Un team di scienziati olandesi ha fatto un passo significativo verso l'eliminazione dell'HIV dalle cellule infette utilizzando la tecnologia di editing genetico Crispr-Cas, noto anche come "forbici molecolari". Presentati in anticipo al Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive del 2024, i risultati preliminari dimostrano la capacità di tagliare completamente il DNA dell'HIV dalle cellule infette in colture cellulari. Questo approccio, che mira a sviluppare una cura inclusiva per l'HIV inattivando diversi ceppi del virus in vari contesti cellulari, rappresenta una pietra miliare nella lotta contro l'HIV. Utilizzando due RNA guida contro le sequenze conservate dell'HIV, gli scienziati sono riusciti a curare le cellule T infettate. Nonostante le sfide legate alla dimensione dei vettori utilizzati per trasportare gli strumenti Crispr-Cas e la necessità di raggiungere le cellule "serbatoio" dell'HIV, i progressi fatti sono promettenti. I prossimi passi includeranno l'ottimizzazione del sistema e studi preclinici per valutare efficacia e sicurezza, con l'obiettivo finale di avviare sperimentazioni cliniche sull'uomo per eliminare il serbatoio dell'HIV.
Virus Hiv, lo studio sul "taglio del Dna"
Gli esperti puntualizzano che si tratta di risultati preliminari «molto incoraggianti», ma c'è un lungo lavoro da fare per trasformare questa in una cura per l' Hiv. Intanto però si conferma la validità dell'approccio che prevede di "tagliare" il Dna dell' Hiv dalle cellule infette e questo lavoro, spiegano gli esperti, alimenta le speranze di un trattamento che elimini l'infezione. È un «passo avanti significativo» nella ricerca di questa cura, viene evidenziato. Gli studi sono stati condotti da Elena Herrera-Carrillo e dal suo gruppo (composto dai ricercatori Yuanling Bao, Zhenghao Yu e Pascal Kroon) all'University Medical Center di Amsterdam. La tecnologia di editing genetico Crispr-Cas è un metodo che ha rivoluzionato la biologia molecolare: consente alterazioni precise ai genomi degli organismi viventi. Una tecnica che ha fruttato il premio Nobel per la Chimica 2020 ai suoi inventori, Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier. Con queste forbici molecolari gli scienziati possono individuare e modificare con precisione dei segmenti specifici del codice genetico di un organismo.
HIV, uno studio avrebbe rilevato una nuova cura utilizzando il gene Crispr
Crispr-Cas taglia il Dna in punti precisi con l'aiuto dell'Rna guida (gRna). Questa azione facilita la cancellazione di geni indesiderati o l'introduzione di nuovo materiale genetico nelle cellule di un organismo, aprendo la strada a terapie avanzate. Tutto questo può aiutare in una delle sfide più complesse nel trattamento dell' Hiv. Il virus è infatti capace di integrare il proprio genoma nel Dna dell'ospite, rendendone estremamente difficile l'eliminazione. Numerosi potenti farmaci antivirali sono attualmente in uso per l'infezione da Hiv. Nonostante la loro efficacia, una terapia antivirale permanente è essenziale, poiché il virus può ricomparire dai 'serbatoì esistenti quando il trattamento viene interrotto.
La modifica del genoma Crispr-Cas
Gli autori spiegano che lo strumento di modifica del genoma Crispr-Cas fornisce un nuovo mezzo per colpire il Dna dell' Hiv. «Il nostro obiettivo - spiegano - è sviluppare un regime robusto e sicuro, cercando una 'cura per l' Hiv per tuttì, inclusiva, che possa inattivare diversi ceppi di Hiv in vari contesti cellulari».
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Concentrandosi su queste sezioni conservate, l'approccio mira a fornire una terapia ad ampio spettro in grado di combattere efficacemente molteplici varianti dell' Hiv. Tuttavia, ci sono alcune sfide da superare: prima di tutto la sfida logistica rappresentata dalle dimensioni troppo gradi del vettore utilizzato per trasportare la "cassetta degli attrezzi" che codifica i reagenti terapeutici Crispr-Cas nelle cellule. I ricercatori hanno sperimentato varie tecniche per ridurne le dimensioni e stanno tentando ora di caricare i grandi "bagagli" in una "auto compatta" per il viaggio verso la cellula infetta, e cercano modi per ridimensionare il "bagaglio" in questione per un trasporto più semplice. Un altro problema è raggiungere le cellule "serbatoio" dell' Hiv che vivono un effetto rimbalzo quanto il trattamento antiretrovirale per l' Hiv viene interrotto.