MILANO - Due ministri del Governo italiano, cinque europarlamentari e importanti rappresentanti della filiera italiana si sono confrontati sul futuro della mobilità sostenibile, nella due giorni di dibattiti meneghina di # ForumAutoMotive. Ne è emerso un quadro in evoluzione, dove nel rigorismo elettrico di Bruxelles dei mesi passati si aprono spiragli di novità, legati alla diversificazione, per un ipotizzabile futuro di decarbonizzazione più equilibrato, che tenga presente delle peculiarità dei diversi Paesi dell’Unione. Nel messaggio di saluto per l’apertura dei lavori, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha evidenziato il cambio di mentalità in corso in Europa, emerso dall’approvazione delle normative anti inquinamento Euro 7 per i veicoli. «Un testo profondamente migliorato - ha sottolineato il Ministro - rispetto alla proposta iniziale della Commissione. Una visione concreta, realistica e pragmatica che grazie anche al lavoro dell’Italia ha visto convergere una maggioranza di Stati. Un successo che riconosce il principio di neutralità tecnologica e contempla soluzioni diverse dall’elettrico per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero. Questo apre alla possibilità di esplorare alternative come i biocombustibili e gli e-fuels».
Un concetto ribadito dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel suo intervento in collegamento video dalla Sicilia: «Valutiamo realisticamente le emissioni prodotte dalle diverse tecnologie per capire concretamente come raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione. Non vanno scartati a priori carburanti non derivati dal petrolio. La nostra politica, dopo un’ondata di ideologia, si sta confrontando con la realtà. Esistono ancora opinioni molto diverse tra i differenti Paesi». Variegate le posizioni parlamentari europei intervenuti. Patrizia Toia (Pd), ha detto: «Vanno sostenute politiche industriali che supportino la transizione che non è rinviabile». Paolo Borchia (Lega), ha evidenziato: «Sull’elettrico l’Europa sconta un evidente svantaggio competitivo». Massimiliano Salini (Forza Italia), ha chiarito «Vanno create le condizioni concrete per una mobilità sostenibile». Per Mariangela Danzì (5 Stelle) «Va costruito un fondo sociale che possa supportare questa sfida». Infine, Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), ha anticipato: «La settimana prossima voteremo sulla CO2 dei veicoli pesanti e poi successivamente sulla qualità dell’aria. Abbiamo combattuto per la neutralità tecnologica e contro le dipendenze strategiche sull’elettrico».
Hanno fornito contributi di riflessione vari esponenti della filiera automotive italiana, tra cui Michele Crisci, presidente di Unrae («Pianificare gli interventi in vista degli obiettivi»), Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto («Dobbiamo pensare a una transizione che sia davvero sostenibile») e Roberto Vavassori, presidente Anfia («Dobbiamo sdoganare i biocarburanti, banditi per una questione ideologica»). In questo quadro in fermento, la gente, alle prese con la crisi economica, è incerta sul da farsi. Secondo i dati diffusi da Dario Duse di AlixPartners,: «In Europa l’elettrico tocca quota 13%, in Italia siamo sotto il 4%. Il costo di produzione delle vetture resta elevato. Sul fronte delle strutture di ricarica servirebbero 18 miliardi di investimenti a livello europeo. Intanto, nel giro di due anni la Cina è passata da quinto a primo produttore mondiale. La quota di vetture cinesi in Europa raggiungerà il 6-8% entro il 2026.». Nella seconda giornata di # ForumAutoMotive, sono state affrontate anche tematiche legate alla sicurezza e alle modifiche al Codice della Strada, con interessanti confronti su come affrontare il problema dell’educazione dei giovani alla guida ed è stato consegnato il premio Sicurezza Dekra 2023 a Camillo Mazza, general manager di Bosch Italia.