Tesla vola ancora a Wall Street e raggiunge i 1.000 mld di capitalizzazione. Musk sempre più “presidente ombra”
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Tesla. Un nome pressoché sconosciuto 15 anni fa, quando l’ambizioso progetto di Elon Musk muoveva i primi passi, che oggi occupa i piani alti dell’offerta automobilistica e con le sue scelte tecnologiche (oltre alla “stellare” capitalizzazione in Borsa) ha indicato la strada della mobilità futura anche agli storici protagonisti del settore. Si può dire che il visionario tycoon sudafricano (ma cittadino canadese naturalizzato Usa) abbia dato il via a una sorta di “gran ballo delle debuttanti” che continua a registrare l’ingresso nel mondo automotive di nuove realtà.
Imprese che non solo allargano l’offerta, ma spesso operano nel campo dei servizi correlati e sono inseriti nell’orbita dei protagonisti tradizionali come Cariad, società creata nel 2020 dal gruppo Volkswagen con la mission – sostenuta da un investimento di 27 miliardi in 5 anni – di sviluppare internamente il software (risorsa fondamentale quanto i motori, e in prospettiva addirittura di più) per tutti i marchi della sua galassia, nella quale orbita anche Argo AI, società americana specializzata nello sviluppo dei sistemi di guida autonoma al cui capitale partecipa anche Ford. Guida autonoma che è anche la “specialità” di Cruise, impresa di San Francisco acquisita da General Motors e partecipata da Honda, come pure di Woven Planet emanazione della Toyota.
Mappe e sistemi di navigazione accessibili su internet sono invece il campo d’azione di Here, erede di Navteq poi diventata Nokia Maps, infine battezzata con il nome attuale e ceduta nel 2015 a un consorzio costituito da Audi, Bmw e Daimler. Sono realtà importanti e spesso decisive per il futuro, ma destinate ad agire prevalentemente “dietro le quinte”, mentre ben maggiore sarà la visibilità delle nuove marche di auto, soprattutto (ma non solo) quelle cinesi sempre più presenti sui nostri mercati. Basti pensare a Koelliker, storico scopritore-importatore di nuovi “talenti” industriali, il cui portafoglio attuale comprende i brand Karma – proprietà cinese, ma produzione americana – Seres, Aiways, Weltmeister (marchio commerciale della WM Motors di Shanghai), oltre a Wuzheng e Maxus che con i veicoli a batteria a 3 e 4 ruote operano sul mercato dei commerciali leggeri. Né si può trascurare Great Wall, il più grande costruttore automobilistico attivo al di là della Grande Muraglia da cui ha mutuato il nome, che all’ultimo Iaa Mobility, il Salone di Monaco subentrato a quello di Francoforte, ha presentato due nuovi brand – Ora e Wey – pronti allo sbarco in Europa per presidiare con modelli elettrificati, dotati di intelligenza artificiale e di connettività 5G, una fascia di mercato superiore a quella, sostanzialmente low cost, in cui era finora presente.
L’esordio di Wey, che viene proposto come il brand premium del gruppo dal cui fondatore Jack Wey eredita il nome, trova espressione nel Coffe 01, un Suv ibrido lungo 4.870 mm, accreditato di 150 km di autonomia grazie al motore posteriore da 184 cv alimentato da una potente batteria da 41,8 kWh e abbinato a un motore termico 2.0 da 204 cv assieme al quale costituisce un sistema da 476 cv e 847 Nm di coppia. Il marchio Ora è partito invece con la compatta elettrica Cat, lunga 4.235 mm spinta da 171 cv e in grado di percorrere fino a 400 km prima di dover ricaricare la batteria. Da parte sua, XPeng Motors ha già annunciato i prezzi per i mercati europei più aperti nei confronti della mobilità a batteria (attorno ai 50.000 euro in Danimarca, Olanda e Svezia, circa 10.000 in meno nel caso della Norvegia grazie al miglior trattamento fiscale) della P5, berlina elettrica con 200 cv e 465 km di autonomia che per la lunghezza di 4.808 mm è ritenuta più vicina ai gusti europei della “sorella maggiore” P7, che la affianca nel listino assieme al Suv medio G3. Pronta allo sbarco in Europa, partendo sempre dai mercati del Nord, à anche l’americana Lucid con la sua lussuosa Air che nasce in Arizona. Resta da capire se il prezzo annunciato – 218.000 euro per entrambe le versioni, una orientata alle prestazioni, l’altra più attenta all’autonomia – rappresenterà una spinta o un freno alla diffusione di questo nome nel “nuovo mondo” automobilistico.