Nick Cassidy pilota Jaguar

Cassidy (Jaguar): «Massimo equilibrio, sarà una stagione tosta. E sul'efficienza energetica qualcuno si nasconde»

di Mattia Eccheli
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DIRIYAH – L'ePrix di Città del Messico, quello che ha aperto la decima stagione della Formula E, è stato noioso: «Sono d'accordo, lo è stato anche per me», sorride Nick Cassidy, campione del mondo a squadre con la Envision e vice a livello individuale, adesso al volante di una Jaguar della scuderia ufficiale della casa britannica. Detto da uno che in Messico è arrivato terzo quasi sorprende: «Temo che sarà così anche a Diriyah», aggiunge.

Vale a dire che la qualifica inciderà per il novanta percento?

«Sì, penso di sì».

Non è che fai felici gli appassionati.

«Non lo sono nemmeno io».

Però partire davanti e chiudere davanti non sarebbe male, giusto?

(ride) «Onestamente? La pole con i tre punti sarebbe bella, certo. Ma arrivare primi è più importante».

L'anno scorso hai vinto tanto (4 successi): sarà così anche in questa stagione, con la Jaguar?

«Lo spero, su questa pista però non è che io sia andato troppo. Diciamo che conto di raccogliere qualche punto».

A parte Diriyah, intendo.

«Mi piacerebbe riuscire a fare bene, ma qualche gara è uscita dal calendario, tipo Roma, che era la migliore».

E l'ePrix di Hyderabad, in India, dove eri arrivato secondo come a Roma, non ti manca?

«Certo che sì: avevo avuto un buon risultato. Ma anche perché era una gara importante per molti dei nostri partner, da Tata a Tcs, che sono indiane. Per la nostra macchina era una bella vetrina».

È solo una questione di risultati o c'è anche dell'atro, tipo la partecipazione della gente?

«Se analizziamo come erano andate le cose, a Hyderbad c'era stata anche una buona partecipazione di pubblico e c'erano anche personaggi importanti».

Che città vorresti vedere nel circuito?

(ride di nuovo) «New York. Ci ho fatto tre pole su quattro (e anche una vittoria, un secondo e un quarto posto, ma Cassidy non li cita, ndr). Assolutamente New York. Se mi aiuti a spingere affinché ci si ritorni a me va bene. E anche Roma e Hyderabad».

Parigi?

«Ecco, lì non ci ho mai gareggiato. Ma io amo New York».

Cosa ti aspetti da questa stagione?

«Le differenze tra le squadre sono minime. Tutti parlano di Jaguar e Porsche, ma onestamente le Ds vanno veramente forte. E anche Nissan e McLaren. Secondo me questa sarà la stagione più tosta di tutte».

In Messico non sembrava...

«Se guardi le qualifiche sì. Il problema è che poi non si poteva sorpassare. E se non riesci a superare, allora tutto dipende dalle qualifiche. Pensa a Jev (Jean Eric Vergne, ndr), dietro a Mitch (Evans, ndr), ma decisamente più veloce. E poi Günther (con un'altra monoposto del gruppo Stellantis, quella di Maserati, ndr), facilmente quarto. Con le loro siamo già a dodici macchine. E poi c'era Hughes, che con la McLaren è arrivato agli scontri diretti e anche Rowland, con la Nissan, avrebbe dovuto esserci e con le monoposto di queste due scuderie arriviamo a sedici. Probabilmente non sembra, ma siamo tutti molto vicini».

I test sono finiti, non ci si può mica più nascondere...

«Jev aveva più energia di me. Voglio dire: la differenza in termini di efficienza non è quella che viene dichiarata».

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Venerdì 26 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 09:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA