Mario Biondi: «Sono dieci volte papà, ma non vedo più mia figlia di 9 anni: la madre non vuole. La svolta? Fu con la Bbc»

Il cantante siciliano ha appena pubblicato la cover di “E tu come stai?” di Baglioni. «La madre non mi fa più stare con la bimba di nove anni. Devo il successo a un dj inglese»

Mario Biondi: «Sono dieci volte papà, ma non vedo più mia figlia. La svolta? Fu con la Bbc»
di Andrea Scarpa
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Domenica 21 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 09:33

Dieci figli da quattro donne diverse (l'ultima, Lua, è nata pochi giorni fa), un nuovo singolo uscito il 18 aprile - la cover di E tu come stai? di Claudio Baglioni – più di cento concerti entro la fine dell'anno in Italia e in altri ventidue Paesi, un super evento il 14 settembre al Teatro Greco di Taormina. Non si annoia, Mario Biondi, 53 anni, catanese trapiantato a Parma, voce nera - e stakanovista - sempre più apprezzata da noi e in giro per il mondo.

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E lei come sta?

«Gioco la mia partita da libero e senza etichette tipo quella del Barry White italiano. Nessuno è contento se gli dicono che copia un altro. Anche mia moglie si arrabbia quando le ripetono che è identica a sua sorella gemella... (ride)».

Canta da sempre in inglese, tranne qualche tentativo poco fortunato come a Sanremo nel 2018 (con “Rivederti” arrivò penultimo): vuole la rivincita nella nostra lingua?

«Un po' sì. Amo la musica americana, ma ovviamente anche quella italiana. Fra poco uscirà un disco con il pezzo di Baglioni e La donna cannone di Francesco De Gregori, Sulla terra io e lei di Riccardo Cocciante e Pensiero stupendo di Patty Pravo».

È vero che in passato i discografici volevano spingerla a cantare come Max Pezzali o addirittura i Ragazzi Italiani? 

«Sì, negli Anni '90. Io però con quella roba non c'entravo un cacchio. Era una pura follia. Devo ringraziare Zucchero, Giorgia e il povero Alex Baroni che all’epoca rilanciarono le sonorità soul».

È soddisfatto di com'è andata finora?

«Certo. Non ero belloccio e non facevo pop, ma a 35 anni ce l'ho fatta anch’io.

Nei miei sogni da bambino sapevo che sarebbe andata a finire così».

E come nel più classico "sliding doors" senza il dj inglese Norman Jay che nel 2004 su radio BBC 1 fece conoscere a mezzo mondo la sua “This is what you are”, che fine avrebbe fatto?

«Avrei mollato. Non tolleravo più di andare nei locali a farmi trattare malamente. Nel 2004 durante una serata a Vicenza litigai con il “pierre” del locale, spaccai un microfono e urlai manco fossi Sandokan. Dopo dissi a me stesso che cantare avrebbe dovuto darmi gioia e sensualità, non rabbia e frustrazione. Decisi di ritirarmi, poi Norman Jay ascoltò il pezzo e la mia vita cambiò».

Suo padre, rappresentante d'abbigliamento e cantante con il nome d'arte di Stefano Biondi, è morto a 46 anni in un incidente d'auto: qual è la prima cosa che gli direbbe oggi?

«“Avevi ragione tu, papà”. Lui credeva in me più di quanto facessi io. E adesso sarebbe l’uomo più felice del mondo».

È vero che cantava anche sua nonna?

«Sì. All’Eiar con il maestro Cinico Angelini. Si faceva chiamare Tina Adolfi. La sua voce ricordava quella della mitica Ella Fitzgerald».

A due anni lei con la sua famiglia si trasferì da Catania a Parma: in quegli anni com'era crescere da siciliano in una città del nord Italia?

«A volte difficile perché di pregiudizi ce n'erano tanti. Talvolta bisognava abbozzare. Nel 1974 a Parma, dove ancora oggi vivo e sto benissimo, se eri meridionale trovare una casa in affitto non era facilissimo. Per andare avanti ho fatto un po' di scorza dura, anche se sono rimasto una persona piuttosto fragile».

Lei invece quando esercita un pregiudizio?

«Con i maleducati divento antipatico. Chi, parlando dei miei figli, fa la battuta sul fatto che la sera dovrei vedere più tv, non mi fa ridere».

