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Il 2024 è il cinquantennale della Volkswagen Golf che si prepara a celebrarlo con un rinnovamento della generazione 8, annunciato da una versione camuffata della GTI. Un modo che testimonia quanto la sportività abbia significato nella storia della compatta tedesca. A ribadire il concetto ci ha pensato un’altra apparizione: quella della nuova Golf R.
L’avvenimento c’è stato in occasione della Ice Race di Zell am See, località montana austriaca che si trova a circa due ora di macchina da Innsbruck. A onorare il debutto camuffato della Golf R c’erano Harold Ivenz (sopra, a destra), responsabile della Volkswagen R, e due piloti di eccezione che si sono divertiti a derapare (o come si dice ora “driftare”) con la più potente delle Golf. Il primo è lo svedese Johan Kristoffersson (a sinistra), vincitore di cinque titoli mondiali World Rallycross con Volkswagen e Seat e due volte vincitore del campionato Turismo svedese su Audi e Volkswagen.
Il secondo invece è Hans-Joachim Stuck, ex pilota di Formula 1 (6 stagioni con 2 podi e 29 punti), ma soprattutto campione DTM con nel 1990 e tre volte vincitore alla 24 Ore di Le Mans (due volte della classifica assoluta e una volta di classe) e altrettante della 24 Ore del Nürburgring. Un vero e proprio asso figlio d’arte del quasi omonimo Hans Stuck, pilota negli anni ’30 delle leggendarie Auto Union con motore V12 e V16 e vincitore del Gran Premio d’Italia a Monza nel 1935. Sono loro ad aver dato il primo assaggio sulla Golf R che arriverà in listino alla metà del 2024.
A fare da degna cornice a questo debutto c’erano altre Golf in mostra come la prima GTI del 1975, una versione da rally e altre due dello stesso tipo della Golf II GTI. In più c’era la prima Golf R della storia: una R32 del 2002 che è ricordata anche come la prima vettura di serie ad aver portato al debutto il cambio doppia frizione DSG. Aveva un motore 6 cilindri di 3,2 litri a V stretta, ovvero con bancate poste a soli 15 gradi in modo da renderlo abbastanza compatto per essere montato in posizione trasversale. La Golf 32 aveva 241 cv, la trazione integrale con giunto centrale Haldex, raggiungeva 245 km/h e accelerava da 0 a 100 km/h in 6,4 secondi.
La R32 fu anche la prima Golf che osò superare in sportività la GTI creando un nuovo livello anche per le altre Volkswagen. La R32 si ripeté anche sulla Golf 5 con lo stesso V6 potenziato a 250 cv e sulla Golf 6 decise che poteva fare a meno di cilindri e cilindrata adottando lo 2 litri turbo ad iniezione diretta della GTI, ma con potenza portata da 208 cv a 270 cv. Ma c’è anche un altro elemento che ad un certo punto ha iniziato a legare la R alla GTI ovvero gli scarichi. Fino alla Golf 7 infatti la GTI aveva mantenuto il doppio terminale accoppiato e la R i due terminali separati al centro. Successivamente la GTI li ha separati mettendoli ai lati e la R li ha raddoppiati: due coppie e la possibilità persino di avere l’impianto Akrapovic.
A distinguere GTI e R c’è sempre stato anche il sistema di trazione: la GTI è stata sempre e solo a trazione anteriore, la R sempre integrale con l’aggiunta della Golf 8 dell’R-Performance Torque Vectoring, un sistema provvisto di differenziale posteriore attivo in grado di ripartire la coppia tra le due ruote così da avere una guida in derapata. Ecco il perché del debutto sul ghiaccio della nuova Golf R, la quale è destinata ovviamente a conservare e migliorare il proprio sistema di trazione integrale per fornire un divertimento di guida più simile a quello offerto dalla trazione posteriore, ma con la sicurezza e il controllo delle 4 ruote che spingono, soprattutto con fondi scivolosi e con potenze e coppie in gioco non certo contenuti.
L’attuale 2 litri turbo a doppia iniezione della Golf R siglato EA288 eroga 333 cv e con essa la Golf R raggiunge 270 km/h (autolimitati) e accelera da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi. Tutto fa pensare che si arrivi a 350 cv, anche perché un 50 ci sta bene nella scheda tecnica, e si scenda sotto la soglia dei “4 e mezzo”. Da rimarcare che dal 2002 sono state 350mila le Golf R prodotte e ben 35mila solo lo scorso anno. Rispetto all’attuale, la nuova R non cerca rivoluzioni, come è per natura per la Golf, ma le foto glissano volutamente sulla coda e sugli interni e quindi è possibile che proprio lì troveremo le novità estetiche più interessanti per quella che, con ogni probabilità potrebbe essere una delle ultime Volkswagen R non elettrificate in vista del 2030 quando invece saranno tutte elettriche.