
Morta Antonia Terzi: fu l'ingegnere di Formula 1 che inventò il muso a tricheco

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Il mondo della Formula 1 piange Antonia Terzi, 50 anni, l'ingegnere dalle mille idee è morta in un incidente stradale in Inghilterra. Specializzata in aerodinamica e ingegnere per le scuderie Ferrari e Williams, dove ideò il famoso muso "a tricheco" della FW26, è prematuramente deceduta in Inghilterra, a causa di un incidente stradale.
We are deeply saddened to learn of the passing of our former colleague and chief aerodynamicist, Antonia Terzi.
Our thoughts go out to Antonia's friends and family at this difficult time. pic.twitter.com/lgrhmanuQm
— Williams Racing (@WilliamsRacing) November 1, 2021
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Sullo schianto in autostrada sta facendo luce la polizia britannica. L'aerodinamica di San Felice sul Panaro, nel Modenese, era diventata famosa nel 2004 alla corte di Patrick Head con l'introduzione di un inedito muso sulla #Williams FW26 che esasperava il concetto del telaio a doppia chiglia. Si era formata alla Ferrari, nella scuderia di Jean Todt e Michael Schumacher per poi passare alla Williams. Sostituita dalla Williams nonostante con le sue idee avesse contribuito alla vittoria del Gp d'Ungheria si ritirò dalla Formula 1. Dopo essere tornata in Italia, dopo una breve collaborazione con Dallara, aveva poi accettato l’offerta dell’Università di Deft come docente di ingegneria aerospaziale. E nel 2011 si inventò il Superbus, il mezzo realizzato in materiali compositi e trazione full electric con 23 posti, 250 chilometri/ora e una apertura porte ad "ali di gabbiano".
La Terzi aveva lavorato a fianco dell’ex astronauta Wubbo Ockels e dell'ingegnere aerospaziale Joris Melkert. Da anni si dedicava all'insegnamento, prima in Olanda (ingegneria aerospaziale) e stava per trasferirsi all'Università di Canberra in Australia dove aveva un incarico dal 2020. Nel 1996 si era laureata presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Modena iniziando a lavorare in Formula 1 nell’organico tecnico della Scuderia Ferrari in qualità di aerodinamica. Aveva studiato in Gran Bretagna, da sempre appassionata di motori, contesa dalle grandi case automobilistiche, un caso più unico che raro per una donna in un mondo tutto maschile.
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Professionale e appassionata, l'ingegnera dagli occhi azzurri e le idee rivoluzionarie, era l'orgoglio del Modenese e un mito per gli addetti ai lavori. Sui social la piangono i fan, come Patrizia Cantusci che scrive: «Mi spiace molto. Ricordo i suoi anni alla Williams. C'erano Montoya e Ralph Scumacher come piloti. Disegnò un avantreno con due piccoli dispositivi verticali. La presero (ingiustamente) in giro per poi copiare un po' l'idea, in qualche modo. Riposi in Pace». Il team della Williams esprime con un tweet il suo cordoglio ufficiale alla famiglia, a piangerla a San Felice, il padre Mario e la mamma Giusy, vice preside del liceo Morandi di Finale, insegnante di matematica. Era l'orgoglio della motorvalley emiliana, una mente speciale, sono in tanti ora a piangerla.
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