A proposito, pochi giorni fa - dopo Marzio, Zoe, Marika, Chiara, Ray, Louis Mario, Mia, Milo e Maria Etna - è nata Lua: la cosa più importante da insegnare a tutti loro qual è?

«Prendere coscienza di sé e accettarsi, nel bene e nel male».

Lei ce l'ha fatta?

«Spero di sì. Ho sempre lavorato tantissimo sul mio carattere, mio padre mi diceva sempre di non fingere di essere qualcun altro». 

Lei canta soprattutto l'amore ed è un monumento alla famiglia: come partner quando cade visto che dieci figli li ha fatti con quattro donne diverse?

«Forse sono un po' rigido, ma devo dire che mia moglie non mi rimprovera granché, forse almeno un po’ sono migliorato».

Le separazioni sono state complicate?

«Non sono mai semplici, ma poi le cose si aggiustano»

So che non riesce a vedere sua figlia di nove anni: adesso come va?

«Molto male. Non mi va di pensare alla madre di mia figlia come una nemica, ma ha allontanato totalmente la bambina da me e dai suoi fratelli, che frequentano tutti casa mia e lei è l'unica a non farlo. Sua madre mi dice che la piccola non vuole più venire da me e bisogna rispettare il suo volere... Temo non ci sia scampo, ma se fa passare questo principio le crea un danno grave. Gli esperti mi dicono che la manipola e io soffro tantissimo per questa situazione. Io e il resto della famiglia».

Ogni tanto riesce a incontrarla o per il momento il vostro rapporto è interrotto?

«Non la vedo da qualche mese».

Per il resto, la famiglia allargata funziona?

«Grazie a Dio, sì. A parte la mamma della bimba di nove anni, ogni tanto c'è qualche contrasto con un'altra madre, però i nostri figli insieme sono maggiorenni quindi è tutto a posto».

Due delle sei sue figlie, Marika e Zoe, cantano in tour con Renato Zero: come l'ha presa quando le hanno detto di voler fare la sua carriera?

«Bene. Sono brave e professionali. Mi inorgogliscono».

Cosa c’è voluto per arrivare a 53 anni così?

«Tenacia e coraggio».

L'ultima cosa coraggiosa che ha fatto?

«Mettere al mondo un altro figlio. Scelta mia e di mia moglie, ovviamente».

A chi per mille motivi non fa figli cosa dice d'istinto?

«Niente. Ognuno deve fare i conti con se stesso. Io sono felice con i miei ragazzi, sono tutta la mia vita, ma se uno non se la sente di fare altrettanto, va bene così».

Si parla spesso di adozioni per le coppie gay e utero in affitto: lei che ne pensa?

«Sull'utero in affitto sono piuttosto restio e credo che sia una pratica abbastanza violenta. Sull'adozione per i gay non mi esprimo. Certo, se la natura, che è perfetta, ha creato uomo e donna un motivo ci sarà».

Durante i cinque anni di “regno” di Amadeus quante volte, dopo il 2018, ha provato ad andare a Sanremo?

«Una volta sola. Non sono andato perché voleva farmi fare un duetto con una persona non adatta a me. E così rifiutai. Ma non posso dirle chi è».

Punta a Sanremo 2025, giusto?

«Non so neanche chi ci sarà a guidarlo. Glielo farò sapere».

Qual è la richiesta più importante e urgente che un cittadino padre di dieci figli sente di dover fare allo Stato?

«Bisogna assolutamente riconoscere alle madri un supporto anche economico perché mettere al mondo dei figli vuol dire lavorare per lo Stato. Senza bambini non c'è futuro».

Con una vita così intensa e piena di impegni si è perso qualcosa, o qualcuno, per strada?

«Qualcosa nella crescita dei miei figli. Il più grande ultimamente mi ha detto che avrebbe voluto vedermi di più. Gli ho detto che ha ragione. Però o lavoravo o andavamo a mangiare alla Caritas».

Dia un consiglio: l'ultima cosa che ha ascoltato e l'ha entusiasmata qual è stata?

«Adoro Samara Joy, americana, 24 anni. Una voce originale ed emozionante. Il mondo è vario, grazie a Dio. Non esiste solo quello che ci vogliono far vedere nelle pubblicità. Là fuori c’è altro».

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