Violenza sessuale su due bambine a Perugia, ottantenne rischia una condanna a 4 anni

Violenza sessuale su due bambine a Perugia, ottantenne rischia una condanna a 4 anni
di Egle Priolo
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 08:33

PERUGIA - Quattro anni e 4 mesi di condanna, che sarebbero stati sei e mezzo senza la scelta del rito abbreviato. Quattro anni e 4 mesi chiesti dalla procura per aver traumatizzato due bimbe delle scuole elementari che a nemmeno 9 anni hanno prima subito le sue attenzioni e poi hanno avuto il coraggio di denunciarlo per violenza sessuale aggravata. Questa l'accusa per cui un ottantenne residente a Perugia, A.Q., si trova sotto processo davanti al giudice Natalia Giubilei, a rispondere delle pesanti contestazioni a suo carico dopo i racconti inquietanti delle due bambine. Racconti che parlano degli abusi subiti durante le pause pranzo a scuola, subiti dall’uomo - conosciuto e di cui quindi si fidavano - che in quell'istituto cittadino svolgeva attività di vigilanza.

All'ottantenne il sostituto procuratore Franco Bettini contesta il «toccamento delle parti intime e delle cosce», i «baci in bocca» e i «massaggi sulle spalle e sulla schiena» da parte dell’uomo che con «mosse repentine» avrebbe «approfittato del contesto di gioco durante la pausa pranzo nella scuola». Il pm poi parla di «più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso e con più azioni», quindi di più episodi, che gli sono valsi la contestazione della continuazione. Episodi che, nonostante la giovanissima età, hanno messo in allarme le bambine e le hanno convinte ad avvisare mamma e papà, anche se tra le lacrime e il viso in fiamme per la vergogna: da qui la denuncia, le indagini fino alla richiesta di rinvio a giudizio. Con l'ammissione appunto del rito abbreviato condizionato all’escussione di due testimoni, una bidella e un ausiliario di un’associazione di volontariato.
L'anziano, assistito dall'avvocato Teresa Giurgola, è stato allontanato dalla scuola subito dopo la denuncia, ma ha sempre sostenuto si sia trattato di atteggiamenti affettuosi nei confronti dei piccoli che era stato chiamato a vigilare.

Sottolineando poi le divergenti versioni fornite dalle bambine, quella iniziale e quella raccolta nel corso dell'incidente probatorio davanti al gip Piercarlo Frabotta la scorsa estate. I fatti sono relativi a poco più di un anno fa, a marzo 2023, quando le piccole frequentavano la terza elementare e la notizia creò grande sconcerto e preoccupazione tra i genitori e le famiglie dei bambini. E più che di affetto per il sostituto procuratore Bettini si tratta invece di «violenza e abuso di autorità». «Il quadro di elementi a carico dell’indagato in relazione alla commissione del reato di violenza sessuale aggravata – aveva spiegato all'epoca dei fatti una nota del procuratore capo Raffaele Cantone - risulta dal contenuto della querela proposta dai genitori delle minori persone offese e dalle dichiarazioni rese dalle stesse in sede di audizione protetta audio registrate». Insomma, quei racconti cristallizzati nell'incidente probatorio per evitare alle piccole di rivivere la vergogna e la paura espresse nella denuncia. A rappresentare i loro genitori in aula, infatti, sono gli avvocati Marco Piazzai e Daniele Fantini, che hanno ottenuto nelle udienze passate la costituzione di parte civile e hanno già avanzato mesi fa una richiesta di risarcimento di centomila euro, cinquantamila per ogni vittima. E anche su questo dovrà pronunciarsi il giudice Giubilei nella prossima udienza. Dopo le richieste di condanna avanzate ieri dal pm Bettini, si torna infatti in aula il 4 giugno, con le repliche della difesa, che insiste con convinzione sugli atteggiamenti affettuosi evidentemente equivocati, seguite poi dalla decisione. Che comunque già parte con lo sconto.

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