
Alonso scalda i motori. La sua Toyota TS050 in testa nel prologo della 24 Ore di Le Mans

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ROMA - Fernando Alonso ha ottenuto il miglior tempo nel prologo che precede la 86ma edizione della 24 Ore di Le Mans prevista il 16 e 17 giugno. Il pilota spagnolo ha fermato il cronometro su 3’19”066 distanziando di 614 millesimi la Rebellion motorizzata Gibson di Mathias Beche e di 831 millesimi l’altra Rebellion di Gustavo Menezes. I tre sono stati gli unici a scendere sotto i 3’20”, soglia che è stata mancata per 8 millesimi dall’altra Toyota TS050 guidata da Kamui Kobayashi, pole man lo scorso anno con un fantastico 3’14”781, che ha disintegrato il record della pista, e che aveva dominato anche il prologo con un 3’18”132.
Quasi pari anche in velocità. Più staccati sono stati gli altri alfieri delle Tre Ellissi, Buemi (3’20”766), Nakajima (3’21”016) e Conway (3’21”107) che precedono un altro pilota Rebellion ovvero André Lotterer (3’21”344), vincitore e Le Mans per 3 volte. Dietro di lui c’è Jose Maria Lopez (3’21”505) su Toyota che ha compiuto il maggior numero di giri (42). I tempi confermano, in base a quello che si era visto a Spa-Francorchamps, che tra le auto a motore convenzionale l’avversaria più temibile per le TS050 ibride è la Rebellion. A sorpresa invece, le velocità di punta sono state molto simili: Conway ha toccato i 338,1 km/h mentre la BR1 con telaio Dallara dell’ex campiona di Formula 1, Jenson Button, e di Orudzhev hanno raggiunto rispettivamente i 337 e i 336 km/h. A Spa invece le LMP1 non ibride erano state nettamente più veloci sfruttando al meglio la maggiore potenza dei motori termici in fase in allungo, quando i motogeneratori elettrici della Toyota invece sono a riposo.
L’allungo non è tutto. Per questo stesso motivo, le LMP2 sono state quasi altrettanto veloci: dietro le tre LMP1 ce ne sono ben 8 capeggiate dalla Oreca della G-Drive Racing di James Allen (336 km/h). La Toyota punterà sulla capacità di accelerazione fuori dalle curve, sulla trazione integrale e sulle doti del telaio: la dimostrazione è che Alonso ha fatto segnare “solo” 328,8 km/h e il miglior intermedio nell’ultimo settore, quando la pista comincia a girare di più. Le Oreca hanno anche dettato legge con il cronometro, ma la più veloce è stata quella del team Drangonspeed guidata da Nathanaël Berthon (3’27”228). Assai distante è Juan Pablo Montoya, uno dei grandi nomi presenti a Le Mans, con la sua Ligier della United Autosports con 3’32”363. Una conferma dei valori emersi a Spa-Francorchamps c’è stata anche per le GTE con un leggero predominio della Porsche sulle Ford GT.
Porsche domina la GTE, vicine le Ford. La più veloce delle 911 RSR è stata quella di Patrick Pilet (3’52”551), seguita da quella di Gianmaria Bruni (3’52”647) e di Makowiecki (3’52”791) che sono le uniche vetture della categoria ad aver infranto il muro di 3’52”. Andy Priaulx (3’53”008) è stato il più rapido su Ford GT che ha anche raggiunto la velocità più alta (298,8 km/h) pareggiando il compagno di team Stefan Mucke e precedendo altre due auto gemelle. La prima delle BMW M8 GTE è quella di Nicky Catsburg (3’53”946), la prima Chevrolet Corvette C7R è quella di Oliver Gavin (3’54”179) che si è piazzato poco dietro Sam Bird (3’54”137), il primo dei piloti una Ferrari 488 GTE che è penalizzata da un BoP (Balance of Performance) che ne ha aumentato il peso e diminuito la potenza. Ancora peggio è andata all’Aston Martin: la AMR più veloce, quella di Alexander Lynn, ha fatto segnare 3’57”488, confermando così le difficoltà mostrate già ad inizio stagione dalla nuova macchina.
Il 16 giugno batte Nadal. L’appuntamento ora è per il 13 e 14 giugno per le qualifiche ufficiali che si terranno sia nelle ore diurne sia in quelle notturne per fare in modo che i valori effettivamente importanti per la gara siano rispecchiati dalla media dei tempi cronometrati. Poi, alle ore 15 di sabato 16 giugno ci sarà il tennista Rafael Nadal a dare il via alla 86a edizione della 24 Ore di Le Mans.
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