Un approccio alla BMW. Fulmineo, ma ragionato. Che riporta la prestigiosa casa di Monaco al vertice del motorsport mondiale. A competere nella categoria più promettente, sia come protagonisti in campo che come capacità di coinvolgere il pubblico. In realtà, la storia sportiva dei bavaresi risale a prima della “Seconda Guerra” con la splendida 328, piccola ma in grado di dominare nella sua classe a Le Mans e, addirittura, l’assoluto alla Mille Miglia, ovvero le corse in circuito e su strada più ambite nella storia dell’automobile. Il gioiellino, plasmato in Germania, era molto originale: compatto (lungo meno di 4 metri), molto aerodinamico, leggero (pesava meno di 800 chili) e spinto da un’opera d’arte della meccanica.
Sotto il cofano era posizionato un 6 cilindri in linea, che esaltava la tradizione aeronautica dell’azienda con una cilindrata contenuta. Ebbene quel cuore di 1971 cc erogava solo 80 cavalli e spingeva l’auto a 150 orari. La velocità massima coincideva con l’andatura di “crociera” e, sia alla 24 Ore che alla Freccia Rossa, lasciò tutti di stucco per la sua straordinaria affidabilità, dote non scontata in quell’epoca. Percorse oltre 3.000 chilometri, dominando la categoria e piazzandosi quinta assoluta a soli 10 giri dalla poderosa Bugatti Type 57 che, con un 8 cilindri 3,3 litri sovralimentato, aveva il doppio della potenza e sfiorava i 200 all’ora. Alla MM, la 328, coprì gli oltre 1.500 chilometri di un anello composto da 3 rettilinei fra Brescia, Cremona e Mantova (percorso particolare per la Guerra) alla pazzesca velocità media di oltre 140 km/h.
Primato mai più battuto, neanche dalle potentissime Mercedes e Ferrari. Ma la tradizione del motorsport BMW ruggisce soprattutto nel Turismo, la vetture da corsa derivate dalla serie. In questo campo, si può dire senza timore di essere smentiti, la Casa è stata a lungo un’eccellenza globale dominando le scenario Mondiale, Europeo e dei singoli campionati nazionali. Basta sfogliare il curriculum del pilota italiano Roberto Ravaglia che ha corso tutta la carriera con la BMW per capire di cosa si tratta. Epiche anche le sfide nei Prototipi culminate con il successo sul circuito di La Sarthe con Martini-Dalmas-Winkelhock. Proprio dai prototipi riparte l’impegno in grande stile. Lo scorso anno la casa di Monaco ha annunciato che la sua nuova belva in gestazione avrebbe partecipato nel 2023 al campionato americano IMSA (a cui il brand è legatissimo) per poi esordire nel 2024 anche nel WEC e, quindi, alla 24 Ore di Le Mans.
Gli organizzatori americani e mondiali, infatti, dopo decenni di tentativi si sono messi d’accordo e le vetture dei due mondi potranno correre insieme senza nessun adattamento. A Daytona e Le Mans, così come a Monza e a Sebring. L’accordo ha attirato un numero di costruttori mai visti tutti insieme e per sfidare la Toyota che domina la 24 Ore francese sono tornate a correre Porsche e Ferrari, Peugeot e Cadillac. Stanno scaldando i motori BMW e Alpine (gruppo Renault) ai quali si aggiungeranno la Lamborghini e il mito milanese dell’Isotta Fraschini. La BMW ha fatto vedere per la prima volta la sua M Hybrid V8 esattamente un anno fa, appena era stato acceso il motore P66/3 che spinge la vettura.
Dopo appena sei mesi, a gennaio di quest’anno, la M Hybrid V8 ha esordito alla 24 Ore di Daytona e già nella gara successiva a Sebring (12 Ore) la BMW ha sfiorato il trionfo chiudendo al secondo posto a meno di 3 secondi dalla Cadillac padrona di casa. Dalla Florida alla California, ancora meglio le cose sono andate a Long Beach dove a passare per prima sotto la bandiera a scacchi è stata la Porsche 963 con la BMW in scia, a meno di un secondo. Il 12 maggio a Laguna Seca l’ultima esibizione prima di Le Mans dove la M Hybrid V8 ha chiuso quinta a poco più di venti secondi dal vincitore.
Una partenza lanciata per l’astronave bavarese che ha ancora un anno di “allenamenti” per assaltare Le Mans con un solo obiettivo: lottare per il Trofeo. Bellissima la silhouette. Ancora più attraente la livrea tutta dedicata ai colori del marchio e all’anniversario del mezzo secolo della Divisione Motorsport. Intrigante la genesi del V8, un fulgido esempio di economia circolare per ottenere il meglio tenendo sotto controllo i costi.