Sims e Guenther si fanno un selfie dopo la vittoria in Arabia

Dominio BMW con Alex e Maximilian, gemelli diversi: i ragazzi d’oro della casa di Monaco

di Mattia Eccheli
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DIRIAH - Il “messia” ha la barba, arriva da Betlemme (la Bethlehm americana della Pennsylvania) ed è uno dei profeti della Bmw in Arabia Saudita. È Micheal Andretti, il 57enne figlio di Mario, l’ex ferrarista e fuoriclasse italiano capace di trionfare in Formula 1 con la Lotus. Esponente di una dinastia di piloti vincenti, l’attuale proprietario del team ha conquistato 42 successi nell’IndyCar ed un podio in Formula 1 con la McLaren. Oggi manager automobilistico, Michael Andretti si è impegnato assieme alla casa bavarese in un progetto ad ampio respiro che ha già fruttato risultati incoraggianti e nel quale ha coinvolto anche Roger Griffiths. Il britannico fa parte del team Andretti dal 2014 del quale era diventato direttore dello sviluppo del motorsport in ogni classe prima di venire promosso a Team Principal del team Bmw di Andretti.

Nella storia della Formula E, quella ottenuta dalla scuderia è la seconda doppietta: l’impresa era riuscita finora solo alla DS Techeetah. La sfida premium fra i costruttori tedeschi (6 monoposto fra le prime 10, che diventano 8 considerando anche i team clienti della Mercedes, la Rokit Venturi, e della Audi, la Envision Virgin), costringe i team agli straordinari.

«Nessuno può permettersi di arrivare secondo», ha osservato recentemente Nico Rosberg. La scorsa stagione, quando Bmw aveva fatto il suo ingresso ufficiale nel circuito elettrico (la cooperazione con Andretti era cominciata nel campionato 2017/2018), il team aveva conquistato una vittoria (sempre sul circuito di Ad Diriyah), due secondi (uno con Alexander Sims) e due terzi posti e anche due pole. Con la Formula E, la casa bavarese non spinge soltanto la propria gamma a batterie (con la i3 è stato il primo marchio premium a lanciare una vettura elettrica), ma conferma la propria tradizione di successo nel motorsport. Nel 1999, ad esempio, la casa dell’Elica aveva ottenuto la vittoria alla 24h di Le Mans: al volante della V12 Lmr c’erano Yannick Dalmas, Joachim Winkelhock e Pierluigi Martini. Bmw è una certezza soprattutto nei campionati turismo, non solo nel Dtm, il trofeo della Germania, nel quale si era affermato anche Roberto Ravaglia, nel 1989. Dopo aver puntato su Antonio Felix Da Costa, che aveva corso per la casa bavarese per tre anni proprio nel Dtm, e dopo che il portoghese ha deciso di accettare l’offerta della DS Techeetah, Bmw ha confermato il 31enne Sims e puntato su un giovanissimo. Ossia il 22enne tedesco Maximilian Gunther, che in Arabia Saudita, all’undicesima partenza, ha conquistato il sui primo podio.

Due “bravi ragazzi”, le cui facce pulite sono coerenti con una disciplina che promuove il motorsport sostenibile. Anche nelle dichiarazioni che hanno accompagnato la sua prima vittoria in Formula E Sims è stato molto misurato: «È andato tutto bene – ha sorriso – abbiamo preso le decisioni giuste nel momento giusto: una gara “rilassata”». «Ho fatto il mio lavoro, lo faccio da vent’anni – ha continuato – e nell’ultima stagione ho e abbiamo imparato moltissimo e continueremo a farlo».
 

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Martedì 26 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 27-11-2019 12:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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