Terremoto del '76: a 48 anni dalla tragedia il Friuli non dimentica

Lunedì 6 Maggio 2024
Terremoto del '76: a 48 anni dalla tragedia il Friuli non dimentica

Quarantotto anni dopo in Friuli è ancora vivo il ricordo di quella notte. È una ferita che si riapre a ogni nuova scossa. L'ultima era stata il 27 marzo scorso, quando un sisma di magnitudo 4.7 riportò alla memoria di molti la paura di quel 6 maggio 1976, quando una scossa di 6.4 colpì il Friuli, con particolare intensità la media valle del Tagliamento, danneggiando oltre cento paesi tra le province di Udine e Pordenone.

Quanti morti ci sono stati nel terremoto del 76 in Friuli

59 secondi. Meno di un minuto per distruggere decine di paesi. Quasi mille i morti causati da quel disastroso terremoto, passato alla storia come l'Orcolat, un essere mostruoso che leggende friulane vogliono sepolto tra le montagne carniche, i cui movimenti provocherebbero scosse sismiche.

Il terremoto del '76 è considerato il quinto più grave che abbia colpito l'Italia nel corso del Novecento, dopo quello di Messina, della Marsica, dell'Irpinia e del Vulture. Quella sera, erano da poco passate le 21, quando la terra tremò, così forte che la scossa fu avvertita in quasi tutta l'Italia centrosettentrionale e fu seguita da numerose repliche, in alcuni casi altrettanto devastanti.

La ricostruzione dopo l'Orcolat

Ma il 6 maggio 1976 non è solo la celebrazione del ricordo. Quell'evento catastrofico segnò uno spartiacque tra il prima e il dopo. Perché una distruzione non è distruzione se non si porta dentro un'idea di rinascita. Allora eccolo il riscatto friulano, definito nel tempo "modello Friuli", che in poco più di 15 anni ha dato via dalle poche macerie a uno sviluppo e un cambiamento sociale. «Prima le fabbriche, poi le case, infine le chiese», una linea programmatica annunciata dal "vescovo del terremoto", monsignor Alfredo Battisti pochi giorni dopo il sisma. Un percorso basato sulla corale e compatta mobilitazione del popolo friulano, in testa i sindaci, la comunità ecclesiale e le forze imprenditoriali, sotto il coordinamento del Commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, che sei anni dopo il sisma fu nominato Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile, risorsa che emerse e si strutturò per la prima volta in Italia proprio nel post terremoto del 1976.

La commemorazione

Una commemorazione dell'anniversario, organizzata dalla Brigata Alpina Julia, si è svolta il 4 maggio nella caserma Goi-Pantanali di Gemona, dove la scossa del 6 maggio 1976 provocò il crollo di una palazzina e la morte di 29 militari di leva. Oggi in serata nel Duomo di Gemona del Friuli, la città più duramente colpita dal sisma, sarà celebrata una messa in memoria di tutte le vittime del terremoto, alla quale è prevista la partecipazione del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e dell'assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi. 

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