Nicolas Lapierre (Alpine)

Nicolas Lapierre (Alpine): «La A424 LMDh è nata bene, lavoriamo sull’ ibrido e sulla gestione delle gomme»

di Michele Montesano
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È stato il pilota che ha avuto l’onore e l’onere di compiere i primi chilometri con la nuovissima Alpine LMDh, senza timore di essere smentiti, Nicolas Lapierre si può definire il padrino della A424. Dallo shakedown di inizio agosto, passando per i test del Paul Ricard e di Aragón, il trentanovenne francese conosce il prototipo transalpino meglio di chiunque altro avendone curato personalmente lo sviluppo.

Presente alla prima giornata di prove, svoltesi recentemente sul tracciato di Jerez in Spagna, Lapierre è poi volato alla volta di Portimão dove ha conquistato il titolo di vicecampione di classe LMP2 ProAm nella European Le Mans Series. Ma, prima di partire, il transalpino non si è sottratto ai microfoni raccontando le sue sensazioni in merito all’Alpine.

Sei stato il primo pilota a provare la A424, quindi hai avuto modo di apprezzare la crescita della LMDh, sono stati fatti dei progressi dall’esordio all’ultimo test di Jerez?

«Le sensazioni sono state più che buone. L’aver completato il programma previsto è già qualcosa di positivo. Siamo in piena fase di sviluppo e, fortunatamente, i progressi sono visibili ogni volta che scendiamo in pista. L’obiettivo è continuare a progredire prima dell’omologazione da parte di IMSA e FIA».

A tal proposito, Yann Paranthoen (responsabile tecnico Alpine) ci ha confermato che l’omologazione avverrà tra novembre e dicembre. Sarà una vera corsa contro il tempo, vi sentite pronti?

«È vero i tempi sono abbastanza stretti ma le squadre di Viry-Châtillon, Bourgen e Signes stanno lavorando all’unisono per arrivare preparati alla data fatidica. Nonostante l’enorme mole di lavoro, ad oggi stiamo rispettando il programma. Anzi, visto che stiamo parlando di una vettura completamente nuova, possiamo affermare che sta procedendo meglio del previsto. Abbiamo completato molti chilometri, la A424 è nata bene e il telaio Oreca si comporta egregiamente rispondendo perfettamente ad ogni modifica di assetto».

In quale aree avete focalizzato il vostro lavoro di sviluppo?

«Senza dubbio la componente ibrida è la più complessa. C’è molto lavoro da fare ancora sul sistema di recupero di energia, che agisce in fase di frenata, e sul motore elettrico. Fortunatamente possiamo contare su tecnici che provengono sia dalla Formula 1 che della Formula E e conoscono molto bene tale tecnologia. Oltre ad acquisire maggior padronanza con l’ibrido, saremo chiamati a fare delle scelte aerodinamiche e di setup in vista dell’imminente omologazione».

Fino allo scorso anno hai guidato una LMP1, cosa cambia con la nuova LMDh?

«La LMDh è sicuramente più pensante rispetto le vecchie LMP1. Ciò potrà mettere a dura prova le gomme, soprattutto nei doppi stint effettuati con lo stesso treno di pneumatici. Quest’aspetto rivestirà un ruolo cruciale in termini di regolarità e nel passo gara. Sarà senz’altro un’altra area su cui lavorare, soprattutto perché verrà confermato il divieto di pre-riscaldare gli pneumatici prima di scendere in pista».

La categoria LMDh ha esordito solamente quest’anno. Secondo te quali sono le incognite nello sviluppo di questa tipologia di vetture?

«Osservando cosa ha fatto nella stagione d’esordio l’Acura (costruita sulla base dello stesso telaio Oreca dell’Alpine n.d.r.) sappiamo che partiamo da una buona base. Il motore Mecachrome si è rivelato robusto quanto potente. Il nostro target, oltre di trovare il corretto bilanciamento della vettura e far lavorare bene le gomme, è di incrementare ulteriormente l’affidabilità. Viste le premesse, sono convinto che siano obiettivi ampiamente alla nostra portata».

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Martedì 31 Ottobre 2023 - Ultimo aggiornamento: 01-11-2023 13:31 | © RIPRODUZIONE RISERVATA