Tre Gran Premi, zero punti. L'abbaglio preso da Helmut Marko e Christian Horner lo scorso anno nei confronti di Daniel Ricciardo è senza fine. Ricorderete come Nyck De Vries, voluto a tutti i costi da Marko per metterlo sulla Alpha Tauri a discapito d Liam Lawson, sia stato licenziato su due piedi dopo appena 10 corse su 22 per far spazio non al giovane neozelandese, bensì al 33enne Ricciardo. Che era a piedi dopo il disastroso 2022 con la McLaren e il non esaltante 2021.
Secondo i responsabili Red Bull, Ricciardo sarebbe stato il pilota ideale per rilanciare la squadra di Faenza e per mettere pepe a Sergio Perez in vista di una sostituzione nel corso del 2024 o per prenderne il posto nel 2025. Ma come era prevedibile, Ricciardo non solo ha deluso nelle sette gare disputate lo scorso anno, ma pure nelle prime tre di questo primo scorcio del 2024. Nel 2023, Ricciardo si era rotto il polso sinistro nel secondo turno libero di Zandvoort e così si era creata l'occasione per portare in F1 Lawson finché Daniel non si fosse ristabilito. Liam subito ha fatto bene e in cinque gare disputate ha anche recuperato 2 punti.
Ricciardo ha dato tanto, tantissimo alla F1, e la F1 ha dato tantissimo a lui. Ma ora il 34enne di Perth sembra aver perso da tempo il tocco magico. Tra Sakhir, Jeddah e Melbourne, con la Racing Bulls in qualifica è stato sempre battuto dal compagno Yuki Tsunoda che tra l'altro aveva fallito di pochissimo l'accesso in Q3 in Bahrain, missione riuscita in Arabia Saudita e in Australia. Ricciardo invece, due volte 14esimo e 18esimo per una penalità a Melbourne.
In gara, a Sakhir c'è stato quell'ordine di squadra totalmente inutile che ha favorito Ricciardo su Tsunoda (arrabbiatissimo per questo) mentre erano fuori dai punti a Jeddah, 15esimo Yuki e 16esimo Daniel dopo anche un testacoda solitario. A Melbourne, Tsunoda è stato superlativo concludendo settimo, Ricciardo non pervenuto. Si è giustificato spiegando che c'è qualcosa che non va sulla sua monoposto, che manca il grip con le gomme soft eccetera. Parole che già aveva speso nella sua fallimentare campagna in McLaren.
Nel contempo, il pilota nel mirino Sergio Perez sta facendo egregiamente il suo dovere. Non è partito a razzo, come nei precedenti due anni, con l'intento di dar fastidio a Max Verstappen salvo poi crollare psicologicamente, ma si è limitato a fare il compitino senza troppe pretese portando alla Red Bull due secondi posti nelle prime due corse e il quinto a Melbourne. Quel che serve al team di Milton Keynes per racimolare punti. Alla luce di questa situazione attuale, e consapevoli che siamo al terzo GP di 21 da correre, la posizione di Perez appare quanto mai solida, molto meno quella di Ricciardo. E con un Lawson che batte i piedi in panchina, chissà che non ci siano sorprese che sconfessino l'idea di Marko e Horner. Beh, non sarebbe la prima volta del resto...