PORTO VENERE - Da qualche tempo i progettisti di barche per la nautica da diporto si sono intestarditi nel proporre soluzioni stilistiche non convenzionali, alla ricerca di scoop fatti di improbabili prue e strani layout, magari anche utili a guadagnare spazio e comfort, ma non sempre coerenti con la straordinaria tradizione del design Made in Italy. Insomma, originalità, funzionalità e modernità non sempre vanno d’accordo con lo stile e l’eleganza tipici della nostra tradizione. Per fortuna, però, c’è ancora qualcuno propenso a innovare salvaguardando comunque il gusto del bello. E’ il caso di Azimut, che ha appena presentato in videoconferenza (la pandemia da Covid 19 non consente altre formule) il nuovo Azimut 53, yacht un soffio più corto di 17 metri (16,78) con baglio massimo di 4,95, destinato a recitare un ruolo da protagonista nel segmento di mercato dei flybridge di fascia media, un settore nel quale il cantiere della famiglia Vitelli è da sempre protagonista.
Certo, non parliamo di un possibile “patrimonio dell’umanità”, come il luogo in cui la barca è stata presentata (la deliziosa Porto Venere, cittadina ligure all’estremità del Golfo dei Poeti), ma sicuramente si tratta di una barca bella, spaziosa e smart, giustamente definita dal cantiere “perfetta per la famiglia”, così come lo sono state in passato tante imbarcazioni di Azimut Yachts. Nella valutazione – vale la pena osservarlo – ci sta pure la prorompente voglia di barca emersa negli ultimi mesi a causa dei rischi di contagio legati alle vacanze tra la folla. Per chi può (non tanti, purtroppo) programmare weekend e vacanze in barca si profila, dunque, quasi come una liberazione. Se a questo aggiungiamo la qualità del prodotto, si avrà chiaro il motivo dell’ottimismo che aleggia in casa Azimut.
Il design esterno del nuovo 53 è opera di Alberto Mancini, che continua il percorso di ricerca avviato con il cantiere di Avigliana sui più recenti modelli delle collezioni Flybridge e S. E, proprio come sulla linea S, anche in questo caso è stata data particolare importanza alla fluidità del disegno, compito non facile quando si tratta di barche con il fly. “Ho sfruttato il concetto di architettura orizzontale, di modo che il flybridge s’integrasse agilmente e componesse un tutt’uno con il resto della barca” ha spiegato il designer di fiducia di Giovanna Vitelli illustrando il concetto di “tensione armonica tra tecnologia avanzata e architettura”. E ha aggiunto: “Le proporzioni tra scafo, coperta e fly sono perfette, è come se avessimo un flybridge flottante, che dà leggerezza e conferisce un aspetto dinamico, filante e pulito all’insieme”.
Stile slanciato a parte, il flybridge dell’Azimut 53 si fa apprezzare anche per gli allestimenti, che prevedono, oltre alla postazione di guida (supplementare rispetto a quella interna), un grande spazio prendisole verso prua con cuscinerie di qualità (così come quelle della zona di prua sottostante) e uno straordinario “salotto panoramico all’aperto” verso poppa, dove si fanno apprezzare un tavolo alza-abbassa ripiegabile e un grande divano con almeno 10 posti a sedere. Se a tutto ciò aggiungiamo il cucinotto esterna attrezzato per il barbecue e un mobile bar si avrà chiaro il quadro di uno spazio all’aperto presumibilmente godibilissimo.
Anche la zona sottostante del pozzetto è stata concepita per ottimizzare lo sfruttamento degli spazi all’aperto e la comodità di movimento a bordo. Con una sola scala di collegamento alla piattaforma bagno il divano a L si allunga e aumenta di profondità per risultare più confortevole, mentre l’accesso alla zona storage esterna (o cabina equipaggio) può avvenire direttamente dallo specchio di poppa. Un altro mobile bar con ice-maker e abbattitori per bottiglie completano il setting.
Gli interni, eleganti e dallo stile contemporaneo, sono firmati dall’Ufficio Stile Azimut, che ha lavorato con l’obiettivo di realizzare qualcosa di perfetto per le famiglie che intendono “vivere la barca” organizzando lunghi soggiorni a bordo in piena comodità. L’obiettivo è stato centrato sfruttando la straordinaria esperienza accumulata negli anni e le capacità d’innovazione. Basti dire, in proposito, che la zona giorno, già di proporzioni generose, è disposta quasi su un unico piano: la cucina, posta all’ingresso, e la zona living sono infatti separate da un dislivello di appena 25 centimetri e il senso di ariosità e di libertà di movimento si profila sorprendente. Il tutto viene tra l’altro esaltato dalle vetrate laterali che, superata la zona d’ ingresso, corrono ininterrotte fino al parabrezza, senza la presenza di montanti. In questo modo la luce naturale e la vista del mare diventano protagonisti indiscussi, aggiungendo piacevolezza al soggiorno a bordo.
Il responsabile marketing di Azimut, Federico Lantero, ha tenuto a ricordare che “tutto è stato studiato nei minimi dettagli per garantire funzionalità, comodità e durabilità nel tempo”. E in effetti la disposizione degli spazi interni è la prova di un’apprezzabile continuità con il lavoro fatto in un recente passato su altre barche del cantiere. Le cabine sono tre, due i bagni. L’area riservata all’armatore si trova a centro barca; la cabina VIP a prua. La terza cabina a letti gemelli porta il totale a 6 posti letto, cui si aggiunge l’alloggio marinaio con servizi igienici autonomi.
Gli spazi storage della suite sono molto ampi, con una cabina armadio perfettamente attrezzata alla quale si aggiunge una seconda colonna storage, oltre ai mobiletti a mezza altezza lungo la murata destra e allo spazio aggiuntivo sotto il letto per riporre gli oggetti più ingombranti. Comodi anche i comodini con apertura dal piano d’appoggio, che li trasforma in piccoli ripostigli.
Quanto alla cabina VIP – vale la pena sottolinearlo – si profila particolarmente agevole, molto al di sopra della media di mercato in termini di offerta di spazio e passaggio tra letto e paratia. Grazie ad un attento studio progettuale, inoltre, nella lobby è stata installata una lavasciuga con ampio spazio di stivaggio, senza sottrarre superficie alla terza cabina. Se un difetto si può riscontrare (ma lieve e inevitabile) è la discontinuità dello spazio in altezza, che condiziona un po’ i movimenti nella cabina armatoriale. Ma non dobbiamo dimenticare che parliamo di una barca di 16 metri, non certo di un super yacht.
Per la motorizzazione è stato scelto il sistema propulsivo Volvo Penta, ovvero due IPS 950 per 725 hp, che consentono di tenere basso il baricentro, di ridurre le esigenze di spazio della sala macchine e di facilitare le manovre. Così equipaggiato l’Azimut 53 può raggiungere la velocità massima di 31 nodi, mentre l’andatura ideale di crociera è attorno ai 26/27 nodi. Il serbatoio del carburante ha una capienza di 2400 litri e, secondo le informazioni del cantiere, i consumi non sono elevati. 590 litri la capienza del serbatoio acqua.
Non comunicato ufficialmente il prezzo, ma considerando che il predecessore AZ 55 Fly costava 1.342.000 euro (IVA inclusa), è presumibile che il nuovo 53 Flybridge non costerà meno.