Auto nuove in attesa di distribuzione

Unrae, mercato auto Italia rischia di finire in Serie B. Superati nell’elettrico da Paesi con Pil pro capite più basso

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«L’Italia registra un forte ritardo nel programma di transizione energetica. E non possiamo appellarci solo alle pur innegabili problematiche reddituali del nostro Paese, considerato che il Regno Unito, con un Pil pro capite a parità di potere di acquisto in linea con quello italiano, ha una percentuale di Bev quattro volte superiore. Ma anche Paesi con Pil pro capite a parità di potere di acquisto ben inferiore al nostro presentano una quota di Bev superiore: è il caso del Portogallo al 17%, della Romania al 10,6%, della Slovenia all’8,5%, della Lituania al 7,3%». Lo sottolinea il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinali. «Ci sono dunque altri fattori dietro il nostro ritardo, da quelli culturali a quelli infrastrutturali, passando per la imperante disinformazione» aggiunge Cardinali che ribadisce la richiesta dell’Unrae di «correggere l’attuale schema degli incentivi per le fasce 0-60 g/Km, che non sta funzionando, tant’è che a fine anno avanzerà il 72,5% dei fondi. Occorre includere tutte le persone giuridiche ripristinando l’importo integrale del bonus; eliminare il price cap o almeno riportarlo ai limiti precedenti tenendo conto dell’inflazione e aumentare i contributi unitari». Una volta rettificato lo schema incentivi, l’Unrae chiede poi di riportare al 2024 i fondi inutilizzati 2022-2023 (circa 600 mln) sulle prime due fasce 0-20 e 21-60 g/Km di CO2. «Se non spingiamo il piede sull’acceleratore per accogliere le nuove tecnologie, rischiamo di diventare un mercato di serie B per le case automobilistiche, privo di attrattiva per gli investitori esteri, che troveranno accoglienza in tutti quei Paesi che invece stanno guidando la transizione in modo spedito» conclude Cardinali. 

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Mercoledì 20 Dicembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 21-12-2023 18:31 | © RIPRODUZIONE RISERVATA