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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Leclerc guarda sconsolato i commissari che spostano la Ferrari fuori uso in Brasile

Ferrari, la sorte si accanisce contro Leclerc: «Vado a Lourdes...». Verstappen sempre più nella leggenda

di Giorgio Ursicino

Cronaca di una cavalcata annunciata. In Brasile Max Verstappen, per la prima volta nella storia della F1, supera i 500 punti in una sola stagione, vince il GP numero 17 in un anno e mette in bacheca il 52° trofeo in carriera, puntando Vettel che è a quota 53. La Ferrari di Leclerc, invece, beffata dell’affidabilità. L’olandese domina, ma non fa il cannibale. Non dà mai la sensazione che possa perdere il gradino più alto del podio, ma tiene sempre gli avversari a distanza di sicurezza. Che non abbia spinto al massimo lo conferma la prestazione del compagno Perez, non è sembrato un driver di un altro pianeta su una monoposto identica. Eccellente la gara di Norris, saldamente in seconda posizione dal semaforo alla bandiera a scacchi.

Ottima l’Aston Martin con Alonso sul podio ed un ritrovato Stroll in quinta posizione, davanti alla Ferrari di Sainz e l’Alpine di Gasly. Fantastica la performance di Fernando che è riuscito a tenersi dietro, per appena mezzo decimo, il messicano con una monoposto nel finale sicuramente più rapida. Le due vetture sono arrivate appaiate sotto la bandiera a scacchi e, per stabilire chi avesse dovuto festeggiare a champagne, c’è voluto il fotofinish. Giornata nerissima per la Mercedes che ha clamorosamente fallito proprio sul suo punto forte. La Freccia, quest’anno, non ha velocità di punta perché deve caricare di più le ali. E non è infallibile neanche sul giro secco. Sul passo gara e sulla gestione delle coperture, però, è sempre stata una garanzia.

La debacle di Interlagos è quasi sicuramente dovuta al weekend Sprint che lascia pochissimo tempo (solo un’ora) per effettuare dei collaudi prima di congelare gli assetti. In più c’era l’esperienza da Austin dove il sette volte campione del mondo, arrivato secondo dietro all’olandese, fu estromesso della classifica per «aver consumato troppo il pattino nel fondo della vettura». Con le auto ad effetto suolo si sa come funziona: un millimetro più basso e scatta l’effetto ventosa, uno più alto e scivoli come una saponetta. Sulla griglia montano tutti le rosse morbide ad esclusione della Williams di Sargeant. Gli unici ad averle nuove, però, sono Laclerc e Stroll che le hanno risparmiate nel corso del weekend e potrebbero avere un bel vantaggio in partenza.

Nel giro di schieramento succede il patatrac con la Ferrari del principino che, per scaldare le coperture, si appiccica al guardrail, mettendo fine a tutte le velleità di fare una bella gara. In realtà, Charles non ha nessuna colpa perché sulla SF-23 c’è stato un problema idraulico che ha, prima mandato in tilt il servosterzo, poi spinto in protezione la power unit, inchiodando le ruote posteriori senza lasciare scampo al pilota. «Così fa male, forse bisognerebbe andare a Lourdes...» ha dichiarato il monegasco scuro in volto. Quando si spegne il semaforo la prima fila interna è desolatamente vuota, la Ferrari è parcheggiata all’ombra, sotto gli alberi, sul prato. Il brasiliano “onorario” Hamilton, come nella Sprint, scatta come una molla è scavalca entrambe le Aston Martin che si avviavano davanti a lui.

Ancora meglio fa Norris che porta la sua McLaren addirittura alla spalle del poleman Verstappen guadagnando ben quattro posizioni. Magnussen e Albon si toccano nel breve rettilineo e finiscono all’esterno della prima curva, inondando l’asfalto di detriti e danneggiando, in parte, le barriere. Il direttore di corsa spedisce in pista la safety car, ma poi è costretto ad esporre la bandiera rossa ed interrompere la corrida per ripristinare le condizioni di sicurezza. I piloti rientrano in pit lane ed aspettano il nuovo via che viene dato dopo quasi mezz’ora. Alla seconda partenza Verstappen tiene la testa.

Lewis tenta di affiancare Lando che resiste e, nell’allungo successivo, viene infilato dalla “verdona” di Fernando. Russel è quinto, Perez sesto, Stroll settimo e solo ottavo Sainz. Nei primi giri la McLaren attacca senza timore riverenziale la RB del cannibale, dietro ad Hamilton tutto il gruppone ha il Drs perché è estremamente compattato. Checo infila, prima Russell e poi Hamilton e al 19° giro le Mercedes sono le prime a fermarsi per il pit stop. Seguono tutti gli altri e passano alla gialle medie. Le Mercedes, forse per la prima volta quest’anno, non hanno ritmo in gara e devono pian piano arrendersi, oltre alle RB e alla McLaren, anche alle Aston Martin. Al 28° giro tutti hanno effettuato le sosta per il cambio pneumatici. Con le gomme gialle la Ferrari vola, gira sui tempi dei primissimi e va a prendere ed infila la due Mercedes salendo al sesto posto.

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Lunedì 6 Novembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 08-11-2023 12:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA