E’ un gozzo con portata di 12 persone e 4 posti letto, dalle caratteristiche innovative, pensato per soddisfare le esigenze di chi vuole sfruttare al meglio anche il pozzetto di prua: grazie ai suoi 11 metri di lunghezza e 3,50 di larghezza, offre la possibilità di sfruttare gli spazi anche quando si naviga a 30 nodi (con due motori Yanmar da 250 hp ciascuno). Soprattutto, è l'unico gozzo al mondo ad avere un garage di poppa per tender e toys.
Il design è di Valerio Rivellini, ormai partner abituale del cantiere Mimì, e a lui si deve sia l’originale soluzione di poppa, sia il tettuccio rigido non imbullonato, ma sorretto da due braccia laterali: una soluzione resa possibile dalla leggerezza del tettuccio svuotato, che garantisce l’ombra attraverso la rete traspirante.
Gli interni offrono due cabine, una cucina e un bagno con doccia. Il design è curato, come rivelano i piani della cucina (sempre customizzabili) e la scala sospesa che garantisce alla cabina di poppa aria, spazio e luce. La cabina di prua può godere della massima privacy grazie alla pannellatura degli armadi che fungono da separé; il bagno offre anche una comoda doccia e rubinetterie di pregio in bianco opaco.
Una scelta, quest’ultima, che Mimì Senese spiega così: “Le donne, ovvero le mogli degli armatori, guardano soprattutto a questi dettagli, e una barca può essere preferita a un’altra proprio per la qualità degli arredi o per le rubinetterie di design. Proprio per questo non abbiamo trascurato anche richiami alla classicità, con inserti in mogano, teck esterno e fasce blu e bianche”.
Nella gamma attuale di Mimì – vale la pena ricordarlo – è stato di recente introdotto anche un gozzo tradizionale, il Libeccio 9 con timone a barra, proprio come una volta. Una soluzione di grande fascino, che tuttavia non ha incontrato il successo che ci si attendeva. “Gli italiani – spiega Senese - non sono pronti per questo ritorno al classico, mentre la richiesta della timoneria a barra ha avuto un certo successo sul mercato spagnolo”.
La barca più venduta del cantiere napoletano è comunque, in questa fase, il Libeccio 9.5 Walkaround. Ed è ispirandosi a questo gozzo di successo che è stato commissionato a Valerio Rivellini il progetto di un “fratellino” minore, l’8.5 Walkaround, che al momento è in lavorazione alla fresa e sarà esposto in anteprima mondiale a Genova (16-21 settembre) e poi a Bologna (30 ottobre-7 novembre). Il nuovo gozzo (nell’immagine in alto il rendering) sarà l’unico modello walkaround di questa lunghezza a offrire un bagno separato, mentre le sue linee pulite e raffinate nascono dalla volontà del cantiere di unire la più moderna tecnologia con il rispetto della tradizione dei gozzi sorrentini.
“La carena – spiega il designer – è la stessa del 9.5, per il resto cambiano inevitabilmente gli ingombri a bordo, anche se siamo riusciti ad allestire una cabina con due posti letto comodi, cui si aggiunge uno spazio che non vuol essere una vera e propria dinette, ma in grado di ospitare comunque un bambino. Discorso simile per il bagno, dove siamo riusciti a sistemare anche la doccia, ma guai ad aspettarsi lo spazio e la comodità del modello maggiore. Abbiamo invece ricavato un bello spazio nel gavone ricavato sotto il letto e, soprattutto, abbiamo dedicato molta attenzione alla scelta dei colori per gli arredi, puntando sul classico turchese per la spalliera a cilindro, rivestita in tessuto poliestere al 100%”.
Quanto alla motorizzazione, Mimì punta su una coppia di turbodiesel Yanmar da 200 o 230 hp, in grado di assicurare velocità di punta stimate in 27 e 32 nodi, o anche su una soluzione monomotore da 250 hp, che consente andature attorno ai 25 nodi. Per i dati definitivi bisogna attendere il varo della barca, previsto entro agosto.
Ma chi è il cliente tipo di un gozzo di questo tipo? “Non è necessariamente un tradizionalista, a volte proviene dal motoscafo” dice Senese. E aggiunge: “Il nuovo Libeccio 8.5 Walkaround è un nuovo passo avanti della nostra ricerca stilistica, volta a presentare gozzi che possano piacere a un pubblico ampio, dai gusti moderni, alla ricerca del giusto compromesso tra eleganza e sportività. Questa barca riprende il family feeling dell’8,5 Classic che abbiamo presentato a Genova lo scorso anno e allo stesso tempo introduce alcune caratteristiche del 9,5 Walkaround, come la grande vivibilità delle aree esterne, in particolare del pozzetto di poppa, il cui divano a C può essere trasformato in prendisole o area dining”. E ancora: secondo il titolare del cantiere Mimì “chi sceglie un gozzo come il nostro non perde il piacere della navigazione veloce in planata, può richiedere sia la versione open sia quella con T-Top, e guadagna comunque qualcosa grazie al fascino di una barca che abbonda di legno e acciai, per non dire della grande e comoda plancetta di poppa”.
Il “porte aperte” del cantiere napoletano si è concluso con un doppio giro in barca, a bordo del Libeccio 11 Cabin e del 9.50 Walkaround sulla rotta Napoli-Costiera sorrentina e ritorno (circa 36 miglia in tutto). Il mare formato e virate strettissime, in piena velocità, non hanno creato il minimo problema alle due imbarcazioni, confermando le qualità di carene supercollaudate e la capacità di questi gozzi di comportarsi come veri e propri motoscafi.