Valentino Rossi

Valentino Rossi battuto da un
campanilismo poco credibile

di Giorgio Ursicino
  • condividi l'articolo

Lo sanno anche i bambini, non gli serviva questo titolo per essere il campione più grande. L'eroica impresa non riesce a Valentino, la gara e il mondiale li ha vinti Lorenzo, un pilota bravo che merita rispetto.

Sull'esito finale del Campionato ha però certamente influito Marc Marquez, il giovane fenomeno che aveva dominato le due precedenti stagioni. Se mai ce ne fosse stato bisogno a Valencia il giovane Marc ha fatto vedere quanto forte fosse il suo desiderio che la corona iridata finisse nella parte spagnola del box Yamaha. E si è dato parecchio da fare affinché ciò avvenisse. Mentre per noi tifosi la nazionalità è sacra, ai super piloti dei campanili importa poco o nulla.

Sarebbe sciocco pensare il contrario: nemmeno i bambini crederebbero al fatto che Marquez ha corso le ultime gare per aiutare Jorge perché suo connazionale. Quasi tutti i driver sono egoisti. Sicuramente lo sono i campioni. Ancora di più i fenomeni che nascono solo a distanza di qualche decennio. Il vero obiettivo non dichiarato di Marc era che il titolo non finisse a Valentino e nell'ultima parte della stagione, quando si è accorto che la sua condotta di gara avrebbe potuto influenzare il risultato finale, ha dedicato tutto se stesso a questo poco nobile scopo rinunciando addirittura a vincere le gare.

Con una Honda tornata in forma, dopo aver trionfato a Phillip Island avrebbe potuto fare altrettanto a Sepang e Valencia. Un comportamento sicuramente poco sportivo, ma che in realtà non ha infranto il regolamento. Perché tanto accanimento contro quello che era l'idolo della sua infanzia, il mito di cui aveva il poster nella cameretta? Marc, che aveva vinto facile appena salito sulla MotoGP, quest'anno ha subito la pressione di una Yamaha quasi perfetta con due piloti superbi e determinati.

È finito in terra troppe volte e spesso in rotta di collisione con sua maestà il Dottore che, si sa, nel corpo a corpo è difficile da battere. Contatti in Argentina e pure in Olanda. Lo spagnolo ci ha rimesso e si è messo in testa che la causa dei suoi guai fosse Valentino, che il terzo titolo di fila fosse andato in fumo per colpa di Rossi. Di piloti che amabilmente si odiavano nella storia delle corse (sia a 2 che a 4 ruote) ce ne sono stati parecchi, ma forse mai si era arrivati a tanto.

Marquez ha fatto vedere che quando si pone un obiettivo è determinatissimo a centrarlo. In Australia ha fatto innervosire Vale. In Malesia ha alzato l'asticella mandandolo in tilt. In Spagna, visto che Vale era distante, si è preoccupato di proteggere Lorenzo come un fidatissimo compagno di squadra, molto meglio di quanto facesse Barrichello con Schumacher. Nel finale ha messo in riga Pedrosa che avrebbe infilzato Lorenzo. Daniel è un ottimo pilota. Jorge sicuramente un campione. I fenomeni che entreranno nella storia sono però Valentino (lui in realtà ci è entrato da un pezzo) e Marc. Era scritto che un duello fuori dagli schemi e anche fuori dalla pista fosse fra loro. E nel 2016 è altrettanto scontato che andranno in onda altre puntate.

Lo sanno anche i bambini, non gli serviva questo titolo per essere il campione più grande. L'eroica impresa non riesce a Valentino, la gara e il mondiale li ha vinti Lorenzo, un pilota bravo che merita

  • condividi l'articolo
Sabato 21 Novembre 2015 - Ultimo aggiornamento: 10-11-2015 16:24
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti