Salone di Parigi, Stellantis ha 5 anteprime mondiali. Gruppo presente con Citroën, Peugeot, Alfa e Leapmotor
Peugot esibisce il Boxer per le conversioni camperizzate, fino a 5 tonnellate di capacità di carico
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LE MANS – Sochaux, il paese dove è nata Peugeot, è lontana sei ore di macchina da Le Mans, dove la marca francese torna a quasi tre lustri di distanza dall'ultima vittoria, che risale al 2009. È lì, a due passi dal confine con la Svizzera, che un gioielliere aveva disegnato il marchio del Leone: era il 1847, anche se la registrazione risale al 1858. Il felino era stato scelto perché rappresentava resistenza, affidabilità e velocità. Ossia come dovevano lavorare i primi prodotti realizzati dalla famiglia Peugeot, che erano lame da taglio. La storia del costruttore francese ha incrociato quella della 24h di Le Mans nel 1926, tre anni dopo la prima e storica corsa.
Il Leone ha innovato molto, prima ancora che sulle e con le auto, perfino nella propria evoluzione. Perché ancora oggi sono famosi, e ricercatissimi, i macina pepe di Peugeot, che sono perfino stati oggetto di una domanda da parecchie migliaia di euro nel corso della versione tedesca dello quiz “Chi vuol essere milionario”. La saga industriale di Peugeot comincia nel 1810 con la lavorazione dell'acciaio: l'azienda si è occupata perfino di corsetti per signora. In qualità di costruttore di automobili, Peugeot ha scritto una pagina di storia vincendo nel 1894 la prima gara cronometrata al mondo con la Tipo 5, alla Parigi Rouen.
Un anno prima (ne sono passati 130) aveva portato anche la prima automobile in assoluto in Italia. Si trattava di una Tipo 3 a petrolio acquistata da Gaetano Rossi, esponente della famiglia che ha fondato e posseduto il colosso del tessile Lanerossi. Giovanni Agnelli, all'epoca ufficiale dell'esercito di stanza a Verona (non lontano da Padova, dove risiedeva il proprietario di quello storico modello), volle provarla: alla guida di una “cordata” cinque anni più tardi avrebbe messo in piedi la Fiat assieme alla quale fa adesso parte del gruppo Stellantis. L'innovazione di Peugeot è anche quella del 1936, quando aveva portato sul mercato la 402 Eclipse, la prima coupé cabrio della storia. È quella del 1941, che riguarda la VLV, acronimo di Voiture Legére de Ville (auto leggera da città), un veicolo commerciale elettrico a due posti per le consegne con un'ottantina di chilometri di autonomia.
Nel 1999 aveva presentato il primo Fap, il filtro antiparticolato a base di cerina per la riduzione delle emissioni di polveri sottili che garantisce meno problemi di intasamento: l'auto con la quale aveva debuttato era la 607, arrivata sul mercato l'anno successivo. La stessa tecnologia equipaggiava anche la 908 Hdi che ottenne l'ultimo successo alla 24h di Le Mans, nel 2009 appunto. Ma il ricordo più bello del Leone sul circuito de La Sarthe è del 1993, quando conquistò una storica tripletta alla 24h, giusto un anno dopo la sua prima affermazione. «Dobbiamo tenere i piedi per terra – suggerisce Linda Jackson, la numero uno del marchio e fra le poche donne a capo di un marchio automobilistico – siamo qui per imparare». Jean Marc Finot, direttore del Motorsport di Stellantis, la vede allo stesso modo, ma aggiunge: «L'unico risultato che mi interessa è la vittoria», sorride.
Dalla pista alla strada, Peugeot lancia la sfida anche nel design ed innova con la 408, perché la gente forse ha cominciato a stufarsi dei Suv. E il modello è una sorta di fastback rialzata. Il resto arriverà nei prossimi anni, con l'onda lunga della Inception Concept, un nuovo modo di vivere l'auto che beneficia dello steer by wire (lo sterzo senza cavi) e delle tecnologie digitali con un impegno produttivo per prolungare la vita delle auto semplicemente sostituendo alcune componenti.