veicoli connessi

Ora i veicoli connessi sono oltre un milione. I mezzi con dispositivo di scambio dati delle flotte o in car sharing hanno infranto la barriera

di Nicola Desiderio
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Un milione di veicoli connessi. Non è una promessa elettorale, ma il traguardo che le flotte in Italia si apprestano a varcare. Secondo il Rapporto Aniasa infatti alla fine del 2024 saranno 1.040.000 in mezzi, tra vetture e veicoli commerciali leggeri, presenti nelle flotte a noleggio e in car sharing equipaggiati di dispositivi telematici che permettono lo scambio dei dati. Erano 190mila solo nel 2015 e sono arrivati a 940mila alla fine del 2023, ovvero l’80% di tutto il parco di riferimento, che stanno generando un’enorme mole di dati e informazioni con la previsione che il loro flusso tra il 2018 e il 2025 crescerà da 33 a 175 zetabyte. Un patrimonio creato da 27 miliardi di chilometri all’anno la cui analisi in tempo reale sta già aiutando il mondo dei trasporti a risparmiare tra il 10% e i 20%.

Il ruolo della telematica per l’ottimizzazione di consumi, costi e sicurezza è riconosciuto dagli Accordi di Parigi sul Clima del 2015 e permette di implementare nuovi servizi e la nascita di nuovi business legati alla smart mobility. Tra questi, il cosiddetto Insurtech, ovvero lo sfruttamento dei dati di guida e del veicolo per valutare meglio il rischio assicurativo incentivando i comportamenti di guida più virtuosi e responsabili. Un settore che promette assai bene, tanto che dal 2004 al 2023 gli investimenti delle compagnie assicurative sono passati da 1 a 5 miliardi. C’è dunque un grande potenziale sociale e anche economico, ampiamente sottoutilizzato però da parte della Pubblica Amministrazione che dovrebbe invece sfruttarlo per governare le dinamiche della mobilità. Questo, insieme a varie carenze legislative, sta rallentando la sperimentazione e l’implementazione di nuove soluzioni.

Il Data Act europeo, in vigore dall’11 gennaio scorso, è già un passo avanti perché sancisce la separazione tra il dato e il bene – dunque il veicolo – identificando nell’utilizzatore il proprietario del dato con l’obiettivo di tutelarlo da pratiche commerciali inique. Diventerà operativo entro 20 mesi e si applicherà ai veicoli e ai servizi connessi in 32 mesi dunque nel 2026. Aniasa e altre associazioni di settore premono però per una regolamentazione specifica che riguardi l’automobile e permetta di massimizzare i risultati possibili in termini di mobilità. Serve inoltre definire gli standard operativi per la creazione di un ecosistema digitale della mobilità, grazie all’interoperabilità dei dati lungo tutta la catena del valore. In questo il mondo del noleggio, come dimostrano i numeri, è già protagonista.

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Venerdì 24 Maggio 2024 - Ultimo aggiornamento: 11-06-2024 08:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA