BYD Seal U dove U sta per Utility e Seal rimanda ad una berlina media sportiva. Parliamo del quinto modello della gamma di quello che è ormai il costruttore numero uno al mondo per l’elettrico per volumi di vendita e un ulteriore tassello nella sua strategia di penetrazione in Europa. E oramai non si tratta solo di vendite, visto che il marchio di Shenzen ha comunicato tre settimane fa che costruirà il suo primo stabilimento per automobili sul nostro continente in Ungheria.
Questo rende BYD e la Seal U ancora più interessanti. Cominciando dai numeri: è un SUV lungo 4.785 mm, largo 1.890 mm e alto 1.668 mm con un passo di 2.765 mm. È basata sull’architettura e-Platform 3.0 e il suo stile rimanda alle altre BYD, in particolare per il frontale con fari che hanno una sorta di tirabaci e la calandra completamente chiusa e integrata con il cofano. La coda vede le luci unite da un profilo che attraversa la vettura per tutta la sua larghezza mentre la parte laterale è caratterizzata da una finestratura, la cui linea inferiore sala gradualmente, e da una scalfatura che corre dal muso fino al portellone, passando poco sopra le maniglie porta e arcuandosi in corrispondenza del passaruota posteriore.
Un insieme non particolarmente efficiente (cx di 0,32), ma piuttosto armonico. E non a caso, visto che a firmarlo è stato Wolfgang Egger, designer tedesco che trascorsi in Lancia e Alfa Romeo e poi in Audi, Seat e anche Lamborghini. Dal 2016 Egger è in BYD e da allora sta lavorando a creare un’identità per il marchio cinese. La Seal U, così come la Han, sono frutto della sua matita. L’interno è improntato alla semplicità delle forme e movimentato dai rivestimenti in pelle vegana bicolore con cuciture arancio a contrasto per i sedili a regolazione elettrica, riscaldati e ventilati. Il divanetto posteriore si abbatte 60/40 permettendo di aumentare la capacità da 552 a 1.440 litri di un vano di carico comunque molto regolare nella conformazione. Gli altri materiali sono di qualità generalmente buona.
A colpire sono il pavimento perfettamente piatto che esalta l'ottima abitabilità, la levetta in cristallo del cambio e lo schermo al centro della plancia da 12,8” a 15,6” pollici che, come sulla Seal, può essere orientato in verticale o in orizzontale attraverso un tasto sulla razza sinistra del volante. Graficamente molto veloce, il sistema infotelematico deve migliorare per chiarezza e ha la possibilità di farlo con gli aggiornamenti over-the-air. Sfrutta mappe Here, integra app di uso comune come Spotify, ha Android Auto e Carplay wireless e, grazie alla connessione 4G, permette di interagire in remoto con il veicolo tramite app. Gli smartphone si possono ricaricare con prese USB, USB-C e a induzione (due contemporaneamente) ed essere la chiave del veicolo stesso. Il climatizzatore è a pompa di calore e ha il filtro per il PM2.5. A supporto della strumentazione digitale c'è anche l'head-up-display mentre sono da rivedere i comandi sulla plafoniera: i comandi non forniscono il giusto feedback tattile.
La sicurezza è a 5 stelle EuroNCAP grazie non solo alla rigidità della scocca, ma anche alla completezza dei dispositivi di assistenza che agiscono grazie alle informazioni raccolti da una telecamera e quattro sensori radar. Tra i sistemi presenti, da segnalare la frenata automatica di emergenza che agisce anche in presenza di traffico trasversale, sia frontalmente sia quando si fa retromarcia. Da segnalare anche il controllo automatico di velocità con una funzione stop&go molto “paziente” e attenta visto che è in grado di gestire con dolcezza il veicolo in colonna e non ha bisogno dell’intervento del guidatore per ripartire autonomamente in un lasso di tempo davvero lungo. Funzionano bene anche il sistema di mantenimento della corsia e quello che controlla i fianchi della vettura per permettere di aprire in sicurezza le portiere.
Interessante la parte tecnica, a cominciare dalla batteria che ha una struttura cell-to-pack, ovvero senza moduli. Le celle sono del tipo “blade” – ovvero sono come lame larghe quanto la batteria stessa e posizionate una dietro l’altra – e con chimica LFP (Litio-Ferro-Fosfato), meno efficiente della NMC (Nickel-Manganese-Cobalto), ma meno costosa, più sicura, più duratura e anche più sostenibile visto che fa a mento del Cobalto e di altri metalli costosi. Due le capacità: una è da 71,8 kWh, è ricaricabile fino a 115 kW in corrente continua e offre un’autonomia di 420 km, l’altra è da 87 kWh, si ricarica fino a 140 kW e permette un’autonomia di 500 km. Il caricatore di bordo in corrente alternata è da 11 kW e permette anche il cosiddetto V2L (Vehicle-To-Load), ovvero alimentare dispositivi esterni.
Per entrambe la versioni, il motore sincrono a magneti permanenti eroga 160 kW e 310 Nm. Il gruppo motopropulsore è del tipo 8 in 1, dunque non integra soltanto inverter e trasmissione, ma anche altre componenti che riguardano la batteria e la gestione della corrente. La sua compattezza è ben visibile alzando il cofano anteriore e potrebbe essere sfruttata da un frunk, utile per riporre i cavi di ricarica, soprattutto considerando che sotto il piano di carico non c’è spazio per riporli e dunque intralciano nelle operazioni di carico. Alla BYD hanno detto comunque che stanno mettendo a punto un vano che sarà offerto come accessorio in post-vendita. La BYD Seal U è solo a trazione anteriore, raggiunge 175 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 9,3 secondi, tre decimi in più per la versione con batteria più grande e pesante.
Abbiamo provato la BYD Seal U sulle strade del Portogallo, a Nord di Lisbona ricavando l’idea che è un veicolo indirizzato alle famiglie, a chi ama guidare piano e vuole guidare l’auto elettrica senza ansie. Il motore infatti ha un’erogazione tranquilla, meno impressionante di altre elettriche, e le tarature dell’autotelaio invita ad un’andatura turistica. Lo sterzo infatti ha una risposta “paciosa” e fa il paio con un assetto tarato decisamente sul morbido. L’assorbimento ne guadagna mentre la silenziosità è buona, disturbata solo da qualche fruscio. Le intenzioni volutamente pacifiche della Seal U hanno un risvolto positivo: i consumi, tanto che le percorrenze si mantengono costantemente in linea con quelle promesse e questo elimina l’ansia che l’autonomia possa calare in modo imprevisto.
Vero che le condizioni di prova erano davvero ideali, con una temperatura di 20 °C che ha evitato il ricorso sia al climatizzatore sia al riscaldamento dell’abitacolo, ma questo non toglie che si tratti di un ottimo risultato e che rappresenti per il cliente una sicurezza, soprattutto se ha scelto l’elettrico con qualche dubbio. A questo proposito, va detto la Seal U ha una garanzia di 6 anni o 150.000 km, di 8 anni e 150.000 km sul motore e di 8 anni e 200.000 km sulla batteria.
I prezzi? Non sono stati ancora definiti per l’Italia. In Germania la versione Comfort con la batteria da 71,8 kWh costa 41.990 euro mentre la Design con batteria da 87 kWh chiede 44.990 euro. Da considerare che il listino si sovrappone a quello della più piccola Atto 3 e BYD sta attuando una politica di contrazione dei prezzi. Dunque c’è da attendersi un generale riposizionamento che dovrebbe permettere, in ogni caso, alla Comfort di rientrare negli incentivi statali.