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L’universo della mobilità ha tante facce. Ognuno mostra giustamente la propria. Ma se volete comprendere dove va l’auto del futuro in questa particolare contingenza storica, dove prima s’impone senza motivo il tutto elettrico, si costringono i Costruttori ad investire quantità industriali di denaro per rendere possibile la rivoluzione e poi si innesta la più clamorosa delle (inevitabili) retromarce, bisogna troviate del tempo per salire a bordo di una BMW. Anche solo per capire, se non proprio per comprare. Soprattutto se siete interessati al segmento premium, che poi di fatto rappresenta il vertice qualitativo della produzione automobilistica, supercar escluse. Già che si siete e davvero volete seguire il nostro consiglio, meglio lo facciate salendo a bordo della nuova BMW i5, versione Touring, station wagon, per intenderci. Una delle ultime evoluzioni della gamma di Monaco dove già solo accomodandovi nell’abitacolo potete capire cosa ci aspetta tra qualche decennio.
Sinteticamente: vegana, tecnologicamente avanzatissima eppure capace di regalare le stesse emozioni di una BMW “old generation”. Perché bisogna dire la verità: nessuno (o quasi) come BMW ha saputo creare un ambiente futuribile all’interno delle vetture, reso finalmente specchio della mobilità moderna. E abbinato a tutto lo spettro dell’offerta tecnologica e motoristica sul mercato. Offerta che trova il suo vertice nella prima i5 Touring tutta elettrica dopo sei generazioni (la prima nel 1991, con la sedan invece arrivata all’ottava dal 1972) e ben 1.200.000 unità vendute dal lancio. Senza però che la scelta elettrica perda di vista la tradizione BMW. Così, appena si sale a bordo della nuova BMW i5 Touring si ha subito la percezione del nuovo mondo. Dagli interni tutti realizzati con materiali vegani, al design davvero futiristico, passando per l’hi-tech di ultimissima generazione, sublimato dal livello 3 di guida autonoma - già presente su BMW Serie 7 - disponibile solo in Germania e in Canada e in autostrada per il momento. Sulle autostrade tedesche infatti si può lasciare il volante anche per tre ore ma bisogna sempre avere gli occhi sulla strada, altrimenti il sistema dopo 6" aziona il freno di emergenza. Tornando agli interni, l’abitacolo della Touring ripropone le soluzioni della berlina nel display curvo con un quadro strumenti digitale da 12,3 pollici oltre al sistema di infotainment da 14,9 pollici. Quanto alla connettività, il sistema operativo è il Bmw 8.5 capace di supportare lo streaming video e i giochi AirConsole. Senza perdere di vista, si intende, la compatibilità con Android Auto e Apple CarPlay.
In una dimensione del genere, lo spazio non è un problema ma la logica conseguenza di un’offerta totale di comfort. Infatti, è lunga 5,06 metri (97 mm in più dell’ultima generazione), larga 1,9 metri (32 mm in più) e alta 1,515 metri (17 mm in più) e con un passo di 2,955 metri cresciuto di 20 mm. E con un bagagliaio che da 560 arriva a 1.700 litri con i sedili ripiegati, fedele alla sua anima da famiglia. Noi abbiamo provato le due versioni elettriche che da oggi verranno lanciate sul mercato: la i5 eDrive Touring (listino da 78.000 euro) e la i5 M60 xDrive Touring (da 103.800 euro), senza dimenticare la Diesel mild hybrid. Con la prima capace di arrivare a 560 km di autonomia con i suoi 340 cv che si riducono a 506 nella versione ipersportiva da 601 cv.E le prestazioni sono in linea con mamma BMW: 3”9 nello 0-100 km/h, 820 Nm di coppia e 230 km di velocità massima per la supersportiva M60. Che salgono a 6”1 per lo 0-100 e scendono a 430 Nm di coppia e a 193 km di massima velocità nella eDrive40. Tutto grazie a una batteria da 81.2 kWh, regina di efficienza, ricaricabile fino a 205 kW in CC, oppure col caricatore di serie a 11 kW in CA (per la M60 c’è l’optional di quello da 22 kW). Un’efficienza dimostrata dai consumi dichiarati (e verificati su strada) della eDrive40 che parlando di 16,5 kWh/100 km.
Guidare vetture del genere sulle bellissime strade di campagna (con asfalto levigato come nemmeno in pista...) nei dintorni di Monaco non può essere catalogato come un impegno fastidioso. Ma rientra comodamente nei piaceri della vita. La vettura, in entrambe le versioni, scorre via fluida e veloce nel silenzio totale dell’abitacolo, senza fruscii e senza risentire delle dimensioni comunque impegnative. Cinque metri e oltre di leggerezza anche ad alta velocità, anche nelle curve che davvero fa venire voglia di lasciare il volante alla tecnologia. Eppure in grado di trasformarsi soprattutto a bordo della M60 in un’autentica macchina da corsa, con l’accelerazione elettrica pronta a proiettare tutto l’insieme in una dimensione diversa. Ecco, se il futuro della mobilità è questo, ben venga. Peccato solo che non sia per tutti.