LE MANS – L'idrogeno per le corse sbarca ufficialmente a Le Mans, dove il costruttore francese Ligier e la divisione Engineering della multinazionale tedesca Bosch hanno svelato il bolide da competizione Js2 Rh2. Si tratta dell'evoluzione della monoposto Ligier modificata per impiegare un V6 biturbo a idrogeno da 3.0 litri. La vettura è accreditata di 420 kW di potenza, pari a oltre 570 Cv. A giudizio di Johannes-Jörg Rüger, numero uno della Bosch Engineering, «il motore a idrogeno assicura un grande potenziale negli impieghi ad alte prestazioni, in particolare nel motorsport».
L'unità di riferimento è un “normale” propulsore a benzina convertito dagli ingegneri di Bosch Engineering, che ne hanno modificato l'accensione e l'intero sistema di iniezione. Per abbattere ogni rischio e massimizzarne l'efficienza, la fase di combustione è particolarmente povera di azoto fino a carico parziale. I tecnici si sono concentrati anche sulla stabilizzazione della combustione, senza preaccensione a carichi elevati e regimi del motore superiori a 7000 giri/min.
L'edizione del Centenario della 24h di Le Mans, quarta prova del World Endurance Championship (Wec), il mondiale di durata, è stata valutata come vetrina ideale per il debutto del bolide che potrebbe incarnare il futuro delle alimentazioni sostenibili su pista (la stessa Toyota ha sveltato la GR H2 Racing Concept), anche se – in particolare nel caso della corsa transalpina – un bilancio credibile delle corse non può non tenere conto dell'impatto rappresentato dall'afflusso del pubblico.
La Ligier Js2 Rh2 è già stata testata in Germania e verrà ulteriormente sviluppata e provata su pista nel corso dell'estate. La società tedesca si è occupata della progettazione complessiva del prototipo e rivendica anche il ruolo centrale avuto nello sviluppo del motore e dello stesso serbatoio (componente delicatissimo della vettura) oltre che del sistema di sicurezza che riguarda l'idrogeno. La responsabilità del costruttore transalpino ha riguardato invece la dinamica, la costruzione della monoscocca e l'adattamento del telaio del bolide ad alimentazione convenzionale. La declinazione a idrogeno integra tre bombole di tipo IV da 700 bar di Hexagon Purus, cioè ad alta pressione, incluse nella monoscocca in carbonio. La separazione del serbatoio, dei componenti di controllo del gas e del vano motore combinata con dispositivi di ventilazione passiva garantiscono i gas vengano "scaricati" in modo mirato.