La Suzuki Vitara

Suzuki, “piccolo” è bello: l’intera gamma è Hybrid

di Mattia Eccheli
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Suzuki non ha steccato al Festival di Sanremo, la popolare rassegna di cui è fornitore ufficiale di auto da qualche anno. In Italia i modelli della casa di Hamamatsu, che aveva esordito fabbricando telai tessili, viaggiano ormai esclusivamente in modalità ibrida. Tutti, nessuno escluso, anche se tecnicamente tre modelli sono ancora a listino. Il popolare Jimny, il Suv compatto a trazione integrale, esce di scena in Europa, anche se non è escluso che possa tornare a venire offerto in futuro. La Celerio e la Baleno, così richiesta in India (dove verrà fabbricata a marchio Toyota come Glanza) da indurre Suzuki a dirottare sul quel mercato la produzione, sono ormai disponibili in pochissime unità. La rapida ibridizzazione della gamma della casa nipponica è stata completata alla fine di gennaio con le varianti “mild hybrid” della Vitara e S-Cross. Una definizione che per Massimo Nalli, numero uno di Suzuki nel Belpaese, è sostanzialmente riduttiva: nel senso che la tecnologia è leggera, ma può essere in alcune circostanza anche più efficiente in termini di consumi complessivi rispetto a varianti “alla spina”.

«Vitara e S-Cross sono dotate del sistema Suzuki Hybrid, dotate di un motore elettrico ausiliario da 10 kW leggero e compatto che funge anche da alternatore e motorino di avviamento, geniale per la sua semplicità – spiega il manager - Il sistema consente di godere dei benefici del sistema ibrido in ogni condizione di utilizzo, senza bisogno di alcuna ricarica esterna. Grazie alla compattezza complessiva, Suzuki Hybrid è la scelta ideale per chi effettua percorsi non esclusivamente cittadini e limitati nel chilometraggio ma anche di tangenziale o extraurbani, con risultati medi anche migliori di quelli di soluzioni che sulla carta sono più efficienti, come i costosi ibridi plug-in, che richiedono lunghe ricariche dalla rete elettrica. È dunque importante conoscere le proprie necessità di guida per effettuare la scelta migliore».

Nell’ambito della cooperazione con Toyota, che controlla il 5% di Suzuki (quest’ultima ha lo 0,2% del colosso giapponese), entro la fine dell’anno arriveranno in Europa due nuovi modelli, naturalmente ibridi. I loro nomi sono ancora top secret ma si tratterà delle versioni a marchio Suzuki della Corolla station wagon e del Suv Rav4. Poiché anche in Italia la domanda di auto più ecologiche è in forte aumento, si tratta di una offensiva significativa. Anche perché la filiale nazionale della casa di Hamamatsu arriva da un 2019 archiviato con il miglior risultato di sempre della divisione Auto: 38.273 immatricolazioni, ossia una crescita di oltre il 16%. La penetrazione ha raggiunto il 2%, un livello mai raggiunto prima. La forza di Suzuki sta nella compattezza dei modelli in gamma (fra i 370 ed i 430 centimetri di lunghezza), ma anche nella disponibilità di una trazione integrale efficiente e nella veloce conversione ibrida.

Anche il prezzo è importante, perché, promozioni incluse, l’intera offerta è compresa fra i 13.800 euro della compatta Ignis ed i circa 21.000 della S-Cross. E la dotazione di serie include il pacchetto di sistemi di assistenza alla guida noti come Adas, che nel Belpaese Suzuki ha voluto ribattezzare in maniera chiara: AttentoFrena, GuidaDritto e via elencando. I motori ibridi sono il Dualjet da 1.2 litri da 83 cv e 107 Nm di coppia che equipaggiano sia la Ignis (fino a quasi 26 chilometri di percorrenza per litro) sia la Swift ed il nuovo Boosterjet da 1.4 litri da 129 cv e 235 Nm disponibile sulla variante Sport della stessa Swift e sui due Suv più grandi, Vitara ed S-Cross. Rispetto alla precedente unità, questa declinazione ibrida garantisce una riduzione dei consumi fino al 25%, come nel caso della Vitara a due ruote motrici.

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Martedì 31 Marzo 2020 - Ultimo aggiornamento: 17:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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