Una prima fila tutta rossa. Il rientro, dopo mezzo secolo, della Ferrari alla 24 Ore di Le Mans è pirotecnico. Antonio Fuoco conquista la pole position, davanti al compagno di squadra Alessandro Pier Guidi. C’è un altro sogno per Maranello. Che ha molte più possibilità di avverarsi che quello di vincere quest’anno il Campionato del Mondo di Formula 1. Sedici anni dopo l’ultimo trionfo di Kimi Raikkonen nel lontano 2007. Come ci può essere un qualcosa di paragonabile alla massima formula per il Cavallino, le monoposto più veloci del pianeta con i campioni più fuoriclasse? Hamilton e Verstappen, per intenderci, artisti del volante che non nascono in tutte le generazioni.
Domani, nel primo pomeriggio, scatta la 24 Ore di Le Mans, la corsa delle corse che in tempi recenti nel nostro paese non ha avuto il palcoscenico adeguato soltanto perché al via non c’era nessuno dei nostri bolidi. Ma il mondo è globale e non a tutte le latitudini è andata così. La 24 Ore non ha mai perso il suo fascino e americani ed orientali sono sempre venuti per cercare di strappare l’ambitissimo Trofeo ai padroni di casa europei che hanno fatto quasi sempre da padroni. Una specie di Coppa America al contrario che però si disputa tutti gli anni nei giorni vicini al solstizio, quando la notte è un lampo e le ore di luce tante e non ancora caldissime. Ma non è sempre stato così.
Quest’anno Le Mans festeggia il primo secolo di storia e nei primi quarant’anni i motori italici sono stati protagonisti assoluti, vincendo, Alfa Romeo e Ferrari, ben 13 edizioni. Prima il Biscione milanese, nell’epoca della Bentley e la Bugatti, con un poker consecutivo fra il 1931 e il 1934 quando a guidare lo squadrone rosso c’era il mitico Tazio Nuvolari. Poi, dopo la Guerra, con la Ferrari che di gemme consecutive ne inanellò 6, dal ‘60 al ‘65, portando il totale a 9. A quel punto si spense la luce nei prototipi. Prima ci fu la grande sfida persa con la Ford. Quindi, sul nascere del fenomeno Porsche (19 vittorie in totale, la prima nel 1970), l’ingegner Ferrari in persona disse basta per concentrare gli sforzi sulla F1 dove stava per sbocciare l’epopea di Niki Lauda.
Era il 1973, esattamente mezzo secolo di assenza interrotta quest’anno proprio per l’edizione del centenario. Maranello schiera per l’occasione due 499P che hanno esordito in questa stagione, ma sembrano in un ottimo stato di forma. La decisione di tornare sui propri passi l’ha presa il presidente Elkann quando era anche amministratore delegato ed è stata sposata con entusiasmo dal Ceo Benedetto Vigna. La gara appare ad una svolta epocale, non solo per il ritorno del Cavallino, ma anche per quello contemporaneo della Porsche e della Peugeot, oltre all’espansione della General Motors non più sazia per aver saccheggiato le GT con la mitica Corvette. I ragazzi di Detroit domani tenteranno l’assalto con tre prototipi Cadillac V-Serie.R.
Stoccarda, da parte sua, risponde con quattro 963, tre delle quali ufficiali del Team Penske che gestisce anche le vetture nel campionato americano IMSA. In questi giorni c’è grande fermento perché il fenomeno non si fermerà qui ed altri costruttori svelano i loro programmi. Nel 2024 sarà la volta della BMW che si sta allenando in IMSA e della Alpine (gruppo Renault) che proprio a La Sarthe svelerà il suo prototipo. Inoltre, il parco partenti si allargherà con Lamborghini e la milanese Isotta Fraschini che si aggiungeranno alle già presenti quest’anno Vanwall (una vettura) e Glickenhaus (due equipaggi). Ad ora la 24 Ore può vantare un parco partenti di 8 costruttori ufficiali nel 2024, un parterre da far invidia alla F1.
Il costruttore da battere, comunque, è la Toyota che è la regina in carica, avendo dominato le ultime cinque edizioni dopo aver tentato di vincerla per almeno un ventennio senza riuscirci. I giapponesi schierano un team affiatato e collaudatissimo e potranno contare sulla GR010 Hypercar ibrida che ha già dimostrato tutto il suo valore e, soprattutto, l’affidabilità. Escluse le belve di Nagoya tutti gli altri prototipi sono alla stagione di esordio e vetture come la Ferrari e la Peugeot non hanno mai disputato una 24 Ore in gara. Nelle qualifiche del mercoledì sera sono emerse le otto macchine ammesse per sfidarsi nella Hyperpole e che andranno ad occupare le prime posizioni sullo schieramento di partenza.
La Ferrari si è confermata la più veloce con 2 macchine in testa, seguita da le due Toyota, poi una Porsche, le due Cadillac e un’altra Porsche. Le prime sei vetture, in ogni caso, sono in soli 7 decimi su un giro da quasi 3 minuti e mezzo a 240 km/h di media (13,6 chilometri). È vero che la Ferrari torna dopo 50 anni con un mostro per la vittoria assoluta, ma il team AF Corse che, insieme a Maranello, gestisce le attività in pista ha un’esperienza invidiabile avendo partecipato sempre, e negli ultimi anni vinto spesso, con le eccellenti GT derivate di serie. Nella squadra italiana il pilota più noto è Antonio Giovinazzi attuale pilota di riserva per il Cavallino in F1 dopo aver corso per due stagioni con l’Alfa Romeo.