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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Il Tesla Cybertruck

Cybertruck, l'ultima meraviglia di Tesla: un pick up che va dappertutto alla velocità del vento

di Giorgio Ursicino

Finalmente è arrivato Cybertruck. Tesla scuote anche il settore dei “veicoli da lavoro” di grande successo negli Stati Uniti. In grado di coinvolgere pure le famiglie nei loro spostamenti quotidiani. Sarà solo un caso che, da oltre mezzo secolo, è proprio un pick-up il veicolo più acquistato dagli automobilisti americani. Che siano tutti cow boy? Sembrerebbe di no. Comunque, dipenderà pure dall’offerta per il momento alquanto scarna, in questo segmento parecchio gettonato le richieste di una motorizzazione zero emission sono ancora merce rara. Proprio il Cybertruck potrebbe cambiare lo scenario se il sorprendente Elon Musk riuscirà a superare i diversi problemi produttivi collegati alla complessità del gioiello tutto in acciaio e rendere il veicolo, per il momento di nicchia, adeguato ai milioni di clienti che l’hanno prenotato.

O meglio hanno versato i 250 dollari per ricevere le informazioni ed essere contatti quando scatterà il loro turno nella lunga lista di attesa. Nei primi dieci mesi dell’anno la quota delle vetture “full electric” ha raggiunto il 20% (un’auto su 5) in Cina e superato il 15% nella vecchia Europa dove, secondo lo scenario attuale, dopo il 2035 non potranno più essere immatricolate le vetture termiche. Negli States questa andatura è più lenta, ancora a cifra singola, ed a fine ottobre le vetture BEV sono state 959.000, il 7,4% del totale (in ogni caso quasi il doppio dell’Italia). Andando a spulciare i segmenti, si scopre che questa percentuale è dell’8,8% fra i Suv ed appena dell’1,2% fra i pick up che rappresentano meno del 3% fra i mezzi solo a batterie. Praticamente non pervenuti.

Nel comparto spicca il Ford F-150 Lightning con più della metà delle preferenze (16.200 su 27.370) e l’RT1 della start-up specializzata Rivian. Con l’arrivo di Cybertruck nulla sarà più come prima. La capacità produttiva istallata del modello è di 150 mila esemplari l’anno e Musk ha dichiarato che già ora può realizzare 125 mila unità chiaramente tutte vendute. Non tutto è oro quello che luccica. Dopo il ritardo nell’avvio della produzione sembra che ci siano tuttora inconvenienti da risolvere sulle nuove celle della batterie, le più performanti 4680 che, proprio per l’occasione, hanno preso il posto delle collaudate 2170. Sarà vero? Pare che attualmente Tesla sia in grado di produrre solo 24 mila batterie l’anno per il Cybertruck e questo sarebbe un imprevisto collo di bottiglia.

Ma le novità e le complicazioni del pick up texano, che alzano di pari passo la desiderabilità ed i livelli di qualità, non si fermano certo qui. Il look è assolutamente anticonvenzionale, con linee squadratissime e spigoli vivi, si vede a prima vista che è un progetto di un altro pianeta. Musk ha deciso di spingere ancora le sue tecniche produttive che vanno molto oltre la motorizzazione elettrica. La tecnologia della gigapresse, utilizzata finora per plasmare scocche, fa un passo avanti in termini di tonnellate (quasi 10 mila) perché, per realizzare un veicolo per usi estremi, si è passati dall’alluminio all’acciaio. La rigidità del pianale è elevatissima, la robustezza va oltre ogni aspettativa.

La carrozzeria non viene verniciata, è in acciaio naturale. Al massimo, come optional, ci sono delle pellicole adesive (bianca o nera). Lungo 568 cm (le auto che circolano in Europa sono al massimo 5 metri), alto quasi 180 e largo oltre 240 (con gli specchietti...), ha un passo di 363 cm e un’altezza libera dal suolo di oltre 43 cm. È in grado di trainare quasi 50 quintali e di caricarne oltre 10. Il peso a vuoto della versione Cyberbeast, quella con 3 motori, la più prestazionale, supera i 30 quintali. Proprio da questa variante (quasi 100 mila euro) è partita l’avventura, poi seguirà il 4x4 (quasi 80 mila) e, nel 2025, arriverà anche la trazione posteriore monomotore (circa 55 mila euro al cambio attuale).

Il listino, in realtà, è solo in dollari perché non è stato ancora detto se e quando uscirà dal Nord America (dipenderà anche dalla produzione e dalle richieste). Sull’Europa ci sono molte incognite e Barend Wolf, capo del dipartimento per la tecnologia dei veicoli del Consiglio tedesco per la sicurezza del traffico (Deutschen Verkehrssicherheitsrat), ha dichiarato dopo il “delivery event” del 30 novembre che, così com’è, il veicolo non passerebbe l’omologazione in Germania. Il limite del Cybertruck in Europa potrebbero essere proprio la robustezza e l’indeformabilità capaci di creare problemi agli altri veicoli e, soprattutto, ai pedoni.

Il Tesla pick up Cyberbeast ha 845 cv, accelera da 0 a 100 in 2,7 secondi e sfiora i 210 km/h di velocità massima. Le sospensioni sono pneumatiche, le ruote hanno un’escursione di oltre 30 cm, quelle posteriori sono sterzanti mentre lo sterzo è by-wire, dando l’agilità di un auto al bestione. L’autonomia arriva a 547 km, può essere estesa di più 200 con l’“ottimizzatore” posizionato nel cassone e ricarica per 235 km in 15 minuti. Il vano di carico si può anche chiudere ospitando quasi due metri cubi di bagagli. Il Cybertruck è in grado di fornire energia fino ad 11,5 kW all’abitazione o ad altri apparati.

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Martedì 5 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 19:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA