Un Gran Premio diviso i due parti. Anzi, una doppia gara in un solo pomeriggio. La corrida austriaca, al Red Bull Ring di proprietà della squadra che sta uccidendo il Campionato, ha emesso i suoi verdetti. Il cannibale olandese e il suo intero team continuano a fare corsa a sé, lasciando ben poco agli avversari. Nel confronto fra i comuni mortali, invece, è tornata a ruggire la Ferrari, portando la vettura di Charles al secondo posto ed entrambe le SF-23 fra le prime quattro. La conferma che, con gli ultimi sviluppi portati, il Cavallino sia tornato seconda forza è evidente, con una buona performance di entrambi i piloti. Certo, scattare nelle prime posizioni aiuta, ma la Rossa di qualche mese fa sarebbe scivolata indietro, scavalcata, oltre che da Aston Martin e Mercedes, anche dalla McLaren di Norris apparsa in versione “B”.
Il Cavallino, per la seconda volta in gara dopo il Canada, anche in Stiria ha dimostrato, come ha sempre sostenuto Vasseur, che «un bolide veloce in qualifica deve esserlo anche in gara». Basta trovare gli equilibri giusti, avere feeling con le Pirelli ed essere in grado di avere un passo sulla distanza all’altezza delle ambizioni. Ieri la Scuderia ha dimostrato che, almeno a Zeltweg, anche in gara, di essere un passettino avanti a tutti gli altri, esclusa la Red Bull. E la squadra dei bibitari ha alternato le posizioni con l’ingegneria made in Italy sotto alla bandiera a scacchi: Verstappen, Leclerc, Perez e Sainz. Solo dopo, l’ottima McLaren di Norris, l’Alpine di Alonso meno graffiante del solito e le due Mercedes che hanno schierato il passo del gambero.
La sfida è stata caratterizzata da una violazione continua dei track limits e, dopo le molte penalizzazioni in qualifica e gara, i commissari hanno accolto il reclamo dell’Aston di spulciare meglio fra i 1.200 giri cancellati per essere andati oltre i cordoli. Le ulteriori penalizzazioni affibbiate hanno fatto perdere a Sainz e Hamilton due posizioni, mentre Norris, Alonso, Russell ne hanno guadagnata una ciascuno. Sui verdi allunghi alpini, la terza forza è apparsa la creatura di Woking che, in un sol colpo, ha scavalcato l’Alpine, la Aston e la Mercedes. E, dal GP d’Inghilterra darà la belva ispirata alla Red Bull anche al giovane australiano Piastri. Tornando ai fuoriclasse il loro margine resta intatto. Anzi, il cannibale mai sazio dà l’impressione di avere ancora delle cartucce in saccoccia: come gli altri si avvicinano, lui spinge ancora.
Dopo aver umiliato il compagno Perez nella gara Sprint, ieri gli ha tolto il punticino del giro veloce proprio a l’ultima tornata, rientrando ai box per montare le rosse soft. Una dimostrazione di forza non indifferente perché un inutile ingresso in pit lane può farti perdere una corsa vinta prima di partire. Il team di Chris Horner ha vinto tutte le 9 gare finora disputate e non si vede chi possa interrompere il dominio. L’infallibile ha trionfato in 7 occasioni, le ultime 5 di fila. Max ha 229 punti in classifica, 100 in più del primo vero rivale che è l’esperto Fernando. Ancora più profondo il baratro nella classifica Costruttori: 377 punti, più del doppio della casa di Stoccarda che è a 178. Questo lo scenario globale.
Veniamo ora ad interpretare gli umori della nazionale rossa, portavoce del made in Italy oltre che squadra più blasonata del mondo, proprio in Austria all’800° podio, circa il doppio della McLaren. In Austria c’era il presidente Elkann e questo non è certo un caso. Escluso Monza e Montecarlo, John non va spesso ai GP. Era quindi il momento di una piccola svolta. I tecnici erano sicuri che gli aggiornamenti avrebbero funzionato e il passo avanti non dovrebbe essere seguito da mezzo indietro. Frédéric Vasseur, intanto, sta dominando la classifica dei team principal più simpatici, smentendo clamorosamente le voci di essere un duro anche un po’ spigoloso. Forse in privato il suo sguardo sarà un po’ diverso, ma la puntualità e il sorriso che sfoggia davanti alle telecamere è invidiabile, tenendo la squadra sempre in pugno.
Cosa non proprio facile perché i due galletti, sempre molto educati, non sembrano avere un rapporto idilliaco. Tutto è nato due anni fa, quando Carlos all’esordio in rosso fece meglio di Charles. Poi lo scorso anno le pretese, neanche troppo velate del monegasco di pretendere i galloni di prima giuda. A Zeltweg è stato il ragazzo di Madrid a buttare benzina sul fuoco, anche se ha il rapporto a caldo con le parole molto più raffinato. Ad inizio gara Carlos ha ripetuto che poteva andare più forte, senza chiedere di poter attaccare Charles. Poi, ha fatto una gara tosta, finita al quarto posto per una penalizzazione e per le strategie.
In cuor suo riteneva che il secondo posto gli apparteneva, ma non era il caso di esternarlo in modo tanto plateale. Quasi un piccolo attacco al muretto come in passato a fatto il principino. «È frustante, non posso essere contento. Sto guidando molto bene e ho feeling con la vettura. Ho attaccato e mi sono difeso, il risultato non è all’altezza...». Può darsi, se lo avessero fatto passare forse sarebbe andata diversamente. Ma Fred ha fatto bene a chiedere, ancora una volta, ai piloti di collaborare. Anche perché entrambi i contratti devono essere rinnovati.