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Tra i piloti dell’equipaggio Ferrari entrato nella storia della 24 Ore di Le Mans, in qualità di vincitore della gara del centenario, c’era anche Antonio Giovinazzi che, insieme a James Calado e ad Alessandro Pier Guidi, ha guidato la 499P nell’impresa sportiva. Dietro a tanto impegno però, c’è l’uomo che si commuove, come ci ha rivelato, visto che non vinceva dal 2016, in GP2, nella gara di Spa. Un uomo che ha attraversato il purgatorio di annate difficili prima di tornare ad assaporare il successo: «Ho pianto perché ci sono stati tanti sacrifici dietro, tanti anni deludenti, però alla fine basta crederci nella vita». E bisogna credere, ci ricorda, anche nella squadra, perché la Ferrari, ci spiega, oggi ha fatto qualcosa di speciale: basti pensare che un anno fa la 499P non c’era, visto che è stata messa in pista a luglio.
Qualcuno chiede con un pò di malizia se il team si aspettava la vittoria, e Giovinazzi spiega che lui, come pilota, e Ferrari, come squadra, debbono sempre crederci. Aggiunge che il team era consapevole di avere una macchina veloce, ma l’aspetto che maggiormente lo preoccupava era quello legato all’affidabilità che, fortunatamente, non ha tradito la rossa, ed una squadra che non ha sbagliato nulla. E sbagliare era facile soprattuto nel primo stint, perché - spiega - «ero con le gomme slick e mi sono ritrovato in un acquazzone». Ora, dopo essersi goduto questa vittoria, conquistata insieme a Calado ed a Pier Guidi, Giovinazzi è concentrato su Monza dove vuole rendere orgogliosi i tifosi Ferrari.