VENEZIA - Il successo della quarta edizione del Salone nautico di Venezia – 300 barche, 220 espositori, oltre 30.000 visitatori – è la dimostrazione che quando ci si muove in sinergia, tra operatori del settore, autorità locali (civili e militari) e governo centrale, si possono raggiungere traguardi insperati, portando benefici all’industria (nel caso specifico l’industria nautica, che da sola fattura la metà del portafoglio ordini mondiali), al turismo e alla crescita del territorio. Un territorio, quello di Venezia, che attraverso la nautica è tornato a valorizzare la sua storia e la sua attrattività, proponendosi come polo di riferimento per l’alto Adriatico e per i Paesi della costa orientale, in testa Slovenia, Croazia e Montenegro, senza dire, più a Sud, della Grecia e della Turchia.
E’ sulla base di questo successo senza precedenti che gli organizzatori di Vela SPA (società che opera per conto del Comune di Venezia) hanno potuto esprimere piena soddisfazione per i risultati ottenuti, grazie anche, se non soprattutto, alla collaborazione della Marina Militare, che ha messo a disposizione gli spazi dell’Arsenale, dove per cinque giorni sono state messe in mostra imbarcazioni da sogno, yacht e superyhacht, ma anche scafi e gommoni di dimensioni “umane” e tante proposte dedicate alla scoperta della nautica sostenibile: un comparto in crescita, che riguarda in particolare la vela e la diffusione di motorizzazioni ibride ed elettriche.
Sono stati oltre 50 gli eventi culturali e di approfondimento, tra convegni e talk show, e la maggior parte è stata dedicata proprio al tema dell’eco-compatibilità, alla salute del mare e alle nuove propulsioni elettriche e ibride. Massiccia la partecipazione di addetti ai lavori: basti dire che a Venezia si sono concentrati, nei giorni del Salone, oltre 2000 operatori, 448 giornalisti accreditati, 33 operatori e giornalisti stranieri (provenienti da Austria, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Francia, Slovenia, Svezia, Svizzera, Turchia, Spagna, Serbia, Regno Unito), tutti ospitati in Italia grazie alla collaborazione di ICE Agenzia.
Non sono mancate proposte di cantieri stranieri, ma è stato il Made in Italy a conquistare la scena, con presenze importanti. Tra queste, le barche di Ferretti Group, con i marchi Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, CRN, Custom Line, Wally), Azimut-Benetti, Sanlorenzo, Solaris, Pardo, Arcadia, Invictus, Absolute, FIM, e molti altri.
Tra i più entusiasti esponenti dell’industria nautica italiana si è esposto l’avvocato Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti Group, che già quattro anni fa, quando si svolse, tra lo scetticismo generale, la prima edizione del Salone di Venezia, si era sbilanciato a sostegno della manifestazione.
“Si chiude con soddisfazione la quarta edizione del Salone di Venezia e si apre una splendida opportunità per la nautica e per l’indotto turistico a essa collegato” ha dichiarato il numero 1 del colosso italo-cinese. “Sono sempre più convinto – ha aggiunto - che l’alto Adriatico e Venezia possono diventare sempre più la nostra Costa Azzurra, con vari punti a nostro favore, tra cui la bellezza e la capacità attrattiva durante tutto l’arco dell’anno. Come abbiamo creduto nel Salone quando ci guardavano come dei sognatori, così ora pensiamo che il comparto nautico italiano, che da solo fattura la metà del portafoglio ordini mondiali, possa dare orizzonte e concretezza a questo progetto, facendo del lembo di costa che va da Trieste a Venezia un polo di grande interesse per il diportismo internazionale”.