
Aston Martin, la protagonista delle GT fa il salto nelle Hypercar. Il brand inglese punta ad inserirsi nella lotta per la vittoria assoluta

Aston Martin, nuova Vantage S è tutta da guidare. Con 680 cv scatta da 0 a 100 km/h in 3,4" e tocca i 325 km/h

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Il grande giorno è finalmente arrivato. Aston Martin torna a calcare il palcoscenico della 24 Ore di Le Mans per puntare alla vittoria assoluta. Quella tra la Casa inglese e la maratona francese è una storia che parte fin dalla notte dei tempi. Bisogna tornare indietro negli annali per arrivare all’edizione del 1959 quando a trionfare fu la DBR1 guidata da Roy Salvadori e Carroll Shelby. Tra alterne vicende, l’ultima apparizione di Aston Martin nella classe regina delle gare di durata risale al 2011 con la poco fortunata Lola LMP1. Il costruttore britannico aveva poi accarezzato l’idea di poter tornare nel Mondiale Endurance con il nuovo regolamento Hypercar. Il progetto Valkyrie aveva già iniziato a muovere i primi passi quando, nel 2020, fu bloccato per via di una ristrutturazione interna della divisione motorsport.
Mai del tutto sopito, il sogno di tornare a Le Mans è ora diventato finalmente realtà. Ma Aston Martin l’ha realizzato a modo suo. Infatti, a differenza delle altre Hypercar presenti in griglia, quella inglese è l’unica vettura sviluppata partendo da una versione stradale. Stiamo parlando della Valkyrie disegnata da Adrian Newey, tra i progettisti più vincenti della storia della Formula 1. Altra peculiarità della Hypercar inglese è che sarà l’unica al via di Le Mans a non disporre di un sistema ibrido. Ascoltare il suono del motore V12 aspirato da 6.5 litri scaricare tutta la potenza sul rettilineo dell’Hunaudières sarà un vero e proprio tuffo nel passato.
Dopo aver realizzato l’unità per la vettura stradale, la Cosworth è scesa nuovamente in campo per affinare ulteriormente il propulsore, che ora sprigiona 680 Cv per rientrare nei regolamenti del WEC. Oltre a sfruttare l’esperienza maturata in Formula 1, il reparto Aston Martin Performance Technologies è stato supportato dalla Multimatic Motorsport, azienda specializzata nelle vetture da competizione, per lo sviluppo e la realizzazione del telaio e delle sospensioni. Non per ultimo, la Valkyrie LMH ha subito un profondo lavoro sul fronte aerodinamico per migliorare l’efficienza della vettura e rendere più facile la sua manutenzione durante la gara. Il programma, estremamente ambizioso, ha quindi visto Aston Martin dividersi su due fronti. Conclusi i numerosi test di sviluppo, il team ufficiale The Heart of Racing ha quindi schierato due Valkyrie LMH nel Mondiale Endurance e una nella serie americana IMSA.
Il tanto atteso debutto è arrivato quest’anno in occasione della 1812 km del Qatar, primo appuntamento stagionale del FIA WEC. Pur pagando lo scotto del noviziato, incluso un ritiro, la Valkyrie ha mostrato subito un buon potenziale. Sfruttando il doppio impegno, sia il team che la vettura sono cresciuti tanto da conquistare l’ottavo posto nelle ultime due gare dell’IMSA. Aston Martin si presenterà al via della 24 Ore di Le Mans con due equipaggi estremamente competitivi. Sulla Valkyrie numero 007, un chiaro omaggio a James Bond, si alterneranno Harry Tincknell, Tom Gamble e Ros Gunn. Mentre sulla vettura numero 009 si daranno il cambio Alex Riberas, Marco Sørensen e Roman De Angelis. Non solo Hypercar, Aston Martin punterà al successo anche nella classe LMGT3 con due Vantage. La prima, schierata dalla squadra The Heart of Racing, vedrà alternarsi al volante Ian James, Zacharie Robichon e il nostro Mattia Drudi che lo scorso anno, guidando proprio una Aston Martin Vantage GT3, conquistò la 24 Ore di Spa-Francorchamps. Invece il Racing Spirit of Leman metterà a disposizione una GT inglese per il terzetto composto da Derek Deboer, Valentin Hasse Clot e il figlio d’arte Eduardo Barrichello.