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Relativamente giovane nel mondo dell'auto, ma comunque già “adulto”, e ancora giovanissimo in quello del motorsport, Lexus si presenta alla 24h di Le Mans nella neo istituita classe Lm Gte3, con la quale gli organizzatori “aggiornano” la Lm Gte spalancando le porte a nuovi marchi. La giapponese Lexus ha approfittato di questa “finestra” e deciso di beneficiare dell'esperienza accumulata in questi anni dalla Toyota, il gruppo di cui fa parte, che si è aggiudicata 5 delle ultime 6 edizioni. Il costruttore alto di gamma, in realtà, esplora già da tempo il motorsport per consolidare la riconoscibilità del marchio e accelerare la scalata globale verso i vertici del segmento premium.
Fondato nel 1989 per affrontare la sfida sul mercato americano come dice lo stesso nome – Luxury Exports to the Us (lusso per le esportazioni verso gli Stati Uniti) – il costruttore ha cominciato a impegnarsi nelle competizioni sportive nella metà dello scorso decennio in varie categorie, dalla Super Taikyu Endurance nipponica alla Vln tedesca, la Langstreckenmeisterschaft Nürburgring ospitata sul circuito dell'Inferno Verde dove la Rc F si era imposta nella classe di riferimento già nel 2017, due anni dopo l'esordio, dalla Super Gt fino alla Gt3.
L'affermazione più prestigiosa è quella tripla ottenuta lo scorso anno sull'altra sponda dell'oceano nell'International Motor Sports Association (Imsa). Sulla pista americana di Braselton, nello stato della Georgia, al termine della Petit Le Mans, che si era corsa sulla Michelin Raceway Road Atlanta, Lexus si è aggiudicata sia il titolo costruttori nel WeatherTech SportsCar Championship Gtd Pro sia quello piloti nella stessa classe con Ben Barnicoat e Jack Hawksworth sia quello a squadre con Vasser Sullivan. Quest'ultimo binomio aveva già trionfato nell'Imsa Gtd Sprint Cup di tre anni prima.
Con l'impegno nel World Endurance Championship, Lexus approda alla 24h di Le Mans grazie alla cooperazione con la scuderia transalpina Akkodis Asp, il cui team principal è l'ex pilota Jérôme Policand, uno che ha anche corso sul circuito la massacrante prova de La Sarthe. L'ultima volta era stato nel 2010 con la Corvette della Luc Alphand Aventures nella Gt1: quell'anno aveva chiuso secondo (come nel 1997 al volante di una Porsche) dopo essere arrivato terzo nel 2006 affiancato dallo stesso discesista che dava il nome alla scuderia. Con il loro motore V8 da 5.0 litri, le due Lexus gommate Goodyear in gara quest'anno a Le Mans possono raggiungere al massimo i 300 orari, come fissato dal regolamento.
Le Rc F Gt3 hanno i numeri 78 e 87 e dispongono di equipaggi decisamente globali. Sulla prima si alternano al volante il 39enne francese Arnold Robin, il russo Timur Boguslavskiy che a 24 anni ha già vinto due volte il Gt World Challenge Europe e il sudafricano Kelvin van der Linde, che festeggerà i 28 anni 4 giorni dopo l'esordio alla prova transalpina e che, tra le altre cose, ha in bacheca anche un'affermazione nella 24h del Nürburgring e anche la partecipazione a 5 ePrix di Formula E.
Sulla seconda ci sono il navigato giapponese Takeshi Kimura, classe 1970, la 19enne promessa francese (con cittadinanza anche canadese) Esteban Masson, già vincitore della F4 transalpina e dell'Eurocup 3 dello scorso anno, e il 33enne britannico Jack Hawksworth, ingaggiato all'ultimo momento per sostituire l'esperto argentino José María López, uno che ha già vinto anche la 24h di Le Mans assoluta, chiamato a sostituire l'infortunato Mike Conway alla Toyota (che gli aveva preferito Nyck de Vries). Nel Wec Robin è stato finora il solo ad andare a punti: decimo a Spa assieme al giapponese Ritomo Miyata e all'austriaco Clemens Schmid.