Il presidente del salone di Ginevra Maurice Turrettini (a destra) e del Direttore Generale, André Hefti

Il presidente del motor show di Ginevra:
«Siamo un salone in campo neutro»

di Giampiero Bottino
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GINEVRA - Il Salone dell'Auto di Ginevra, numero 83 di una lunga serie, è ormai alle porte. Lunedì prossimo, 4 marzo, all'interno del quartiere espositivo in preda alla consueta frenesia degli ultimi ritocchi prima del via, avrà luogo lo scrutinio finale che porterà subito dopo alla proclamazione dell'«Auto dell'anno 2013» destinata a raccogliere l'eredità delle gemelle Chevrolet Volt/Opel Ampera, trionfatrici della scorsa edizione. Assegnato da una giuria di 59 giornalisti provenienti da 23 Paesi, è il premio più antico - è stato assegnato per la prima volta nel 1964 - nonché il più ambito dalle case le cui vetture vengono commercializzate in Europa.
Consumato questo ghiotto aperitivo, il Salone entrerà nel vivo con le due giornate riservate alla stampa specializzata che precedono l'inaugurazione ufficiale, e la contemporanea apertura al pubblico pagante, prevista il 7 marzo alla presenza di Ueli Maurer, presidente della Confederazione elvetica.

Ancora una volta, ci aspetta una rassegna prodiga di motivi d'interesse rappresentati soprattutto dall'autentica valanga di novità (tra vetture di serie e concept car), che non sembrano avere risentito delle difficoltà del mercato continentale (se l'Italia piange, non è che gli altri Paesi possano ridere): l'organizzazione parla di almeno 130 anteprime, tra mondiali ed europee, proposte dai costruttori di ogni continente. A conferma del favore che continua a incontrare l'unica rassegna davvero globale nella quale, non esistendo un'industria nazionale che possa pretendere un trattamento privilegiato, tutti gli espositori sanno di essere davvero sullo stesso piano. Nei padiglioni di un Palexpo che, pur in leggera crescita dimensionale, continua a essere la location ideale di una manifestazione a misura d'uomo (e di visitatore), sono presenti davvero tutti. Un'occasione davvero impareggiabile non solo per scoprire le novità che arriveranno nelle concessionarie nei prossimi mesi, ma anche per fiutare l'aria che tira nel mondo dell'auto e per sondare le aspettative dei protagonisti del settore all'inizio di un anno ricco di opportunità ma anche di incertezze.

Sul fatto che Ginevra sia l'appuntamento espositivo - l'unico d'Europa con cadenza annuale tra quelli di prima fascia inseriti del calendario Oica, l'organizzazione mondiale dei costruttori che certifica l'internazionalità delle rassegne specializzate - più gradito dagli addetti ai lavori ci sono pochi dubbi. Dei motivi di questo gradimento abbiamo parlato con Maurice Turrettini, l'avvocato nominato presidente del Salone nel luglio 2011. «Le ragioni sostanzialmente tre: la tradizionale collocazione all'inizio dell'anno, la «neutralità» svizzera che mette tutti gli espositori sullo stesso piano e i contenuti costi di partecipazione, dovuti anche alle dimensioni non esorbitanti del Palexpo che consentono di offrire agli espositori gli spazi davvero necessari, senza le forzature che caratterizzano altre rassegne».

La competitività dipende solo da questo?
«No. La nostra organizzazione è una fondazione di diritto privato che non deve fare utili. Quando si guadagnano dei soldi, vengono redistribuiti anche a vantaggio degli espositori. Senza contare che appena si chiude un'edizione, ci mettiamo immediatamente al lavoro per migliorare i contenuti e i servizi della successiva».

A questo proposito, quali sono le novità del 2013?
«Abbiamo abolito il padiglione verde, con lo scopo di dare più dignità all'auto elettrica e alle altre vetture a basse emissioni, che ora sono negli stand dei rispettivi costruttori. È una specie di attestato di maturità nei confronti dell'auto ecologica. Per rendere più agevole l'identificazione di questi modelli a ridotto impatto ambientale, abbiamo realizzato una brochure multilingue gratuita, stampata in 700.000 copie, che guida alla scoperta delle novità alternative, ma anche alle vetture convenzionali che vantano emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km. L'altra innovazione di rilievo di questa edizione è costituita dalla ristrutturazione della Hall 6 e dall'ampliamento della 3. In tutto, la superficie espositiva è aumentata di 6.800 m2».

Avete forse intenzione d'imitare il gigantismo di altri saloni?
«No. Ci siamo limitati ad assecondare le richieste che arrivavano da anni. C siamo riusciti solo adesso perché in Svizzera le cose procedono lentamente. Nonostante la crescita, abbiamo dovuto respingere richieste di iscrizione per circa 5.000 metri quadrati. Adesso però ci fermiamo, anche perché non ci sono più margini per un'ulteriore espansione».

È vero che Ginevra si può quasi considerare un salone italiano?
"In un certo senso sì. I visitatori dal vostro Paesi sono in forte aumento. Pur essendo ancora alle spalle dei francesi nella classifica degli ospiti stranieri, che sono il 40%, gli italiani sono raddoppiati, passando dai 15.000 del 2010 ai 30.000 della scorsa edizione. Del resto, non dobbiamo dimenticare che si fa prima a raggiungere Ginevra da Torino che da Zurigo».

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Sabato 2 Marzo 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 18:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA