CANNES - In vista dell’overture del 12 settembre abbiamo rivolto a Sylvie Ernoult, direttrice del Salone di Cannes, alcune domande sull’evento che aprirà la stagione fieristica autunnale. La manager francese ha illustrato la situazione a 360 gradi, ma su un aspetto si è soffermata con particolare attenzione. “Il ruolo dell’Italia – ha detto - sarà molto importante. Qui in Costa Azzurra si respirerà l’aria della Dolce Vita”. Ecco, qui di seguito, l’intervista, che tuttavia apre focus anche su altri aspetti, a cominciare dalla situazione della nautica “padrona di casa”.
Come vanno le cose in Francia? Qual è, alla vigilia del vostro salone più importante, la situazione del mercato locale e quali sono le tendenze?
“ll mercato nautico francese è florido. C’è stato un profondo cambio di paradigma dopo il Covid. Prima della crisi sanitaria, in generale, i clienti scoprivano il piacere del mare in modo evolutivo e imparavano gradualmente la navigazione su imbarcazioni di dimensioni sempre più grandi. Dopo il Covid, il mercato della nautica da diporto ha visto l’arrivo di clienti abbienti che richiedevano subito gli yacht, senza precedenti esperienze su unità più piccole, con il solo desiderio di isolarsi sull’acqua, di evadere, di trovare tranquillità”.
E i cantieri francesi hanno risposto prontamente?
“No. Come in altri paesi, Italia compresa, negli anni 2021 e 2022 si sono verificati problemi di approvvigionamento e produzione, i cantieri non erano più in grado di far fronte alla domanda. Dall’inizio del 2023 sembra che quest’ultima stia rallentando e che la situazione stia rientrando nella normalità”.
Quanto incide la presenza di cantieri italiani nel vostro Salone?
“Incide molto. Gli italiani occupano un posto molto importante qui a Cannes. La loro produzione di barche è la maggiore al mondo perché i loro cantieri sono spesso grandi aziende che producono molte unità”.
Può darci dei numeri sulla presenza del Made in Italy?
“Più del 40% delle imbarcazioni esposte al salone, sia a terra che in acqua, sono italiane. Si segnalano sia i produttori di grandi yacht, come Azimut-Benetti, Baglietto, Ferretti Group, Sanlorenzo… sia i cantieri che si dedicano alla produzione di unità più piccole. Un settore, questo della “piccola nautica”, in cui il Made in Italy è leader mondiale, e qui a Cannes rappresenta quasi il 70% del comparto, con i gommoni in primissimo piano”.
E le altre nazioni?
“Il nostro è un salone internazionale, e dunque è forte e qualificata anche la presenza di altre nazioni, con numerosi marchi di varia provenienza che possono vantare talento e know-how con delle belle unità. Francesi, inglesi, tedeschi e olandesi, tra gli altri, non hanno di che vergognarsi in termini di produzione. E comunque il visitatore dello Yachting Festival di Cannes sa molto bene che da noi viene esibita la migliore selezione mondiale dello yachting”.
Nella vela, però, comandate voi francesi. Vero?
“Sì, noi siamo leader, ma non bisogna dimenticare la presenza sempre più importante degli italiani anche in questo settore. Noi francesi rappresentiamo oltre la metà delle barche a vela esposte a Port Canto, ma la presenza italiana è quantificabile in un 15% del totale. Se a tutto ciò aggiungiamo il settore dei produttori di attrezzature per la nautica, si avrà ancor più chiaro quanto importante sia la presenza del vostro paese nel nostro salone”.
Questa massiccia presenza di italiani si manifesta anche tra i visitatori?
“Assolutamente sì. La vicinanza di Cannes al confine italiano porta inevitabilmente a un gran numero di visitatori italiani. In certe corsie sembra quasi di essere in Italia!”
In Italia si discute molto della transizione ecologica, e sia pure a piccoli passi avanza l’innovazione tecnologica mirata ad abbattere le emissioni nocive e a salvaguardare l’ambiente marino. Anche in Francia?
“Certo che sì. C’è una reale consapevolezza del problema e molti cantieri navali, produttori di motori e di attrezzature stanno facendo rotta verso l’eco-responsabilità. Sono in atto grandi sforzi per sviluppare una nuova gamma di imbarcazioni più eco-efficienti, compatibili con la riduzione delle emissioni di CO2. Di tutto ciò si avrà prova nel nostro salone, con l’esposizione di motori elettrici, ibridi o a idrogeno. Alcuni – aggiunge la manager francese a capo dell’organizzazione – sono ancora allo stadio di prototipo, altri già in funzione. Il nostro ruolo è quello di accompagnare i nostri espositori in questa evoluzione aiutandoli a mettere in risalto le nuove creazioni più ecologiche. Siamo consapevoli che la strada è ancora lunga, ma dovremo continuare in questa direzione”.