Enzo Panacci (ad Isotta Fraschini)

Enzo Panacci, ad Isotta Fraschini: «Il brand rappresenta il vero Made in Italy nelle corse»

di Michele Montesano
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Negli anni ’20 rappresentava lo stato dell’arte dell’automobile, l’Isotta Fraschini era conosciuta in tutto il mondo per la sua eleganza e la sua tecnologia. Le vetture realizzate nello stabilimento di via Monterosa a Milano erano simbolo di esclusività e potere, apprezzate dal Papa, dai sovrani e dai divi di Hollywood. Non solo lusso, Isotta Fraschini era sinonimo anche di competizioni e storiche imprese. Poi il lento e inesorabile declino fino alla chiusura nel secondo dopoguerra.

Dopo vari avvicendamenti, e tentativi vani di riportare in vita il glorioso marchio, ci sono voluti oltre 70 anni per rivedere una vettura con il simbolo della “Vittoria alata” tornare a calcare l’asfalto di una pista. Un gruppo di appassionati e visionari imprenditori ha deciso di ridare lustro e scrivere un nuovo capitolo della storia della Casa meneghina. A raccontarci com’è nata e come si sta sviluppando quest’avventura è stato Enzo Panacci, Amministratore Delegato di Isotta Fraschini.

Cosa vi ha spinto a ridar vita a un marchio così storico ma, al contempo, da così tanto tempo inattivo?

«Isotta Fraschini ha prodotto auto fino al 1949 poi, anche nel recente passato, ha avuto più di qualche vicissitudine. Ciò nonostante è rimasto un marchio nella memoria di tutti gli appassionati. Anche per questo, al momento di creare il progetto LMH per il Mondiale Endurance, si è deciso di puntare su una Casa che gode tuttora di una storia e un’appeal molto forte non solo in Italia ma anche all’estero».

Perché la scelta di far rinascere Isotta Fraschini partendo dalle corse?

«Le corse fanno parte del DNA del marchio, lo stesso Enzo Ferrari conquistò il suo primo podio nella Parma-Poggio di Berceto al volante di una Isotta Fraschini. Le gare sono da sempre un grande campo di sperimentazione: tutte le più grandi innovazioni provengono dalle competizioni. La scelta è ricaduta anche per rinforzare ulteriormente la storia di Isotta Fraschini dimostrando la tecnologia e l’affidabilità delle nostre vetture. Non per ultimo, un’auto vincente è anche un’ottima pubblicità».

Come mai la scelta di puntare su una LMH anziché una più economica LMDh?

«È stata una scelta di base in cui abbiamo deciso di costruire una vettura totalmente nostra. Il regolamento LMDh invece prevede di utilizzare telai di altri fornitori e componente ibrida standard. Anche se la sfida è più difficile, si è deciso di puntare su una vettura che rappresenti il vero Made in Italy. Per questo ci siamo affidati alla Michelotto Engineering per l’intera progettazione, realizzazione e sviluppo».

Quanto è cambiata la vettura dalla sua prima uscita ad oggi?

«All’esterno poco. Il vero lavoro è stato fatto sotto la carrozzeria in particolare sul lato software. Far dialogare l’ibrido, tra propulsore endotermico e motore elettrico, non è affatto facile. Oltretutto il regolamento prevede che in marcia la vettura non possa superare gli 800 Cv, quindi bisogna gestire e bilanciare la potenza dei due motori. Stiamo parlando di vetture paragonabili a delle Formula 1 per quanto riguarda l’alto livello di sofisticazione».

Oltre alla Tipo 6 LMH Competizione avrete recentemente presentato anche la variante Pista, per i track day, che differenze ci sono tra le due auto?

«Attualmente le due vetture sono molto simili. Una delle ragioni per cui cerchiamo di tenerle allo stesso livello è affinché il proprietario della versione Pista possa guidare una vera auto da corsa. Vogliamo offrire qualcosa di esclusivo dove chi la guiderà si sentirà al volante di una Hypercar, anche per questo saranno affiancati da piloti professionisti in veste di istruttori».

In che modo seguirete i clienti che acquisteranno la Tipo 6 LMH Pista?

«Ci sono due possibilità. La prima è di organizzare eventi esclusivi per il cliente, in cui è tutto sotto la nostra gestione e gli uomini della Michelotto Engineering a partire dalla pista, passando per la logistica, fino all’assistenza tecnica della vettura. Un’altra opzione è correre in eventi realizzati da strutture esterne come la GT1 della SRO in cui scendono in pista diverse Hypercar. Infatti, proprio in occasione della gara del Paul Ricard del campionato GT1, abbiamo svelato al pubblico la nostra Tipo 6 LMH Pista».

Quante Tipo 6 LMH Pista pensate di produrre?

«Saranno realizzati solamente 25 esemplari nel giro di tre anni, molto dipenderà anche dalla cadenza degli ordini. Il prezzo base è stato fissato a 2.750.000 euro poi il cliente entro certi limiti, perché parliamo pur sempre di una vettura da gara, potrà richiedere delle personalizzazioni. Ad oggi la vettura ha suscitato molto interesse e non può far altro che inorgoglirci».

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Giovedì 3 Agosto 2023 - Ultimo aggiornamento: 23-09-2023 12:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA