Tutti giù per terra. È stata una Sprint Race a eliminazione quella di Jerez, sede del Gran Premio di Spagna, che ha visto una raffica di cadute, ben dodici, e nove piloti non arrivare al traguardo. Nel caos di ieri non sorprende il nome del vincitore, ovvero lo spagnolo Jorge Martín, che trionfa in sella alla Ducati Pramac e rafforza il suo primato in classifica approfittando degli zeri dei diretti inseguitori Bastianini, Bagnaia e Viñales. Alle spalle di Jorge, si piazzano il fantastico rookie Pedro Acosta (Ktm Gas Gas), ora secondo nel Mondiale di MotoGP e Dani Pedrosa, terzo dopo la penalizzazione di Fabio Quartararo (Yamaha) per la pressione troppo bassa delle gomme. È un podio tutto spagnolo. Grande rammarico per Marc Marquez, che in mattinata aveva ottenuto la sua prima pole con la Ducati ma, quando era in testa a quattro giri dalla fine della gara veloce, è finito a terra.
Un’altra Sprint, un’altra vittoria di Martinator, arrivato all’undicesimo successo in questo format di gara (ne ha conquistate la metà). Il madrileno corre con grande determinazione, perché vuole dimostrare - a suon di risultati - di meritarsi la sella della Ducati rossa del team ufficiale. Le prestazioni, nel confronto con Enea Bastianini e Marc Marquez, sono al momento dalla sua; ma c’è da capire cosa vorranno fare i vertici di Borgo Panigale, che dovranno prendere entro due mesi una decisione sul compagno di squadra da affiancare a Bagnaia nel 2025. Un Bagnaia che, intanto, sta attraversando un momento nero. Dopo i due weekend non esaltanti a Portimao e Austin, Pecco arrivava a Jerez con la speranza di rifarsi in una pista amica.
BAGNAIA, CHE AMAREZZA
Ieri, però, è stato protagonista suo malgrado di una caduta in curva 1 dopo un incidente con Brad Binder e Marco Bezzecchi. Il sudafricano della Ktm è entrato molto deciso all’interno e con molto ottimismo per sorpassare sia Pecco sia Bez, un contatto che ha fatto andare giù Bagnaia al terzo giro. La direzione gara ha riconosciuto Binder colpevole dell’incidente, ma non ha voluto dargli la penalità. L’amarezza di Pecco si evince da queste parole: «A Binder si è chiusa la vena quando Marquez l’ha passato alla 9 buttandolo un po’ fuori, ma lì per lì non ci sono stati contatti. L’ultima curva si è infilato dentro in maniera abbastanza oltre il limite, rischiando di buttare me e Bezzecchi a terra.
Non contento, alla curva 1, ha deciso di passare sul cordolo per superare entrambi e sono finito io in mezzo al problema. Fino a lì non ero soddisfatto perché è come se la Sprint Race portasse i piloti a fare qualcosa fuori di testa: cambiano direzione senza un senso e ti trovi certe volte a sfruttare queste cose superando e invece a volte ti ritrovi in mezzo ai problemi e ai panini. Facendo la stessa strategia della gara lunga anche nella Sprint Race si può fare bene senza fare questi errori. Non c’era senso in quello che ha provato a fare Binder».
Quella di Pecco non è stata l’unica caduta di un big nella Sprint. Su un asfalto umido e pieno di chiazze da bagnato, sono finiti al tappeto anche Bastianini, i fratelli Marquez, le Aprilia, Di Giannantonio, Binder e altri piloti. Alcuni di loro sono risaliti in sella, come Marc Marquez che è entrato in zona a punti ma dopo aver quasi speronato nella rimonta l’incolpevole Joan Mir. «Ho fatto un errore e sono stato giustamente penalizzato, con la restituzione della posizione. L’incidente tra Binder e Bagnaia? Nelle Sprint si gareggia sempre con il coltello tra i denti e se a Portimao a Pecco non hanno inflitto alcuna penalità, non vedo perché doveva accadere stavolta». Oggi gara lunga (ore 14 su Sky, differita Tv8 ore 17).