La nuova Suzuki Swift

Suzuki, i maestri delle piccole svelano una Swift tutta nuova

di Giampiero Bottino
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GINEVRA - C’è dell’elettricità tra le berline di segmento B, il più importante del mercato italiano. A vivacizzare l’offerta arriva infatti una piccola vettura giapponese disponibile anche in versione ibrida. La nuova Suzuki Swift, svelata a Ginevra con le specifiche destinate ai mercati europei, alle doti già apprezzate dai 5,3 milioni di clienti delle cinque precedenti generazioni (l’esordio del modello risale al 1983) aggiunge una nutrita serie di miglioramenti estetici e tecnici. Tra questi c’è la possibilità di abbinare a entrambi i motori a benzina disponibili – il 3 cilindri turbo 1.0 Boosterjet da 112 cv e il 4 cilindri aspirato 1.2 Dualjet da 90 cv – con il sistema micro-ibrido Shvs già visto su Baleno e Ignis. Si tratta di una tecnologia originale Suzuki studiata su misura per le piccole auto, settore nel quale il costruttore giapponese è uno dei più rinomati specialisti, e finalizzata a supportare il motore termico nelle fasi di accelerazione e ripresa riducendone nel contempo i consumi, oltre che a fornire l’energia necessaria ai servizi ausiliari di bordo. Un sistema leggero e di costo contenuto.
 

 

I cambiamenti non si fermano certo qui. Anzi, possiamo dire che la Swift 6 è tutta nuova, a cominciare dall’inedita piattaforma Heartect, di cui viene enfatizzata la capacità di combinare la leggerezza – rispetto alla precedente la vettura è dimagrita in media di 120 kg – e la rigidità, così importante ai fini della dinamica di guida e della sicurezza.
Per quanto riguarda le dimensioni, Suzuki è andata controcorrente rispetto alla tendenza prevalente che vede le piccole diventare un po’ meno piccole a ogni cambio di generazione: la Sfwit si è accorciata, seppur solo di 10 mm (ora è lunga 3,84 metri), e abbassata di 15. In compenso, la larghezza cresciuta di 40 mm ha determinato proporzioni che conferiscono alla vettura una presenza su strada più importante.

Ammorbidita nelle linee, gradevole nel look senza rinnegare alcuni stilemi caratteristici come i montanti neri, nonostante le dimensioni praticamente immutate la piccola giapponese offre più spazio ai passeggeri e soprattutto ai bagagli, visto che il volume del vano ad essi riservato è cresciuto addirittura del 25%, passando da 211 a 265 litri. Tra le scelte stilistiche, le maniglie delle porte posteriori, poco visibili perché annegate nel montante C, enfatizzano la sensazione di sportività della vettura (alla quale contribuiscono sul piano dinamico le sospensioni ridisegnate, alleggerite e irrigidite) poiché danno l’impressione di trovarsi di fronte a una carrozzeria a 3 porte. Tra le numerose dotazioni tecnologiche, quella che attira subito l’attenzione è il display a colori da 7 pollici a centro plancia, tramite il quale si possono gestire le funzioni di infomobilità e connettività grazie alla compatibilità con Apple CarPlay, Android Auto e MirroLink.

Tra i dispositivi di sicurezza che si stanno ormai diffondendo anche sui modelli di massa, la Swift può contare tra l’altro sugli allarmi che oltre i 60 km all’ora scattano in caso di superamento involontario della linea di corsia o se il comportamento al volante evidenzia dei sintomi di stanchezza del guidatore, la frenata automatica nel caso in cui i sensori rilevino il rischio di un impatto imminente senza avvertire cenni di reazione del guidatore, la gestione automatica degli abbaglianti e il cruise control adattativo che – tra i 40 e i 160 km all’ora – sfrutta la scansione di un radar a onde millimetriche per mantenere automaticamente la distanza di sicurezza.
 

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Martedì 2 Maggio 2017 - Ultimo aggiornamento: 03-05-2017 08:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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