L'Audi con alla guida il campione 2019 René Rast

Con il ritiro dell'Audi a fine 2020, il campionato DTM rischia di chiudere

di Massimo Costa
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Con una mossa a sorpresa, quanto mai inattesa, l'Audi ha deciso di lasciare il campionato DTM alla conclusione della stagione 2020. Il costruttore tedesco, colonna portante della categoria Turismo più importante al mondo, si concentrerà sulla Formula E e sui campionati Gran Turismo. Per il DTM sarà la fine in quanto, dopo il ritiro della Mercedes a fine 2018 e quello della scuderia privata R-Motorsport a fine 2019 (che schierava Aston Martin Vantage), nel 2021 rimarrà soltanto la BMW. La scelta dell'Audi, rappresenta una vera tegola per il DTM, che ha nell'ex pilota di F1 Gerhard Berger il suo promotore. Tutto l'ambiente l'ha presa malissimo, in primis la BMW che ha accusato i rivali dell'Audi di scorrettezza in quanto la decisione del ritiro è avvenuta senza consultare loro e gli organizzatori del campionato. In questa situazione, BMW che aveva valutato di proseguire nel DTM nel 2021 e oltre, dovrà rivedere i propri piani mettendo in difficoltà il personale coinvolto. Audi aveva già abbandonato il Mondiale Endurance alla fine del 2016 dopo aver vinto tutto, mentre nel DTM, dall'anno del rientro nel 2000, ha ottenuto 23 titoli (11 nella classifica piloti), 114 vittorie nelle gare e 106 pole position.

Il campionato DTM negli ultimi tre anni aveva cercato di coinvolgere i costruttori giapponesi Honda, Nissan, Toyota Lexus che partecipano al locale Super GT. Tra il 2016 e il 2019 si è valutato di studiare un regolamento tecnico similare, che potesse permettere uno scambio di vetture tra i due campionati. Lo scorso ottobre, nella prova finale del DTM a Hockenheim, avevano corso una Honda, una Nissan e una Lexus provenienti direttamente dal Giappone e seguite dalle rispettive Case madri, preludio di un possibile coinvolgimento totale. Ma alla fine, il bel progetto di unire le due serie non è sbocciato.

Berger ha tentato in tutte le maniere di far uscire dal ghetto tedesco il campionato DTM. Dalla rinascita della serie nel 2000, dopo uno stop avvenuto nel periodo 1997-1999, vi hanno partecipato sempre costruttori nazionali come appunto Audi, Mercedes, Opel e BMW. Nella prima metà degli anni Novanta, era stata l'Alfa Romeo a spezzare il dominio teutonico schierando la famosa 155 con ex piloti di F1 di valore come Alessandro Nannini, Nicola Larini, Michele Alboreto, Stefano Modena, Gabriele Tarquini oltre al giovanissimo Giancarlo Fisichella, che proprio dal DTM trovò la via per entrare in F1. Col ritiro dell'Alfa Romeo nel 1996, il DTM è rimasto un "gioco" tutto tedesco, sebbene di grande qualità tecnica. Negli anni si è parlato spesso di coinvolgimenti di Renault, Seat, Peugeot, Volvo, di un ritorno Alfa Romeo, di un ingresso ufficiale di Aston Martin (marchio affacciatosi solo nel 2019 con R-Motorsport, team privato svizzero-tedesco), ma niente è accaduto. Ed ora, come accadde alla fine del 1996, il DTM dovrà nuovamente chiudere la saracinesca.

Berger con tristezza ha commentato: "Avremmo sperato in un approccio più coeso, viste le particolari difficoltà dovute alla pandemia del Coronavirus. Ora tutto dipenderà molto da come reagiranno i nostri partner e sponsor. Sono profondamente rammaricato. Rispettiamo la decisione del consiglio di amministrazione Audi, ma la natura a breve termine di questo annuncio pone molte sfide per noi della ITR, per BMW e i team coinvolti".

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Domenica 10 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 12-05-2020 10:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA