Il nuovo Duster

Nuovo Duster, il bestseller Dacia giunto alla terza generazione. Ha tutte le carte in regola per confermarsi protagonista

di Sergio Troise
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C’era una volta la Dacia delle auto low cost. Semplici, essenziali, economiche, in certi casi povere di contenuti e guardate con un certo sussiego. Resistevano alla concorrenza più ricca e dotata con listini concorrenziali, resi possibili dalle sinergie con Renault, proprietaria del marchio nato in Romania, e da una intelligente strategia di conquista dei mercati, ovvero producendo in territori con costi di manodopera contenuti e non lontani dai mercati di riferimento (ciò che riduce i costi di trasporto). La formula ha funzionato talmente bene da consentire alla casa nata nel 1968 in Romania e lanciata dal 2004 in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo di conquistarsi un ruolo di riferimento sul mercato, in alcuni casi con risultati sorprendenti. Presente in 44 Paesi, ha venduto più di 8 milioni di veicoli, stabilendo anche record insospettabili, come quello della Sandero, che è l’auto più venduta in Europa ai privati dal 2017.

Da qualche tempo, però, sull’asse Parigi-Pitesti (sede rumena del marchio) s’è capito che lo scenario stava cambiando: la capacità della concorrenza di sfruttare il vantaggio di pianali comuni a più modelli di marchio diverso, e l’invasione di auto Made in Cina, con contenuti sempre più ricchi e prezzi contenuti, andava affrontata con una formula nuova. Piano piano si è formata così la nuova immagine del marchio, capace di proporre auto evolute nello stile e nei contenuti, ma in grado di salvaguardare il rapporto qualità/prezzo. Simbolo della svolta è il nuovo logo, caratterizzato da un design moderno, che trasmette un’immagine giovane e forte, con la D e la C che si uniscono come anelli d’una catena a simboleggiare robustezza e semplicità.

Su questa base si è sviluppato il lavoro dedicato a uno dei prodotti di maggior successo del marchio, ovvero il Duster, bestseller giunto alla terza generazione con le carte in regola per confermarsi protagonista nell’affollatissimo segmento dei SUV-Crossover di taglia media. In 13 anni di carriera, pensate, ne sono state prodotte oltre 2,2 milioni di unità, di cui oltre 300.000 per l’Italia. Lungo 4,34 metri, largo 1,81, capace di ospitare 5 persone e relativi bagagli senza incidere sul peso, il nuovo Duster nasce dunque sulla piattaforma CMF-B di origine Renault (la stessa di Clio e Captur già introdotta su Sandero, Logan e Jogger) che prevede anche trazione integrale e capacità off-road migliorate, grazie anche al sistema Terrain Control. L’auto si presenta con un design più robusto e deciso, adotta motorizzazioni ibride ed è assemblata con impiego di materiali sostenibili. “Tutto ciò – viene sottolineato dalla Casa – senza incidere sul rapporto qualità/prezzo”.

Lo stile è piacevole, capace di trasmettere l’immagine di solidità e robustezza tipico dei Suv, ma non solo. “Ci siamo concentrati anche sulle proporzioni e sulla necessità di salvaguardare il giusto equilibrio dei volumi” ha tenuto a dire, in sede di presentazione, il capo del design Dacia David Durand. Il risultato – aggiungiamo noi – è un’auto di bell’aspetto, che sfrutta tra gli elementi di distinzione il motivo della lettera Y, proposto qua e là tra esterni e interni, dai fari alle luci posteriori, dai cerchi in lega ai pannelli delle portiere, come una sorta di “firma” del nuovo stile. La riduzione dell’altezza di 3 cm (da 1,69 a 1,66 metri) dà nuovo slancio alla silhouette, caratterizzata da fiancate muscolose, passaruota con bordi smussati e finestrini laterali che si estendono in maniera armoniosa. Risultano accoglienti e ben dotati anche gli interni e apprezzabili le novità introdotte in materia di comfort e di sistemi di assistenza alla guida (di cui leggete a parte).

Sul fronte delle motorizzazioni, la novità sta tutta nell’impiego del full hybrid 140 già sperimentato sulla Jogger: basato su comprovate tecnologie riconosciute all’interno del Gruppo Renault, il sistema è composto da un motore benzina 4 cilindri 1,6 litri da 94 cv, due motori elettrici (uno da 49 cv e uno starter/generatore ad alta tensione) e un cambio automatico elettrificato. Quest’ultimo è dotato di 4 rapporti per il motore termico e altri 2 per quello elettrico (tecnologia combinata resa possibile dall’assenza di frizione). Secondo i dati forniti dalla Casa, la frenata rigenerativa, associata alla forte capacità di recupero energetico della batteria da 1,2 kWh (230V) e al rendimento del cambio automatico, permette di circolare in città fino all’80% del tempo in modalità 100% elettrica, di ridurre i consumi del 20% nel ciclo misto e fino al 40% in quello urbano. Inoltre, il motore si avvia sempre in modalità 100% elettrica.

La nuova gamma prevede anche il modello Duster TCe 130. In questo caso la motorizzazione rappresenta un primo livello di elettrificazione, abbinando un propulsore benzina 3 cilindri turbo da 1,2 litri a un sistema mild hybrid da 48V che supporta il motore termico in fase di avviamento e accelerazione, consentendo così di ridurre il consumo e le emissioni di CO2 di circa il 10%. Secondo la Casa, in questo caso il veicolo è più reattivo e la guida più fluida, offrendo un piacere di guida (ripresa, accelerazione) superiore all’attuale TCe. La frenata rigenerativa, inoltre, consente di ricaricare la batteria di 0,8 kWh in modo inavvertibile per il conducente. Sia per la trazione anteriore che per l’integrale è disponibile il cambio a 6 marce.

Da non dimenticare che resta disponibile anche la bifuel benzina-GPL, che riduce comunque le emissioni di CO2 del 10% rispetto alle equivalenti motorizzazioni a benzina e può vantare fino a 1.300 km di autonomia.

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Martedì 2 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 04-01-2024 10:57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA